Via Mazzini, la strada divisa in
due. Zanella: "Nessuna sicurezza"
La parte privata (quella di pertinenza delle 7 villette) è una striscia d'asfalto davanti alle case, una corsia messa appositamente per quelle abitazioni. L'altra parte del terreno, dopo essere stata di un privato costruttore edile, è passata adesso - da quello che ci racconta il protagonista di questa vicenda - all'Amministrazione Comunale
Sono 36 anni che abitano lì. In quel piccolo pezzo di strada privata che porta il nome di via Mazzini come il viale della stazione. Ed è proprio a sinistra della stazione, dove c’è il parcheggio delle biciclette e un gruppo di piante maestose che la strada scende sino ad arrivare a quelle 7 villette. Lo stile dice che hanno qualche anno, ma dello stile fondamentalmente non importa.
La parte privata (quella di pertinenza delle 7 villette) è una striscia d’asfalto davanti alle case, una corsia messa appositamente per quelle abitazioni. L’altra parte del terreno, dopo essere stata di un privato costruttore edile, è passata adesso – da quello che ci racconta il protagonista di questa vicenda – all’Amministrazione Comunale.
36 anni che abitano lì, 7 famiglie. La strada è rimasta privata per lungo tempo. “Quando ha nevicato qui non è venuto nessuno a liberarci la strada, abbiamo dovuto provvedere noi, così come paghiamo noi l’illuminazione da sempre e da sempre ce la puliamo” ci racconta Fulvio Zanella. Sta conducendo una battaglia affinché quella strada resti privata o, se deve divenire pubblica, quantomeno l’amministrazione se ne assuma le responsabilità e gli oneri.
“L’area di accesso a me risulta essere solo pedonale, con un permesso per noi che ci abitiamo. Ma naturalmente di questo non interessa niente a nessuno. Non c’è mai stato nessuno che abbia deciso di interessarsi alla questione e sono tanti anni che protesto, che contatto consiglieri di maggioranza e d’opposizione. Tutti hanno amici dall’altra parte della strada”
Parlare di strada è un eufemismo. Scendendo, sulla sinistra, c’è una piccola striscia d’asfalto che è quella di pertinenza delle sette abitazioni. Poi c’è la terra con l’erba e i solchi dei passaggi e un dislivello evidente, quella che secondo Fulvio adesso è comunale. Era sino a poco tempo fa attigua all’area cantiere delle ultime case costruite in Fiammetta. In fondo c’è la congiunzione con il quartiere Fiammetta tramite via Aroldi. “Quello è il quartiere dei ricchi, di quelli che stanno bene, forse è per quello che a loro tutto è concesso”.
Sino a qualche tempo fa tra il termine dell’area residenziale e la via Mazzini privata era transennata. Poi la recinzione è stata tolta “Secondo me – spiega ancora Zaffanella – quando è diventata del Comune”. Prima ci passavano a piedi, in bicicletta o in monopattino semplicemente spostando le recinzioni mobili, o gettandole via (come si può vedere in qualche foto). Oggi ci passano anche i motorini e le auto. Le ha fotografate Fulvio, perché passano dove la strada non c’è e dove non potrebbero passare, fanno un pezzo di terra come nel rally, o in una sterrata di campagna e poi si immettono sul viale della stazione, dove la visibilità è scarsa e non vi è nessuna sicurezza, perché a parte l’uscita dei residenti non era prevista nessuna strada. Ha un vasto repertorio accumulato in tanti anni, le auto passano, i pedoni e le bici, sino a che ci sono state le recincioni e le transenne le hanno semplicemente spostate per passare dall’altra parte. Non tutti sono gentili.
“E se diciamo qualcosa a chi passa ci prendono pure a male parole. Ci sono ragazzini che la fanno in bici ma pure adulti e prima o poi il rischio è che qualcuno finisca sotto qualche macchina perché se una bici scende verso la nostra via e noi ci immettiamo in strada, non vediamo chi arriva sino all’ultimo momento. O che qualcuno cada e si faccia male. Questa strada è sempre stata privata. Il comune, che è diventato responsabile dell’altra parte vuole farne una via pubblica? Risolva i problemi di sicurezza e poi si prenda l’onere di aprirla, di pagarne le spese e di assumersene le responsabilità. Perché è semplice fare come si è sempre fatto. Noi siamo pubblici per passaggio e privati per oneri”.
A passare (a piedi e in bici) soprattutto studenti e lavoratori che vanno in stazione. “Non siamo mai stati contro il passaggio, né contro gli studenti o chi va al lavoro, non chiediamo che la strada resti nostra, ma se è strada di passaggio e pubblica, allora la si metta in sicurezza e la si utilizzi come tale. Se è privata, e sotto la nostra responsabilità, allora la si chiuda”.
Ancora ci si addentrano i mezzi di carico e scarico terra: “La foto che vi mando è di qualche settimana fa. C’erano un camion e un escavatore. Sono venuti a prendere la terra e se ne sono andati”.
Non sarà semplice decidere che fare di quel pezzo di terra che congiunge via Aroldi con viale Mazzini. Per farne una strada vera e propria bisogna risolvere i problemi legati all’immissione sul viale, più alta sul piano della strada. E poi c’è quello stop a fianco del deposito delle biciclette della stazione.
Ma una risposta alle 7 famiglie che vivono qui (sei in verità, una ci viene solo in periodo estivo e festivo) andrà data. Prima o poi. Dopo 36 anni, fossero pure e solo 6 famiglie, ne hanno tutto il diritto.
N.C.