No al Consiglio sul Busi. CNC
"La questione andrà affrontata"
Intanto però restano da determinare "Quali sono le competenze dei consiglieri comunali - si chiede CNC - rispetto alla Fondazione Busi, che è e resta patrimonio della città? Cosa può fare un consigliere comunale rispetto alla fondazione? Qual'è la sua competenza?"

Il Consiglio Comunale sulla Fondazione Busi, incentrato sulla “Presentazione ed analisi degli elaborati tecnici redatti dai professionisti incaricati dalla Fondazione Busi, nonché della valutazione del parere fornito dall’organo di vigilanza della Fondazione in merito ai lavori di ristrutturazione dello stabile ex Turati e conseguenti provvedimenti presi dal CdA della Fondazione” non si farà. Almeno al momento.
Partiamo da questo dato di fatto – la risposta negativa, seppur estremamente garbata nei toni e motivata – del presidente del Consiglio Comunale Pierfrancesco Ruberti. Secondo le parole dello stesso presidente l’argomento non sarebbe di competenza del Consiglio Comunale. Ma non si arrende CNC. Prima o poi i nodi verranno al pettine e della Fondazione Busi, delle competenze dei consiglieri comunali rispetto all’ente e dei lavori dell’ex Turati se ne dovrà in qualche modo parlare. Perché “Il Busi è patrimonio della città e i consiglieri comunali hanno tutto il diritto di chiedere documentazione e di chiedere rendicontazione. Non ci si può nascondere dietro la non competenza dei consiglieri comunali”.
Riconvocheranno il Consiglio Comunale, di fatto proprio a partire dalle considerazioni fatte dal Presidente del Consiglio Comunale Pierfrancesco Ruberti che ha lasciato comunque aperto un portone e che si è detto disponibile a “Richiedere al presidente della Fondazione un incontro, concordandone con i capigruppo le modalità e i tempi, tenendo in seria considerazione le vostre richieste. Sono convinto che sia utile per informazione, come già accaduto in passato, che in Consiglio Comunale si possa avere un generale ritorno dell’andamento delle attività della Fondazione, considerando anche la situazione pandemica attuale, concordando con voi che al primo posto ci deve essere lo stato di benessere dei residenti e del personale”.
Intanto però restano da determinare “Quali sono le competenze dei consiglieri comunali – si chiede CNC – rispetto alla Fondazione Busi, che è e resta patrimonio della città? Cosa può fare un consigliere comunale rispetto alla fondazione? Qual’è la sua competenza?”.
CNC ha preso atto della risposta negativa alla convocazione del consiglio Comunale sul Busi e convocato ieri una conferenza stampa in cui la vicenda è stata ricostruita dall’inizio.
“Il 26 marzo 2019 – hanno spiegato ieri – vi fu la prima richiesta di documenti attestanti la rendicontazione economica dei lavori di ristrutturazione del palazzo Turati da parte dell’allora consigliere di CdA Fabrizio Vappina. Non vi fu mai risposta.
Nel consiglio comunale convocato sul Busi il 8 aprile 2019 non furono indicati i numeri, tantomeno la precisa rendicontazione, ma solo generici riferimenti ad una – naturale – lievitazione dei costi. Con l’insediamento del nuovo cda arrivarono le promesse di verifica dal parte della neo presidente.
Il 31 gennaio 2020, non pervenendo alcuna notizia di attività di verifica, vi fu la richiesta di atti da parte del gruppo CNC, a firma di Pierluigi Pasotto, inidirizzata all’allora direttore Dr. Marini e alla nuova Presidente, Dr.ssa Bozzetti.
La risposta arrivò 5 mesi dopo, il 18 maggio 2020, negativa. I motivi del rifiuto: non era ritenuto ammissibile l’accesso agli atti civico; non era ritenuto legittimato quale consigliere comunale in quento lo stesso “non ha un particolare diritto di accesso agli atti in quanto oggi è da ritenersi insussistente il controllo del Comune sulla Fondazione”. Richiamando le linee guida ANAC inoltre, il presidente motivava che “le attività di pubblico interesse per le Fondazioni privatizzate sono solo le attività sanitarie e socio sanitarie in regime di accreditamento”. In pratica, le attività sanitarie e socio sanitarie potevano essere illustrate, i conti no.
Il consigliere Pasotto replicò a tale rifiuto reiterando l’istanza. Il 22 giugno 2020 vi fu l’ennesima risposta negativa con la quale la presidente affermava che la Fondazione Busi in quanto ente privatizzato è tenuto alla trasparenza solo per le attività riferibili alle attività sanitarie e tra queste non rientrano le attività immobiliari relative al patrimonio privato dell’ente. Vi era poi un richiamo all’opportunità di “chiamare in causa, quale organo di controllo interno indipendente, l’Odv, che il modello di organizzazione ci impone ed al quale lei potrà sin d’ora fare riferimento”.
A questo Odv la minoranza ha ritenuto di poter far riferimento tramite il consigliere Tascarella (nel frattempo nominato componente del cda Busi) il quale ha atteso l’elaborazione del parere sulla questione. Anche questa opportunità non è stata concessa, l’elaborato non è mai stato formalmente presentato e discusso avanti al cda.
Il gruppo ha quindi ritenuto di dover convocare il consiglio comunale su questi temi, in particolare, la convocazione era così motivata: “l’argomento appare di evidente competenza consiliare sotto il profilo della corretta determinazione delle facoltà di accesso attribuite ai consiglieri comunali rispetto alla Fondazione Busi” .
Date le risposte al consigliere Pasotto, infatti, pareva evidente che l’esigenza è divenuta quella di chiarire quali sono i poteri di accesso da parte dei consiglieri comunali.
Inoltre si richiamavano nella convocazione “la rilevanza pubblica attribuita all’argomento documentata dai precedenti incontri pubblici sul tema dei lavori di ristrutturazione, per la esigenza in generale avvertita dalla cittadinanza di avere una corretta informazione sui costi sostenuti e sulle modalità di affidamento e gestione dei lavori di ristrutturazione di palazzo Turati alla luce della destinazione dello stesso ma con un evidente travisamento del motivo della convocazione.
Il Presidente ha rigettato la richiesta ricordando che il consiglio comunale delibera per sua competenza “solo” nella nomina del CDA e del revisore dei conti per espressa previsione dello Statuto della Fondazione, e che, nella nomina del Consiglio d’Amministrazione, è salvaguardato espressamente il ruolo delle minoranze consiliari a cui è riservato un membro del CDA, il quale ha tutte le facoltà di controllo, decisione, accesso e conseguente vincolo di riservatezza, connaturato alla funzione.
Le facoltà di controllo, decisione, accesso attribuite al consigliere di amministrazione Tascarella sono state disincentivate mediante la prospettazione di non meglio precisate azioni per rivelazioni di atti di ufficio manifestando l’intenzione di istituire vincoli di riservatezza su non meglio precisati argomenti.
I formali riferimenti normativi opposti per non fornire i dati non eliminano la contraddizione di un comune che nomina cda e revisori e poi in nessuna forma può ottenere i dati su lavori eseguiti su un edificio storico, per la realizzazione del punto prelievi inaugurato alla presenza del Sindaco.
A prescindere dalla future iniziative la domanda è semplice: se non sono emersi profili di illecito, perchè tale ostinazione a tenere celata la rendicontazione dei lavori su Palazzo Turati?”.
Un consiglio verrà riconvocato. “Parlare di quella relazione sui lavori dell’ex palazzo Turati è un atto di trasparenza – ha concluso CNC – e la fondazione è un patrimonio di tutta la città. Noi abbiamo preso un impegno con famiglie e dipendenti, ed è un impegno che porteremo sino in fondo”.
N.C.