Ambiente

Federazione, Bordiga: "Chiese,
no a progetti di utilizzo per reflui"

"Sul principio basilare NON DEROGHEREMO: il bacino idrografico del Chiese, indipendentemente del tratto coinvolto, non può essere considerato un corpo recettore di scarichi fognari di altri bacini, di altri territori"

No a qualunque progetto che veda il fiume Chiese ‘depositario’ della depurazione di altri bacini. Non cambia idea la Federazione del Tavolo delle Associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro, federazione di associazioni che coinvolge anche associazioni di Acquanegra, Canneto sull’Oglio e Asola. A chiarirlo in una nota il presidente, Gianluca Bordiga, che chiama tutti alla massima attenzione per tutelare il fiume ed il suo lago d’Idro.

Il 13 aprile – scrive la Federazione – la società Acque Bresciane srl, incaricata dalla Autorità d’Ambito Ottimale della Provincia di Brescia, ha pubblicato la sue nuove ipotesi progettuali per ristrutturare la depurazione dei reflui fognari dei Comuni in sponda bresciana del Lago di Garda, presentando due ipotesi: la prima prevede sempre la realizzazione di due impianti a Gavardo e a Montichiari, la seconda è la novita che non era poi una novità di un unico impianto da realizzare a Esenta di Lonato del Garda ma con lo scarico sempre nel bacino del Chiese.

La Federazione delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago D’Idro è pronta ad affrontare anche la più difficile situazione in merito a questa ipotesi di trasferire nel Chiese la depurazione gardesana, cioè quella di una dispersione del fronte unito di opposizione ad ogni ipotesi di scaricare nel Chiese questa depurazione, fronte unito che s’era creato quando nel 2019 presentarono il primo progetto, e purtroppo dei segnali in questo senso li abbiamo già letti ieri sulla stampa, ma capiremo meglio nei prossimi giorni.

La scrivente Federazione già nel settembre 2020 ha conferito incarico allo Studio legale Marcinkiewicz-Patelli-Tumbiolo & Associati, tra i massimi esperti in materia amministrativa e ambientale, proprio per essere pronti ad affrontare al meglio la situazione che adesso inizia, ovvero il nuovo iter sulla base delle nuove ipotesi progettuali che vorrebbero scaricare nel Chiese questa depurazione.

Noi pensiamo e agiamo ancorati ad un principio etico, che è componente essenziale del felice processo culturale stesso della nostra organizzazione unitaria di valore antropologico: “il bacino idrografico del Chiese, ovvero ogni suo tratto, VA DIFESO E SALVAGUARDATO CON UGUALE INTENSITA’ SEMPRE E DINANZI AD OGNI PROBLEMA”.

Non possono pertanto esistere applausi, e nemmeno comprensioni particolari, per un concetto come quello espresso in queste ipotesi progettuali che vorrebbero TRASFERIRE NEL CHIESE LA DEPURAZIONE DI UN DIVERSO BACINO IDROGRAFICO, per altro straricco anche economicamente, quindi nella potenzialità di poter studiare e progettare ogni progetto dentro il proprio bacino, risparmiando danni e tribolazioni e rabbie alle genti di un altro territorio che non ha alcuna naturale connessione con quello di cui trattasi.

La scrivente Federazione, per una chiara etica comportamentale coerente col rispetto per il suo bacino idrografico e quindi per la sua gente tutta, non pubblicherà pertanto nulla di altre entità che non siano portatrici di chiare intenzioni unitarie nel senso della salvaguardia assoluta di ogni tratto del Chiese e del suo lago d’Idro.

Ora la scrivente Federazione sta studiando la situazione concreta che è in atto con la pubblicazione delle due intenzioni progettuali, si vede già bene che coloro che vogliono riuscire a scaricare nel Chiese la depurazione bresciana del Garda stavolta, accortesi delle debolezze concettuali del primo progetto, e il che la dice lunga sulla logica e quindi sulla giustezza del concetto invasivo, stavolta hanno inserito la modalità dei tre tavoli di confronto quale tranello per far sentire importanti gli oppositori, e qualcuno forse ci sta cascando; ma noi no!

Sul principio basilare NON DEROGHEREMO: il bacino idrografico del Chiese, indipendentemente del tratto coinvolto, non può essere considerato un corpo recettore di scarichi fognari di altri bacini, di altri territori.

Cari abitanti dei Comuni bagnati dal Chiese, e cari tutti coloro che condividono questo nostro principio etico di salvaguardia ambientale, NOI FEDERAZIONE CI APPELLIAMO A TUTTI VOI AFFINCHE’ VI UNIATE CON NOI IN QUESTA BATTAGLIA SACROSANTA IN DIFESA DEL CHIESE E DELLA SUA DIGNITA’ TERRITORIALE.

Servirà il massimo di unità, fateci sentire in ogni modo la Vostra presenza insieme a noi“.

La Federazione del Tavolo delle Associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro è un’organizzazione unitaria di 19 formazioni sociali no-profit esistenti dalla sorgente alla foce del fiume Chiese, che fanno attività di difesa dell’ambiente sull’asta dei 160 chilometri del bacino imbrifero stesso, che attraversa 2 Regioni e 3 Province e bagna 30 Comuni, le quali unitesi sotto la forma federativa agiscono per rigenerare il deflusso ecologico in ogni tratto del fiume e per consolidarlo nel suo lago D’Idro, che del fiume ne è un rilassamento morfologico, e per proteggere l’intero bacino imbrifero da ogni inquinamento.

Per contatti: acqua.del.chiese.che.unisce@gmail.com

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