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La Diotti e le mascherine. Lorenzo: "Deluso da chi non ci ha difeso"

“Due ragazzi di terza si sono messi a giocare con le mascherine consegnate loro dalla scuola, “decorandole” e ritagliandole, una di quelle cretinate che alla nostra età credo possano ancora essere permesse. Invece tutti gli studenti sono stati dipinti come “no mask”, aggiungendo che “se la nostra patria è in mano a noi siamo messi male”.

CASALMAGGIORE – Non ci sta Lorenzo. Studente alla Diotti di Casalmaggiore, con una lettera, precisa che i suoi compagni non sono scalzacani come qualcuno li ha dipinti. Il tema è finito al centro di pagine di cronaca nazionale perché le mascherine antiCovid da utilizzare in classe diventavano, stando ai resoconti, oggetto di divertimento, da ritagliare e colorare, anziché strumenti, appunto, importanti a livello sanitario. “Qualcuno, dopo avere letto gli articoli – spiega Lorenzo – pur non sapendo come stanno veramente le cose, si è permesso di insultare non solo noi studenti, ma anche i nostri genitori e il personale scolastico”.

Da qui la volontà di dare una propria versione dei fatti: “Due ragazzi di terza si sono messi a giocare con le mascherine consegnate loro dalla scuola, “decorandole” e ritagliandole, una di quelle cretinate che alla nostra età credo possano ancora essere permesse. Invece tutti gli studenti sono stati dipinti come “no mask”, aggiungendo che “se la nostra patria è in mano a noi siamo messi male” e che siamo una generazione concentrata sui selfie e sciocchezze varie”. Senza la possibilità di una replica o senza ascoltare l’altra campana, secondo Lorenzo.

“Ma ancora più vergognoso – aggiunge lo studente di terza media – è il comportamento dei cittadini casalaschi che attraverso i social si sono permessi di insultare: noi alunni che rischiamo una nota se al cambio dell’ora ci abbassiamo due secondi la mascherina; i nostri prof sull’orlo dell’esaurimento per gli sforzi disumani che fanno nel loro lavoro, cambiato enormemente per colpa di questo Covid; i nostri genitori dicendo che sono incapaci di trasmettere l’educazione ai loro figli. Rimango deluso anche da quelle persone che dovevano difenderci e proteggerci ma non l’hanno fatto”.

“Con questa lettera – conclude lo studente – voglio dire a tutte queste persone che cercano di insegnare agli altri quello che non sanno fare loro, che parlano senza conoscere la verità e si credono superiori a tutti, stando dietro uno schermo, di rifletterci e pensare se la figura dei “pirla” e dei vergognosi irresponsabili non l’abbiano fatta loro parlando di quello che non sanno e criticando gli errori altrui, magari nascondendo i propri. Non scrivo questa lettera solo per difendere i miei compagni e il loro comportamento ma soprattutto per denunciare la superficialità delle persone che ci hanno giudicato senza riflettere su quanto questa maledetta pandemia ci stia togliendo. E credo che il compito di una società sia di difendere i propri figli”.

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