Cronaca

La tragedia della gelosia: ricostruite le ultime ore di Roberto Arcari e Nadiya

La relazione tra i due era finita da qualche tempo: Roberto però non si era rassegnato e così, dopo sei mesi trascorsi proprio a Peniche sul proprio camper (ma Roberto a Cingia era tornato la scorsa estate e a Barcellona pare non andasse da un po’), aveva deciso di incontrare la donna.

CINGIA DE’ BOTTI – Si è fatta luce nelle ultime ore sulla morte di Roberto Arcari, classe 1956, e della sua ex compagna Nadiya Ferrao, ucraina di origine ma coniugata con un uomo portoghese: la pista dell’omicidio-suicidio, da subito considerata come la più credibile dagli inquirenti portoghesi, sembrerebbe confermata dalla dinamica ricostruita con maggiori dettagli.

Roberto, originario di Cingia dè Botti ma che da qualche anno era domiciliato a Barcellona, era molto conosciuto proprio nel Casalasco perché era stato, prima della pensione, infermiere presso la Casa di riposo Fondazione Germani del paese e perché è stato calciatore a livello dilettantistico e successivamente allenatore proprio del Cingia nel settore giovanile e poi negli Amatori. Aveva un’altra passione, quella per i camper e dunque per i viaggi.

Proprio sul suo camper si sarebbe consumato l’omicidio-suicidio, con l’uomo che avrebbe prima sparato alla ex compagna, più giovane di lui di 9 anni e sposata con un uomo portoghese (la donna su Facebook si era iscritta col cognome del marito, Ferrao appunto) e poi si è tolto la vita. Stando a quanto è emerso, tutto è avvenuto lunedì anche se la notizia in Italia è trapelata soltanto giovedì: del resto il cadavere di Roberto è stato trovato soltanto il giorno dopo l’episodio violento, quando un passante ha notato chiazze di sangue dai portelloni del camper, posizionato in un’area panoramica di Peniche, località costiera vicina a Lisbona. Nadiya, invece, era ancora viva, nonostante il colpo a bruciapelo, e dopo l’allarme partito prontamente dal passante è spirata al termine del trasporto in ospedale: avrebbe anche tentato la fuga, il che spiega le chiazze di sangue sparse sul camper, perdendo però le forze.

La relazione tra i due era finita da qualche tempo: Roberto però non si era rassegnato e così, dopo sei mesi trascorsi proprio a Peniche sul proprio camper (ma Roberto a Cingia era tornato la scorsa estate e a Barcellona pare non andasse da un po’), aveva deciso di incontrare la donna, che lavora in una fabbrica di lavorazione del pesce del posto, per convincerla a tornare insieme. E’ andato a prenderla al lavoro e i due hanno parlato, dopo essersi spostati in camper nel punto panoramico dove poi, probabilmente dopo una lite, la tragedia si è consumata. Cingia, dove Roberto viene ricordato come persone schiva e riservata, è sotto choc.

Giovanni Gardani

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