Cronaca

Tenda di Cristo: le parole del sociale che a Rivarolo del Re trovano vita

Casa Paola è una comunità abitata dalla fragilità, come opzione fondamentale: Padre Francesco richiede a tutti di restare poveri nei mezzi, nelle risorse, nelle pratiche e nei processi perché solo così la Provvidenza trova gli spazi per agire. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

'Fragilità' - Markus Spiske

RIVAROLO DEL RE – Un progetto che parte dall’analisi del territorio, e del cosiddetto punto di non ritorno demografico, per provare a trovare una soluzione. Nella consapevolezza che solo facendo rete – anche adesso che la pandemia impone il distanziamento sociale – si possono ottenere risultati. Un progetto, quello che vede come capofila la Tenda di Cristo di Padre Francesco Zambotti a Rivarolo del Re, col sostegno dell’associazione Amici della Santa Federici e di Avis di Commessaggio, curato da Rudy Vernizzi e che ha ottenuto 24mila euro di finanziamento da Regione Lombardia all’interno del bando legato al volontariato 2020 intitolato “Sostegno di progetti di rilevanza locale promossi da organizzazioni di volontariato o associazioni di promozione sociale”.

“Legami che fanno comunità”, questa la parola chiave: e allora si parte dalla consapevolezza che nei tre comuni associati – Rivarolo del Re, Casteldidone e Spineda – il calo demografico anno dopo anno è stato quasi incessante così come sempre più importante è l’incidenza della popolazione ultra 65enne. Il famoso punto di non ritorno demografico, favorito dal fatto che sono sempre di più le famiglie senza o con pochi figli. Da qui l’idea di partire con un lavoro di squadra, che coinvolga – oltre ai comuni – anche il Consorzio Casalasco dei Servizi Sociali, l’Istituto Comprensivo scolastico Marconi e le Pro Loco, con progetti di comunità che partano da luoghi simbolo dei nostri paesi, come piazze, cortili, cascine e scuole, veri e propri punti di aggregazione che sono anche un rimando alla nostra storia.

Così ecco l’idea del cosiddetto “spazio-pensiero”, un luogo dove progettare la cultura, dove incontrarsi e ascoltarsi come cittadinanza attiva, pensando ad uno scambio inter-generazionale perché vi siano assieme un ricambio e la possibilità di tramandare le tradizioni. Inoltre si è pensato alla creazione di un luogo virtuale che sia un “portale internet aperto” per lo scambio intergenerazionale, appunto, e interculturale – coinvolgendo anche le comunità straniere, che in media formano il 13% della popolazione – mettendo in conto pure un archivio di testimonianze audio, video e fotografico e laboratori digitali per raccogliere memorie biografiche, dare visibilità ai simboli del territorio e coinvolgere enti e associazioni che da anni operano sul territorio, dunque lo conoscono in tutte le sue sfumature.

A questo aggiungiamo l’assunzione part time di un operatore di rete nei comuni dell’Unione Foedus che partecipi alla mappatura dei punti di comunità istituzionali ma anche informali (i barbieri o i bar, ad esempio), che spesso sono stati, oltre la burocrazia, l’àncora di salvezza anche nella pandemia; e laboratori di cittadinanza simili a quelli – tra sfilate e lavori manuali – che già si tengono con la Festa dei Popoli a Casa Paola. Tutto è partito dal lavoro svolto alla Tenda di Cristo con persone via via inserite nella società e con sempre maggiore autonoma, pensando così di ampliare questo percorso.

Di seguito riportiamo il pensiero integrale di Rudy Vernizzi, collaboratore della Tenda di Cristo. “Nel cosiddetto Welfare di Comunità (una delle ultime frontiere delle teorie sociali) le parole-chiave quali “lavoro di rete”, “interoperabilità”, “equipe multiprofessionali” sono ormai divenute deimantra che ribadiscono quanto sia obbligatorio lavorare insieme. In questo periodo di epidemia sanitaria che sta provocando infezioni altrettanto gravi all’interno dei punti di comunità in cui viviamo ed operiamo, perché non raccontare una storia bella che è già a lieto fine? Ovvero l’incrocio della tenacia, della professionalità spesa a servizio della capacità di speranza di molti operatori del casalasco?

Stiamo parlando dei “legami che fanno comunità”, i più veri, i più forti perché frutto dell’impegno concreto di chi li vive con passione. E così le persone che provengono dalle “periferie dell’umano”, come dice Padre Francesco Zambotti fondatore dell’Ass. La Tenda di Cristo, sono primariamente accolte e ascoltate in un atteggiamento di attesa: i traumi da cui sono afflitte necessitano di tempi e spazi di rielaborazione. A Casa Paola nessuno “fa fretta” e con pazienza si aspetta che sulla terra bruciata dalla violenzae dai drammi, rinascano i germogli della volontà di riguardare all’orizzonte. Quando possibile poi, gli ospiti vengono accompagnati verso processi di autonomia… percorsi oggi molto difficili, ma possibili grazie al tessuto di relazioni efficaci che nel tempo è andato costruendosi.

Nasce spontaneo il desiderio, allora, di dire “Grazie di cuore”, al Sindaco e all’Assistente Sociale del Comune di Rivarolo del Re, agli Operatori del Concass, al CSV Lombardia Sud. “Grazie di cuore” agli operatori economici, alla Dirigenza e a tutto lo staff della Pomì (Consorzio casalasco del Pomodoro), risorsa “terapeutica”per queste persone, che nel lavoro si ritrovano spontaneamente a rigenerare futuro; agli agricoltori della zona. “Grazie di cuore” agli enti di formazione, all’Agenzia Energheia di Casalmaggiore, a Mestieri Lombardia (Sol.Co) di Cremona, al C.P.I.A. di Casalmaggiore che con pazienza, si prodigano per la loro formazione.

Quante persone in questi anni stanno attraversando questa maglia di legami resilienti, incamminandosi nuovamente verso la Speranza!! Certo, non è facile! Abbiamo sperimentato, però, che l’impossibile può diventare realtà lavorando INSIEME, ed investendo “per fede” in ciò che a volte è invisibile. Casa Paola è una comunità abitata dalla fragilità, come opzione fondamentale: Padre Francesco richiede a tutti di restare poveri nei mezzi, nelle risorse, nelle pratiche e nei processi perché solo così la Provvidenza trova gli spazi per agire. E “Grazie di cuore”anche a tutti coloro che in qualsiasi modo contribuiranno come potranno…”.

redazione@oglioponews.it

 

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