Andrea Assoni, attacco a CNC: "Palazzetto o palestra, la stessa logica sbagliata"
In tutto questo chi è passato in secondo piano sono proprio i bambini. A loro, dunque alla scuola, serve una palestra senza posti a sedere o parcheggi e serve verde attorno, tutto il verde possibile
CASALMAGGIORE – Chiamarla palestra al posto di palazzetto non cambia la sostanza: ai bambini uno ‘scatolone’ sia nella versione ‘oversize’ da 1200 posti promossa dall’amministrazione comunale sia nella versione ‘small’ da 400 posti promossa dal gruppo d’opposizione CNC non serve. E intanto che il NO al palazzetto oltrepassa le 1200 firme raccolte è Andrea Assoni a spiegarne i motivi.
“Premettendo che non siamo favorevoli a nessun palazzetto oggi faremo la nostra proposta”, così avevano esordito i gruppi dell’opposizione rispetto alla questione palazzetto nel Parco Marconi e lo hanno ribadito anche nell’ultima conferenza stampa.
E allora la proposta che hanno poi fatto che cos’è? Un palazzetto da 400 posti anziché 1200. Qui però i numeri non devono trarre in inganno. Si, perché, uno può pensare “Beh, 400 è un terzo di 1200, così va meglio”. Ma non è proprio così, l’impatto di una costruzione da 400 posti non sarà pari a 1/3, o poco più del 30% se preferite, rispetto al progetto da 1200 posti (e già 1/3 sarebbe comunque un danno devastante per l’area), sarà comunque ben di più perché le strutture accessorie vanno comunque fatte, cioè strade e parcheggi.
E siamo punto e a capo. Faccio notare che nella mappa da loro presentata queste aree non le hanno segnalate, così uno vede solo il palazzetto e non pensa al resto, le immagini si imprimono meglio che le parole.
Dicono che a loro non è piaciuto come il sindaco si sia nascosto dietro ad un progetto del 2013 dell’amministrazione Silla, un progetto che ora pare superato. E’ evidente che dal quel progetto non hanno preso adeguatamente le distanze perciò ora è inutile che si lamentino se qualcun altro ne approfitta.
Faccio anche notare che se quel progetto dopo soli 7 anni pare già superato, allora, per forza di cose, lo era già quando l’hanno pensato nel 2013. Riportano, inoltre, che il progetto della scuola alla fine degli anni ’90 era concepito in 3 lotti, 2 dei quali realizzati e solo per mancanza di fondi non si è fatto il terzo.
Cioè in pratica è solo per miracolo che quell’area si è in parte salvata. Sostengono, infine, che l’ubicazione della scuola fu una scelta sbagliata, “C’era un posto migliore dove fare la scuola? Sicuramente si, ma ormai è qui non ci si può fare nulla”. A parte, ovviamente un palazzetto da 400 posti e relativi parcheggi, come propongono. E questo è un modo ben curioso di ragionare: pensiamo che la direzione sia quella sbagliata ma andiamo avanti comunque.
Non è un ragionamento, praticamente è una coazione a ripetere. In merito alla questione parco e palazzetto ho sostenuto che si propongono soluzioni figlie di vecchie logiche, sempre quelle, che si perpetuano da decenni.
E infatti dapprima un progetto che si ispira ad un altro del 2013, e poi un’altra proposta a sua volta ripresa da un altro progetto di vent’anni fa. Ma in questo caso fare i profeti era davvero molto facile. A questo punto mi chiedo: ci saranno mica altri progettini negli archivi comunali? Magari anche più datati. Tanto a questo punto…
In tutto questo chi è passato in secondo piano sono proprio i bambini. A loro, dunque alla scuola, serve una palestra senza posti a sedere o parcheggi e serve verde attorno, tutto il verde possibile. E poiché la scuola in effetti non la possiamo spostare la palestra scolastica dovrà essere fatta li a loro esclusivo uso e consumo, perché loro hanno la precedenza. Senza pensare a palazzetti più o meno grandi con tanto di parcheggi, ché i bambini di robe così non sanno proprio cosa farsene.
Poi c’è l’esigenza di una palestra per le società sportive, non ho mai sentito nessuno sostenere il contrario. Ma schiodiamoci dal Parco Marconi! Spremiamoci le meningi e pensiamo a quale area dismessa o da valorizzare potrebbe ospitarlo. Smettiamo di pensare che non esita null’altro che quel Parco come fossimo sotto ipnosi, smettiamola di tirare fuori progetti obsoleti dagli archivi comunali e di ripetere “tanto ormai” come fosse un mantra. In questo modo, oltre a far danni, non andiamo da nessun’altra parte”.
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