Solidarietà

Suor Maria Buongiorno, la Provvidenza e l'aiuto (che le potremmo dare)

Niente più offerte, mentre le spese aumentano perché i presidi costano e tranne Croce Rossa e pochi altri, qui di mascherine in dono non ne sono arrivate

CASALMAGGIORE – Forse pensa alla provvidenza suor Maria, e di certo non è abituata a lamentarsi. Forse non vorrebbe neanche che scrivessi questo pezzo, ma anche la sua strada è ricca di gente caparbia e cocciuta che non sempre le dà ascolto.

C’è il Covid fuori e dentro ci sono i suoi ragazzi. Li ha protetti, isolandoli dal resto del mondo nel periodo di maggior tempesta, chiudendo le porte ad ogni esterno che non fosse il personale che lì vi lavora. Si è presa cura dei ragazzi, che sono tutti suoi figli – anzi figliuoli come direbbe lei – e continua a farlo. Con una forza, un coraggio, una gioia e un ottimismo che fa, di una donna minuta un gigante. E’ l’amore che la fa grande, e bella, con due braccia che ti avvolgono sempre (le riesce anche con noi ‘oversize’) e in cui ti senti amato. Uno straordinario esempio di vita.

Un po’ di preoccupazione c’è, inutile negarlo. Niente più feste, niente più aperture al mondo esterno, niente più volontari che vanno e vengono portando un po’ di leggerezza in quella casa in mezzo al verde che accoglie ragazzi con problemi più o meno gravi, handicap più o meno seri. Niente percorsi individualizzati per ognuno, perché ognuno di quei ragazzi è un essere straordinario ed unico.

Niente più offerte, mentre le spese aumentano perché i presidi costano e tranne Croce Rossa e pochi altri, qui di mascherine in dono non ne sono arrivate.

Dovranno rinunciare a qualcosa i ragazzi. Stanno già rinunciando a tanto perché la socializzazione ed il contatto esterno è per loro linfa vitale, da sempre. Dovranno rinunciare ad altro. Quasi sicuramente – e per ragioni economiche – al corso di musicoterapia che li aveva fatti tanto stare bene. La parmense Paola Mangiarotti (un diploma alla scuola di specializzazione in musicoterapia di Assisi, un’insegnante davvero speciale) sul lavoro con quei ragazzi ci ha fatto la tesi. Ed ha parlato di loro. La musica può essere uno strumento sublime. Non per guarire nel corpo, ma per comunicare, per essere, per sorridere e per vivere. Per arginare una qualche ferita dell’anima. Una ragione in più quantomeno. Il corso precedente si è fermato col sopraggiungere del virus.

Forse pensa ancora alla Provvidenza suor Maria. Ma la provvidenza ha bisogno di mani e braccia, di fondi e cuore. Ha bisogno di visi e volti, di aiuto umano. E forse non avrebbe voluto che scrivessimo questo articolo. Lei non ce lo ha domandato, e noi non glielo abbiamo chiesto. Ma qualcosa andava fatto, e va fatto. Un piccolo gesto per chi, e ormai da tanti anni, si dedica con assoluta dedizione a tanti figliuoli, a tante anime.  Qualcosa per chi come lei, alla comunità ha dato tutta se stessa. Non sappiamo se il paradiso poi esista davvero. Ma è su questa terra che possiamo rendere il cammino di tante anime un po’ più lieve.

Pensa alla Provvidenza suor Maria. Noi pensiamo a lei, che ne ha bisogno davvero.

Nazzareno Condina

 

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