Cronaca

Angelo Martani, ora puoi riposare in pace: la cerimonia (che meritavi)

Quello che hai lasciato in questa terra continua ad andare avanti. Questa la lezione più grande che hai lasciato ai posteri. I tuoi affetti più cari, i tuoi soldati, le tue amicizie, le tue conoscenze sono ancora qui

CASALMAGGIORE – Ora puoi riposare in pace, caro Angelo Martani. Oggi, al cimitero, c’erano davvero tutti. Tutti ti dovevano qualcosa perché – come ha ricordato l’abate mitrato di Santo Stefano don Claudio Rubagotti, tu c’eri sempre per chi aveva bisogno di te, senza guardare all’uno o all’altro, senza farti troppe domande. C’eri dove servivi. Con la Croce Rossa, con la Protezione Civile, a fare da gran cerimoniere nelle manifestazioni importanti, nelle rievocazioni, alla guida dei tuoi giovani bersaglieri.

Al cimitero di Casalmaggiore c’era la Croce Rossa, con le crocerossine e il suo presidente Rino Berardi, c’era la Protezione Civile cittadina, c’erano una 20ina di labari delle associazioni combattentistiche cremonesi ed emiliane. C’era l’ANPI casalasca con Giancarlo Roseghini. C’era il sindaco Filippo Bongiovanni, con la fascia tricolore. C’era la tromba di uno dei tuoi ragazzi a far risuonare nella luce del sole le note del silenzio.

Ora puoi riposare in pace Angelo. Te ne eri andato il 20 marzo di quest’anno, vinto dal Covid all’ospedale di Mantova. Te ne eri andato quasi in silenzio e di gran fretta, tu che di fretta non ne hai mai avuta perché – come quelli che ti han preceduto, e penso al ‘generale’ Antonio Baroni – gli amanti del cerimoniale non corrono mai, non hanno mai fretta. Eri stato sepolto alla svelta, perché a marzo il virus ci aveva tolto pure la possibilità di piangere i nostri cari.

Corriere per una vita poi in pensione, sempre al fianco di tua moglie Oriele e di tuo figlio Milo. Ma sempre al fianco dei tanti che hai frequentato e ti hanno conosciuto. A fianco dei tuoi ragazzi, quelli dell’associazioni Armi e Bandiere, oggi schierati e guidati da Marco Penotti. Qualche piccola incertezza il cerimoniale l’ha avuta ma son sicuro se avessi potuto ne avresti sorriso anche tu. Perché poi era questo il tuo più gran pregio. Il sorriso con cui mediavi ed aggiustavi ogni cosa. Il ragazzo tra l’altro, Marco Penotti, sta crescendo e sa guidare il gruppo con una certa abilità. Qualcosa di tuo glielo hai lasciato.

Han parlato bene di te in Duomo. Ma non hanno fatto altro che spiegare quello che sei stato. Non ha dovuto, don Claudio, fare voli pindarici ne inventarsi nulla. Tu eri così. Aperto, solare, disponibile, con una gran voglia di ascoltare, di capire e di fare. Ha parlato di te nell’omelia don Claudio: gran cerimoniere e uomo dalla gentilezza d’altri tempi, qualche volta prolisso, sempre fiero ed orgoglioso. Un combattente degno di quel berretto che portavi come segno distintivo, e non come semplice copricapo.

Anche a Mantova, e da solo, non ne ho dubbi, hai combattuto prima di cedere, prima di essere seppellito in fretta lasciando i tuoi familiari e tutti quelli che ti conoscevano nella più accesa costernazione. Quelli come te Angelo spesso li crediamo eterni, non dovrebbero morire mai e forse non muoiono mai perché continuano a vivere nell’animo di chi ha avuto la fortuna di incontrarli. Oggi l’Oriana, che ancora porta addosso un gran carico di dolore e forse lo porterà per sempre, era fiera. Di tutte quelle voci, di tutta quella gente, di tutti quei volti e come te – esattamente come te nelle trasferte – si è preoccupata al termine dei ragazzi più giovani, di come dovessero arrivare il Duomo, di quelli che doveva prendere con lei. Tu non lasciavi a piedi nessuno. Lei ha il tuo stesso cuore grande.

Ora puoi riposare in pace Angelo Martani. Quello che hai lasciato in questa terra continua ad andare avanti. Questa la lezione più grande che hai lasciato ai posteri. I tuoi affetti più cari, i tuoi soldati, le tue amicizie, le tue conoscenze sono ancora qui. Ed hanno ancora un po’ dei tuoi colori e della tua luce.

Nazzareno Condina

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