RSA Grassi, Angelicchio risponde alle critiche: "Visite, stiamo cercando tutte le strade possibili"
quando le visite in struttura erano vietate dalle disposizioni normative vigenti, sono stati sempre garantiti i sistemi di comunicazione alternativi tra ospite e familiare e, oltre alle video chiamate
VIADANA – Un lungo documento concernente le visite dei parenti alla RSA Grassi di Viadana, una lunga riflessione che cerca di far chiarezza, a firma del presidente della RSA Silvia Angelicchio.
“Solo – scrive la presidente – se ci si sforza di capire la realtà si può intervenire su di essa. Le linee guida per la gestione dell’emergenza epidemiologica Covid 19 presso le strutture per anziani e altri soggetti in condizioni di fragilità, a cui anche la RSA Grassi si è dovuta necessariamente adeguare, sono chiare, inequivocabili. E’ indiscutibile che il benessere degli anziani, di coloro che vivono lontani dai nuclei familiari per motivi di non autosufficienza, sia intimamente collegato anche alla loro sfera emotiva.
Certo ed incontrovertibile che le visite all’ospite anziano hanno un aspetto anche terapeutico, e che l’attuale legame labile con il parente lo logora, rischiando di aggravarne il decadimento cognitivo.
La vicinanza all’ospite anziano è un diritto assoluto, da una parte, e dall’altra un dovere, sempre assoluto, che l’attuale epidemia mondiale ha purtroppo temporaneamente impedito. La possibilità di poter incontrare i propri cari e di alimentare la loro vita relazionale non è mai stata considerata ininfluente sul loro stato di salute e non appena la situazione epidemiologica lo ha permesso, la nostra RSA ha imboccato, con immensi sforzi, la strada che consentisse di riportarci gradualmente alla normalità.
La competenza, la dedizione, ed il senso di responsabilità con cui il Responsabile sanitario Dr Alberti Maurizio, i medici della struttura, le infermiere, le o.s.s., la fisioterapista, gli animatori e tutto il personale in servizio, nessuno escluso, che ringrazio di cuore, sono costantemente intervenuti per contenere il decadimento cognitivo dell’ospite isolato e per consentire, al termine del lock down i percorsi di accesso dei familiari, sono stati esemplari e dispiace che ciò non sia stato recepito da alcuni anonimi familiari che hanno preferito il clamore della stampa anzichè condividere ed affrontare il problema con la direzione amministrativa e sanitaria della Fondazione.
La critica rivolta sulla stampa alla struttura ci consente però di chiarire quanto invece è stato attivato. Durante il lock down, quando le visite in struttura erano vietate dalle disposizioni normative vigenti, sono stati sempre garantiti i sistemi di comunicazione alternativi tra ospite e familiare e, oltre alle video chiamate, sono state sempre fornite agli aventi diritto adeguate e tempestive informazioni sull’andamento clinico dell’ospite.
La nostra struttura ha sempre favorito gli incontri parente / ospite tenendo conto della specificità dell’età dello stesso, delle sue condizioni di salute e delle caratteristiche logistiche della struttura: il tutto, ovviamente, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza imposti dalla Regione Lombardia. Quando l’andamento dei contagi è rientrato ed è stato possibile riprendere le visite, le videochiamate attivate dalla struttura da parte del personale educativo sono state ridotte e oggi sostituite dalla visita in presenza, solo per gli ospiti autosufficienti o trasportabili, che previa informazione e responsabilizzazione in merito ai comportamenti da assumere durante le visite in struttura hanno proseguito l’incontro settimanale con il parente per la durata 15/20 minuti ( come imposto dai protocolli sanitari).
Per gli ospiti non trasportabili è ancora attiva la videochiamata, mentre ai parenti degli ospiti che versano in condizioni critiche o con prognosi riservata, è sempre consentita (su appuntamento) ad un familiare la visita del parente fuori dalla stanza e per la durata di 10 minuti.
Voglio dunque interpretare la critica rivolta alla struttura C.L. Grassi come un invito a migliorare.
Si sappia, che abbiamo presente e seguiamo attentamente il problema che affligge i parenti e l’ospite stesso; un problema che stiamo affrontando per cercare di risolverlo affinche’ ogni parente possa vedere sempre piu’ spesso il proprio parente e tornare ad abbracciarlo.
Abbiamo ben chiaro che la nostra missione e dovere è curare non solo il corpo, ma anche l’anima, la vita dei nostri ospiti”.
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