Furto dell'abbraccio, in arresto a Gonzaga una intera banda: la stessa che ha agito anche nell'Oglio Po?
Sarà anche un caso, ma intanto negli ultimi due giorni nessun reato della medesima fattispecie e con il medesimo modus operandi risulta essere stato commesso in ambito provinciale. E segnalazioni sono giunte anche da Sabbioneta e Casalmaggiore, nel comprensorio Oglio Po. GUARDA IL VIDEO
I Carabinieri di Gonzaga, nella mattinata del 27 agosto, hanno tratto in arresto una intera banda di rumeni composta da due uomini e due donne che si sarebbero resi responsabili di due tentati furti (di cui uno tramutato in rapina impropria) eseguiti con la “tecnica dell’abbraccio”, in danno di due donne anziane di Schivenoglia. Erano circa le 9,00 del 27 agosto, quando alla Centrale Operativa della Compagnia di Gonzaga giunge l’allarme – prontamente dato da una testimone – di quanto stava accadendo, che indicava quale auto di fuga una non meglio descritta Renault Megane nera. Immediatamente è scattato il dispositivo di ricerca da parte di tutte le pattuglie presenti sul territorio della Compagnia che hanno provveduto a controllare non solo le principali arterie ma anche le vie secondarie, spesso preferite dagli autori di reato per garantirsi la fuga. Ed infatti l’equipaggio del NORM di Gonzaga nel transitare in una strada secondaria di Pegognaga, ha intercettato una vettura simile a quella segnalata, con quattro persone a bordo. Immediatamente bloccata, sono stati fatti intervenire altri equipaggi in ausilio. A bordo vi erano quattro rumeni, due uomini e due donne: due diciannovenni, una ventunenne ed una ventiquattrenne, senza fissa dimora sul territorio italiano anche se hanno dato come luogo di domicilio un’abitazione del comune di Cerea (VR).
Sin da subito i quattro, che viaggiavano a bordo della vettura della quale si è accertata sin da subito la genuinità della targa ma comunque intestata ad un soggetto pluripregiudicato che a sua volta risulta aver intestato ben 92 autovetture tutte circolanti e verosimilmente utilizzate da altre bande criminali per commettere reati del genere, si sono dimostrati poco collaborativi esprimendosi esclusivamente in Inglese e riferendo di non comprendere altro idioma, salvo poi restare sorpresi quando ad interrogarli è intervenuto un militare madrelingua inglese con il quale non hanno più potuto trincerarsi dietro il silenzio della non comprensione della lingua, ma hanno badato esclusivamente a dichiararsi estranei ai fatti, sebbene una delle due donne circa due anni fa era già stata arrestata per un analogo fatto.
Sottoposti a perquisizione, risultata negativa proprio perché non sono riusciti a portare a termine i loro intenti criminosi in danno delle due anziane di Schivenoglia che hanno prudentemente reagito e respinto le loro “effusioni amichevoli” (questo grazie anche alla continua campagna di informazione mediatica messa in campo dall’Arma anche in questo periodo di emergenza COVID utilizzando i canali mediatici e profili Social dei Comuni – dove i Comandanti di Stazione si sono prodigati a dispensare consigli contro questo genere di reati) sono stati condotti presso la Caserma di Gonzaga dove al termine degli accertamenti sono stati inequivocabilmente riconosciuti non solo dalle vittime ma anche dai testimoni presenti ai due eventi, quali autori dei tentativi di furto e rapina impropria (una vittima nel tentativo di divincolarsi dall’abbraccio ha avuto dieci giorni di prognosi) e nella serata di ieri sono stati rinchiusi nel carcere di Mantova a disposizione del Magistrato di turno.
Piaga estremamente spiacevole di questa estate post lock down (solo nel mese di agosto diversi fatti del genere si sono verificati in danno di anziani), l’Arma di Gonzaga è riuscita a bloccare questa banda sul conto del quale ora saranno sviluppati tutti gli accertamenti e le indagini per cercare di capire se ci possa essere un legame tra gli eventi commessi in ambito infraprovinciale negli ultimi due mesi e la stessa banda arrestata. Parrebbe che i primi riscontri diano conferme quanto meno sotto il profilo del transito del mezzo sequestrato sotto i varchi di moltissimi comuni non solo del mantovano ma anche del modenese in orari e date compatibili con altri furti commessi con la stessa tecnica.
Sempre il medesimo il modus operandi utilizzato: ad una prima fase di approccio sulla pubblica via della vittima, a cui chiedere informazioni, segue una fase di ringraziamento e contatto fisico, finalizzata alla sottrazione di preziosi orologi, spesso Rolex, ovvero gioielli e collane d’oro, favoriti in questo periodo di gran caldo anche dal fatto che gli indumenti che vengono utilizzati sono meno accollati ed a manica corta. Le vittime individuate sono solitamente persone anziane con addosso monili e/o orologi di pregio: con le auto a loro disposizione, spesso intestate a prestanome come nell’evento in questione, si avvicinano alla vittima, quindi scendono dal mezzo – solitamente le donne – chiedendo informazioni; nel ringraziare, si avvicinano ulteriormente alla vittima e, abbracciandola, riuscivano a sfilare il gioiello o l’orologio.
Qualora venissero acclarate le responsabilità degli arrestati anche in relazione agli eventi sinora commessi nelle suddette aree, il giro d’affari potrebbe aggirarsi in decine di migliaia di euro. Sarà anche un caso, ma intanto negli ultimi due giorni nessun reato della medesima fattispecie e con il medesimo modus operandi risulta essere stato commesso in ambito provinciale. E segnalazioni sono giunte anche da Sabbioneta e Casalmaggiore, nel comprensorio Oglio Po. Il Comandante Provinciale di Mantova ha espresso il suo apprezzamento ai Carabinieri che hanno operato in maniera efficace e immediata e che hanno fornito anche in questo caso una pronta risposta alle costanti richieste di legalità da parte della popolazione.
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