Ambiente

Rivarolo Mantovano e la tutela della biodiversità: un impegno concreto

Si sta lavorando in tal senso ed in collaborazione con l'Associazione apicoltori mantovani alla costituzione di un "museo dell'apicoltura", che raccoglierà un'esposizione permanente di strumentazione storica

RIVAROLO MANTOVANO – Tutelare la Biodiversità non è uno slogan alla moda e nemmeno un tema per romantici o, peggio, per nostalgici. La conservazione della biodiversità è la nostra porta per il futuro, rappresenta la nostra sicurezza alimentare: non c’è vita senza biodiversità e una volta perduta non è recuperabile.

Occorre a tale proposito recuperare una cultura del territorio inclusiva, smarrita negli ultimi decenni a favore dell’esclusività specialistica dettata dal consumismo dilagante. Accettare l’etichetta di consumatori significa infatti porsi acriticamente al di sopra dei processi naturali ed accettare l’insana idea che il cibo sia un prodotto industriale e si possa vivere a compartimenti stagni: le città per gli esseri umani, i campi ridotti a puro strumento produttivo.

Chi di noi ama spingersi oltre il giardino di casa per concedersi qualche camminata salutare, avrà notato che nei campi ci sono sempre meno fiori, meno alberi, meno spazi incolti.
È un dato di fatto che non assistiamo più alla fioritura dei campi, nemmeno a primavera, inesorabilmente falciati anzitempo; è un dato di fatto è che abbiamo perso il piacere di assaporare un frutto colto direttamente dall’albero, perchè non ci sono più alberi da frutto nei nostri campi; è un dato di fatto che non possiamo più sciaquarci le mani nei corsi d’acqua, divenuti ricettacolo di pesticidi e fertilizzanti agricoli.

L’agricoltura è diventata un fatto industriale dove i tempi e i risultati produttivi sono obiettivi da raggiungere a tutti i costi: niente o quasi è lasciato alla spontaneità, nessuna concessione è riservata all’empatia e a volte al buon senso, col risultato che stiamo assistendo alla perdita progressiva della Biodiversità FLOREALE e con essa della Biodiversità ANIMALE, sacrificate nel nome della monocoltura specialistica. Viene da chiedersi: che fine ha fatto la buona “vecchia fattoria”, oggetto di quel motivetto che amavano insegnare ai nostri figli, dove c’era posto per ogni tipo di animale domestico?

L’amministrazione comunale di Rivarolo Mantovano, ha deciso di abbandonare la delega ad altri della risoluzione del problema, rinunciando all’atteggiamento passivo dello “stare a vedere” per provare a “fare qualcosa”. L’obiettivo che si è posta è quello di sensibilizzare gli abitanti nei confronti della progressiva perdita di BIODIVERSITÀ, a partire dalle giovani generazioni che saranno sollecitate didatticamente con azioni formative per ritrovare la necessaria consapevolezza ambientale.

Si sta lavorando in tal senso ed in collaborazione con l’Associazione apicoltori mantovani alla costituzione di un “museo dell’apicoltura”, che raccoglierà un’esposizione permanente di strumentazione storica.

La dichiarazione di COMUNE AMICO DELLE API, adottata nel giugno 2019 dalla Giunta Municipale, con le azioni conseguenti intraprese, riflette infatti la convinzione che occuparsi della salvaguardia degli insetti impollinatori, in generale, e delle api, in particolare, sia lo strumento attraverso il quale operare per dar corso alla tutela della Biodiversità.

Il Comune, a tale scopo, ha definito e sta attuando il Progetto AdA (acronimo di “Amici delle Api”) che prevede la messa a coltura con essenze mellifere di aree incolte, di proprietà pubblica o privata da convenzionare, per oltre 150.000 metri quadrati, a partire da “interventi pilota”.

I tre tipi d’intervento individuati sono stati definiti: STRADA DELLE API, GIARDINO DELLE API, CAMPO DELLE API, già in corso di attuazione rispettivamente lungo la Strada comunale del Ponterotto, nell’Orto sinergico di Cividale e negli incolti della zona artigianale di Rivarolo. Tre interventi pilota, ai quali si vuole dare continuità nel corso del mandato amministrativo, che saranno segnalati e regolamentati da apposita cartellonistica.

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