Salute

Contagi da Covid sul lavoro: in provincia di Cremona sono stati quasi 1.400. 16 le vittime

Secondo Inail, a Cremona ci sono stati il 7,7% delle 18.032 denunce di infortunio da Covid registrate in Lombardia: la nostra provincia è quarta dopo Milano (30,2%), Brescia (15,4%) e Bergamo (13,2%). A livello nazionale sono invece 49.986.

Sono stati 1.390 i contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail in provincia di Cremona alla data del 30 giugno. Di questi, 16 hanno avuto esito mortale. Questi i dati resi noti dall’istituto di previdenza nella mattina di lunedì. Guardando alle fasce d’età, il maggior numero (677) è tra i 50 e i 64 anni. Segue quella tra i 35 e i 49 (491), quindi la fascia tra i 18 e i 35 (203). Ad ammalarsi di Covid sul lavoro sono state soprattutto le donne: 1.050 contro i 340 uomini. Secondo Inail, a Cremona ci sono stati il 7,7% delle 18.032 denunce di infortunio da Covid registrate in Lombardia: la nostra provincia è quarta dopo Milano (30,2%), Brescia (15,4%) e Bergamo (13,2%). A livello nazionale sono invece 49.986.

Dall’analisi territoriale emerge che “più di otto denunce su 10 sono concentrate nell’Italia settentrionale: il 56,2% nel Nord-Ovest e il 24,2% nel Nord-Est, seguiti da Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2,1%)” evidenzia il report diramato da Inail. Concentrando l’attenzione sui contagi con esito mortale, “la percentuale del Nord-Ovest rispetto al totale sale al 58,3%, mentre il Sud, con il 15,1% dei decessi, precede il Nord-Est (13,1%), il Centro (11,9%) e le Isole (1,6%)”.

La Lombardia è, come risaputo, la regione più colpita, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,1%) e il 44,8% dei decessi. Nel dettaglio, “il 30,2% dei 18.032 contagi sul lavoro denunciati nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma con 32 decessi la provincia di Bergamo conferma il primato negativo per i casi mortali, seguita da Milano (22), Brescia (20) e Cremona (16)” si legge ancora nel report. Rispetto alle attività produttive, “il 72,1% del complesso delle infezioni denunciate e il 26,1% dei casi mortali si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale (che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), che insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (Asl) porta all’81,2% la quota dei contagi e al 36,6% quella dei decessi avvenuti in ambito sanitario”.

“Con il 40,6% dei contagi denunciati, oltre l’83% dei quali relativi a infermieri, la categoria professionale dei tecnici della salute si conferma la più colpita dal virus, seguita dagli operatori socio-sanitari (21,3%), dai medici (10,5%), dagli operatori socio-assistenziali (8,7%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%)”. Anche l’analisi dei decessi rivela come “circa il 40% riguardi personale sanitario e socio-assistenziale. Nel dettaglio, l’11,8% dei casi mortali codificati riguarda i tecnici della salute (il 63% sono infermieri), seguiti dai medici (9,3%), dagli operatori socio-sanitari (8,1%), dagli operatori socio-assistenziali e dal personale non qualificato nei servizi sanitari (4,3% per entrambe le categorie)”.

LaBos

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