Cronaca

Croce Rossa, il lavoro va avanti: Rino, Pietro e cento altri volti rassicuranti

Ci ha sempre creduto. Voleva lasciare qualcosa di unico alla città e ci sta riuscendo. Per il resto, come scrivevamo prima, non resta che attendere. Sorprese ne arriveranno. E contribuiranno tutte a far crescere non solo Croce Rossa. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – La mattina inizia presto. Già poco dopo le 7 qualcuno, nella nuova sede della Croce Rossa in via Repubblica, lo trovi. E il primo volto che vedi, appena entrato nel front office, è quello rassicurante di Pietro Maia. Per tanti anni ha lavorato al front office di Oglio Po e adesso che è in pensione il suo tempo lo dedica all’associazione. Ti accoglie col sorriso di sempre.

Il presidente Rino Berardi arriva poco dopo, è in tenuta sportiva e non vuole foto. Ti accompagna volentieri per un giro in quella che è – fondamentalmente – una sua creatura. 8 anni fa, quando nacque l’idea, lo avevano preso per un folle. Non solo gli esterni, qualche critica gli era giunta pure da dentro. Il passato è passato (forse). Il presente è dentro queste stanze, e sa già di futuro. Non tutto è pronto, mancano gli ambulatori da finire, manca qualche domanda da portare a termine, ma c’è già un abbozzo di un possibile (anzi direi di un probabile) quadro.

Partirà tutto, ancora qualche mese di tempo e quando tutto sarà a regime la struttura di via Repubblica funzionerà 24 ore su 24. All’attività classica della Croce Rossa se ne aggiungeranno altre: fiore all’occhiello saranno i poliambulatori. Con la possibilità di effettuare moltissimi esami: le apparecchiature saranno presto messe in opera. Non possiamo dire molto di più di quello che vi stiamo scrivendo – non prendeteci per pazzi o dislessici – ma abbiamo fatto una qualche promessa (di troppo) di riservatezza.

Quello che vi possiamo dire è che il centro polifunzionale di Croce Rossa avrà pochi eguali in Italia, e pure in Europa. Avrà servizi che in città ben più popolose ed importanti non ci sono. Guarderà alla gente, a tutta la gente perché qui, come recita una delle tantissime scritte che campeggiano sui muri, ‘nessun uomo è illegale’.

Nel breve tour abbiamo avuto modo di vedere lo spazio riservato al futuro pronto intervento, gli uffici, gli ambulatori, gli spazi per la formazione, quelli per il relax, gli spazi riservati ai ricordi e quelli che serviranno invece per tutte le persone che qui arriveranno. Non è un caso che il primo spazio di cui ci parla Rino, oltre alla rimessa in cui finalmente dopo anni i mezzi di Croce Rosse sono protetti, è lo spazio esterno. Ampio, funzionale, pronto ad accogliere tutti.

Per saperne di più non resterà che attendere i prossimi mesi, che saranno mesi ricchi di comunicati e conferenze stampa. Con l’anno prossimo la struttura dovrebbe essere a pieno regime. Avrà – tra gli altri – un po’ del sorriso che da solo è già sinonimo di ottimismo di Pietro Maia, l’irrefrenabile dinamismo di Ivonne Ferretti, avrà la testa dura di Rino Berardi, la gioventù ricca di progetti e programmi di Alberto Fazzi, avrà il volto di tante infermiere, tanti medici, tanti volontari che già fan parte di Croce Rossa, che hanno una preparazione invidiabile e che continueranno a lavorare e a tenersi costantemente aggiornati. E avrà anche l’energia di Angelo Martani e del dottor Ivano Benasi. Loro sono qui, anche se in spirito. Sono parte di un progetto che continua e continuerà. Il merito di questi spazi è pure il loro.

Di queste mura, di questi spazi fanno parte in tanti: tutte le aziende (ne riparleremo in un altro articolo a loro dedicato, non abbiamo al momento l’elenco completo e non avrebbe senso citare qualcuno e dimenticare qualcun altro) che hanno contribuito a raggiungere l’obiettivo. Ne fanno parte tutti quelli che giornalmente continuano e proseguono un lavoro che parte da lontano. Croce Rossa è una delle associazioni più anziane del Casalasco, una di quelle con una storia che affonda le proprie radici nel secolo scorso, nella guerra.

“Qui troveranno spazio tante iniziative – spiega Rino prima di andarsene nel suo ufficio a parlare con due persone appena arrivate di questioni importanti – e siamo pronti. Che te ne pare?” ci chiede sorridente prima di andarsene. La mia risposta già la conosce. La faccia è sempre quella di chi prende tutto come una sfida, di quelli che sanno che poi le sfide le si combatte sino in fondo. Ma – lo aggiungiamo noi – il suo sorriso sornione ha anche il sapore di una sfida vinta. Contro corrente, contro ogni pronostico, in qualche momento con un carico pesante sulle spalle, pochi amici e poco tempo per la serenità. C’era chi gli dava del matto. E matto – per volersi imbarcare in un’operazione del genere – un po’ lo era davvero.

Ci ha sempre creduto. Voleva lasciare qualcosa di unico alla città, qualcosa che servisse a questa e alle future generazioni e ci sta riuscendo. Per il resto, come scrivevamo prima, non resta che attendere. Sorprese ne arriveranno. E contribuiranno tutte a far crescere non solo Croce Rossa, non solo la sezione locale che va avanti come un treno, ma tutta la città e il territorio.

Il merito è principalmente di un folle. Solo un folle avrebbe potuto credere fattibile un progetto simile. Ma a farlo andare avanti – il mondo, non solo una sede di un comune di confine – sono spesso i folli e quelli che credono possibile un’utopia. E poi, alla fine la realizzano. Come in questo caso.

Nazzareno Condina

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...