Coronavirus, nel comprensorio va in picchiata: in due mesi da 185 casi settimanali a 4
Una situazione più tranquillizzante, lasciando agli esperti - che parlano di virus clinicamente morto o, quantomeno, spento - le conclusioni scientifiche del caso.
Se è vero che i dati sul breve periodo non sono spesso i più attendibili – basta un tampone in più o in meno processato o magari semplicemente comunicato tardi, per cambiare la percentuale – ecco che l’orizzonte settimanale può risultare abbastanza credibile. E proprio sui dati calcolati per diverse settimane, nel comprensorio Oglio Po, emerge chiaramente come il virus stia mollando la presa. Il che, per inciso, non significa pensare che il pericolo sia ormai superato, ma può consentire di osservare il quadro clinico dello stesso virus con maggiore ottimismo.
Nell’ultima settimana analizzata, quella dal 1° al 7 giugno, i rialzi sono stati 4: quattro nuovi casi positivi cioè calcolati sui 32 comuni analizzati nel comprensorio Oglio Po, 19 del Casalasco e 13 invece nella parte mantovana. Una identità che arriva dal dato di Regione Lombarda, confermato pure dalle Prefetture di Cremona e di Mantova. E’ chiaro che per avere un quadro ancora più chiaro della situazione è meglio tornare indietro alle settimane precedenti, anche per comprendere – sullo stesso orizzonte, dunque a parità di comuni analizzati – come stia evolvendo la situazione. Dopo il marzo orribile che tutti ricordiamo, dal 6 al 12 aprile, quando anche i dati delle Prefetture hanno iniziato ad arrivare con puntualità al termine di un periodo di rodaggio, abbiamo avuto sul comprensorio Oglio Po ben 185 casi, divenuti 144 dal 13 al 19 aprile. Un nuovo lieve rialzo (158) si è registrato nei successivi sette giorni, ossia dal 20 al 26 aprile, che però hanno rappresentato, con ogni probabilità, l’ultimo vero sfogo del Coronavirus sul comprensorio.
La settimana successiva infatti, ossia dal 27 aprile al 3 maggio, ecco la discesa – repentina – sotto la tripla cifra. Le Prefetture di Cremona e Mantova, infatti, che sette giorni prima segnavano 158 casi, sono passate ad appena 41 casi. Da lì in poi è stata discesa: 21 casi da 4 al 10 maggio, 12 dall’11 al 17 maggio, e poi 8, 10 e appunto 4 nelle tre settimane successive, l’ultima delle quali ci porta già a giugno. Insomma una situazione più tranquillizzante, lasciando agli esperti – che parlano di virus clinicamente morto o, quantomeno, spento – le conclusioni scientifiche del caso.
G.G.