Fatturato giù dall'89 al 96%, ma il commercio Casalasco prova a resistere: "Per ora nessuna chiusura"
"Anche se fa specie quello che sto per dire, sarebbe un traguardo riuscire a chiudere il 2020 con una perdita del fatturato stabilizzata tra il 60 e il 70% rispetto al 2019. Ovviamente ci aspettiamo aiuti dal Governo centrale, che per il momento non vediamo" spiega Giulio Adami, referente di Confcommercio.
CASALMAGGIORE – La crisi del commercio nel Casalasco non si discosta molto dai dati nazionali. A precisarlo è Giulio Adami, referente di zona per Confcommercio Cremona, che prende in esame lo studio portato avanti in questi giorni proprio dall’associazione di categoria. Il fatturato, tra fine febbraio e comprendendo gli interi mesi di marzo e aprile, è sceso nel caso migliore dell’89% e in quello peggiore del 96%. “Casalmaggiore e il Casalasco non fanno differenza – precisa Giulio Adami – anche se fortunatamente al momento non abbiamo avuto segnalazioni di chiusure né effettive né promesse: questa è una buona notizia, ma dobbiamo essere onesti. Anche se fa specie quello che sto per dire, sarebbe un traguardo riuscire a chiudere il 2020 con una perdita del fatturato stabilizzata tra il 60 e il 70% rispetto al 2019. Ovviamente ci aspettiamo aiuti dal Governo centrale, che per il momento non vediamo. Un conto è il decreto, un altro renderlo attuativo: al momento siamo ancora in stand by e questo gran numero di decreti attuativi non fa che prolungare i tempi ulteriormente”.
Abbastanza semplice individuare le categorie più colpite. “Facciamo prima – spiega Adami – a indicare chi ha sofferto meno: gli alimentari, che non hanno praticamente mai o quasi mai chiuso. Dopo di che sono riusciti a lavorare alcuni artigiani che hanno operato nell’emergenza, e qui faccio l’esempio dell’idraulico chiamato e intervenire per un’urgenza. Ma non possiamo parlare di salvataggi in corner, per così dire. Il terziario vero e proprio ha sofferto nella maniera più assoluta, col mercato dell’auto risultato maglia nera in questo periodo, tanto che il 96% di perdita di fatturato, con punte del 99%, si riferisce proprio a questo settore, senza dimenticare servizi alla persona, ristorazione, bar e alberghiero”.
In vista vi è un incontro con il comune di Casalmaggiore. “Con l’amministrazione di Cremona abbiamo già parlato – precisa Adami -. Adesso attendiamo di colloquiare con Filippo Bongiovanni e la sua amministrazione: giustamente ci si aspetta qualche indicazione più precisa dal Governo centrale, speriamo arrivino presto per poter formalizzare al sindaco le nostre proposte”.
G.G.