Cronaca

Da Pomponesco una lettera al Premier Conte: "Nei vostri decreti pensate anche ai bambini da 0 a 6 anni"

"Lo sa qual è quella categoria che più di tutte è stata dimenticata in tutti i suoi discorsi e in tutti i suoi decreti? I bambini, quelli piccoli, I bambini nella fascia 0-6 anni. Quei bambini che stanno affrontando le fasi più delicate e importanti della loro vita"

Ha deciso di scrivere al Premier Conte per sottoporre un problema che è quello di molte mamme. Perché alla fine il serpente si morde sempre la coda e si torna ad un discorso che prima è umano e poi diventa pure economico. Lei è Monica Bambini, è di Pomponesco, e sottopone al Presidente del Consiglio Italiano la sua situazione specifica, che però è condivisa da molte altre mamme lavoratrici. Ecco il testo della sua lettera integrale:

“Buongiorno Presidente.
L’Italia e tutto il Mondo stanno passando un periodo storico non indifferente, stiamo passando un periodo difficile, un periodo che ci ha tolto la libertà insieme a tanti amici e parenti. Un periodo duro, un periodo che ci ricorderemo per sempre e che sarà su tutti i libri di storia.
Lei sicuramente ha fatto tutto quello che andava fatto per affrontare questa pandemia maledetta che tanto ci ha portato via. Lo sa invece qual è quella categoria che più di tutte è stata dimenticata in tutti i suoi discorsi e in tutti i suoi decreti? I bambini, quelli piccoli, I bambini nella fascia 0-6 anni. Quei bambini che stanno affrontando le fasi più delicate e importanti della loro vita, quei bambini che stanno formando il loro carattere, che hanno bisogno di stimoli, che hanno bisogno di vivere. Loro sono stati completamente dimenticati da tutto e da tutti.

È una vergogna, sono stati completamente calpestati i diritti umani a questi bambini e nessuno se ne preoccupa. Noi mamme siamo preoccupate, sia per la loro salute che per il loro futuro. Come pensa che possano ripartire le aziende e l’economia se un genitore è costretto a casa perché i nidi e le materne saranno chiusi probabilmente fino a settembre, se non di più?
Non tutti hanno i nonni a disposizione, molte volte sono nella fascia a rischio e quindi non si possono lasciare i nostri figli, molte volte lavorano, alcune altre non è proprio possibile lasciarli a loro. Le babysitter sono molto onerose e poi, facciamo entrare estranei a casa nostra? Se poi ci si ammala, di chi è la colpa? Quindi? Cos’altro possiamo fare?
Il congedo parentale ormai è finito, la cassa integrazione non può durare in eterno e molti datori di lavoro sicuramente si stuferanno di avere gente a casa. 
Non so se lei abbia figli o meno Presidente, ma se non li ha glielo dico io cosa succede in casa con un bambino piccolo: per la maggior parte delle persone è impossibile fare smartworking se non è presente l’altro coniuge perché il bambino pretende la nostra presenza e la nostra attenzione. Quindi secondo lei cosa dovremmo fare? Tutto il giorno a giocare e tenere occupati i nostri figli, fare da mangiare, tenere pulita la casa, fare la spesa, metterli a letto e poi lavorare da mezzanotte alle 5 del mattino, riposare un paio d’ore e poi ricominciare? È questa l’idea secondo lei? Siamo mamme e papà, non supereroi!

I bambini sono quelli che più di tutti hanno seguito le regole, sono a casa da 2 mesi e senza battere ciglio. Sono stati chiamati untori, sono stati visti come i principali divulgatori del virus, come esseri da cui stare alla larga. È per questo che vi siete dimenticati di loro? È per questo che sono ignorati da tutto e da tutti? In mezzo ai suoi esperti che studiano la situazione, c’è qualcuno che si occupa di questo o sarà tutto affidato al caso? La prego Sig. Presidente di ascoltare la nostra voce e di tenere in considerazione anche questi bambini che saranno il futuro di questo Paese!”.

redazione@oglioponews.it

 

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