Cronaca

Via Crucis nel nulla, ma tanto basta per la multa: pagano il sindaco Baruffaldi e due parroci

"Mi spiace più che altro per don Davide: mettendola in battuta, dato che nella Via Crucis vivente faccio sempre la parte di Giuda Iscariota, potrei dire che stavolta, invitandolo alla cerimonia, ho un po' tradito il mio prete" scherza pur con amarezza, il sindaco di Pomponesco.

Nella foto don Zoppi benedice Dosolo dalla piazza del comune (foto dal sito della Diocesi di Cremona

DOSOLO/POMPONESCO – Non c’è più religione, dirà qualcuno. E la religione, in effetti, qualcosa ha a che fare con questa vicenda. Che arriva dal comprensorio Oglio Po, dai comuni di Dosolo e Pomponesco in particolare, dove il parroco e il sindaco sono stati multati dalle forze dell’ordine. Nessuno sconto. La colpa? Avere dato viva a due cerimonie distinte che hanno creato assembramenti, cosa vietata dal Decreto Ministeriale in vigore, come tutti sappiamo.

Il primo a finire nel mirino è stato don Stefano Zoppi, parroco di Dosolo che, come riporta la Gazzetta di Mantova, si è preso 280 euro di multa perché nel pomeriggio di Venerdì Santo è passato per le vie del paese per una Via Crucis col megafono, benedicendo i cittadini rimasti a casa. Il secondo a essere multato, sempre per 280 euro, è stato invece Giuseppe Baruffaldi, sindaco di Pomponesco, che dovendo rinunciare alla Via Crucis vivente – una sorta di manifestazione caratterizzante per il piccolo borgo mantovano – ha comunque voluto riproporre, in piccolo e con croci illuminate, il momento sacro, dopo il calare della sera. Bruffaldi, tuttavia, non è stato l’unico a essere multato: con lui anche Fabio Spagnolo, vicesindaco, Federica Cortese, consigliere comunale, due volontari della Protezione Civile e pure qui il parroco del paese, ossia don Davide Barili.

Da parte dei multati una protesta pacata, che non contesta la cifra da pagare in sé, quanto il principio della sanzione. “Nessun assembramento è stato creato – spiega Baruffaldi – perché la gente ha partecipato da casa ai due momenti, stando semplicemente alla finestra. Il nostro intento era dare un po’ di speranza a persone che in questo momento ne hanno bisogno. Se i nostri sono stati assembramenti, allora lo sono anche quelli dei sindaci che, giustamente, vanno ad applaudire fuori dagli ospedali. Lì c’è molta più gente. E in entrambi i casi è un gesto sano e che, anche dal punto di vista tecnico, non crea alcun assembramento. Peraltro la Via Crucis di Pomponesco è stata trasmessa su Facebook in diretta e i cittadini sono rimasti a casa a seguirla. Don Davide, alla fine, ha pure letto un messaggio ripreso da un film di don Camillo, dove si invitava a restare a casa e a pregare”.

“Se ho sbagliato pagherò – conclude poi il sindaco di Pomponesco – ma chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Lunedì di Pasquetta ero stato invitato a Bozzolo per il flash mob davanti all’ospedale don Primo Mazzolari, ma non mi sono fidato ad andare, non volevo che qualcuno mi vedesse come un recidivo, non si sa mai dopo quanto accaduto. Mi spiace più che altro per don Davide: mettendola in battuta, dato che nella Via Crucis vivente faccio sempre la parte di Giuda Iscariota, potrei dire che stavolta, invitandolo alla cerimonia, ho un po’ tradito il mio prete”.

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