Cronaca

"Chiesti tamponi ai familiari di un positivo, ma non li fanno". Lo sfogo di un medico di base

Abbiamo dei politici che non ci arrivano. Sia a Roma che in Regione, pur appartenendo a schieramenti politici differenti

“Assistiamo a situazioni che definire paradossali non è per niente essgerato”. L’espressione appartiene ad un medico di famiglia sul cui volto si distinguono chiramente i segni dello sconforto e della stanchezza. Per intere settimane i servizi d’infomazione gestiti non si sa bene se da Protezione civile OMS o Consiglio europeo di ricerca hanno raccomandato di evitare Pronto Soccorsi e medici di base rivolgendosi per necessità ad un servizio telefonico inadeguato e quasi mai raggiungibile. Adesso c’è una netta inversione di tendenza forse anche per alleggerire il peso che si era manifestato presso gli Ospedali di zona.

“Abbiamo dei politici che non ci arrivano. Sia a Roma che in Regione, pur appartenendo a schieramenti politici differenti”.

Il professionista cita solo un esempio tra i tanti che potrebbe riportare. “Ho un paziente afflitto da Coronavirus il quale vive insieme alla famiglia, moglie e figli nello stesso appartamento mentre i genitori abitano nel piano sottostante. Ho chiesto di poter effettuare la prova del tampone ai famigliari ma senza successo. Se non ci sono sintomi niente tampone. Dicono che non hanno a disposizione reagenti ed altro. Ma ci rendiamo conto che appena le norme di restare a casa verranno alleggerite, questa gente nelle condizioni dei miei assistiti comincerà a uscire scatenando l’inferno con il rischio di contagi a catena inimmaginabili?” sottolinea il medico con espressione preoccupata e sconfortata.

R.P.

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