Cronaca

Carla Aroldi non c'è più, il ricordo di Valter Rosa sulla pagina del museo

ha contribuito in modo sostanziale alla promozione e valorizzazione dell’arte del fratello, attraverso la collaborazione all’ampia retrospettiva tenuta a Casalmaggiore nel 2002

CASALMAGGIORE – Carla Aroldi non c’è più. A ricordarla Valter Rosa, che ha scritto un suo pensiero nella pagina del museo Diotti: “È un luogo comune dire che sono i migliori quelli che se ne vanno, ma nel caso di Carla Aroldi mai affermazione è stata così vera.

Vissuta in una famiglia di artisti, lei stessa dotata di una non comune sensibilità artistica e umana, nella vita ha esercitato la professione di farmacista, ma questo non le ha impedito di coltivare la passione per l’arte sostenendo, con affetto e interesse autentico, l’attività del fratello Tino, fra i migliori artisti casalaschi del XX secolo.

Col fratello ha trascorso un’intera esistenza in quella che possiamo definire la “casa della vita”, modellata in gran parte secondo il proprio gusto, dichiaratamente “fuori dal tempo” storico, come lei stessa ammetteva, ma immersa in una temporalità esistenziale, concentrato di tante storie individuali e di famiglia, sedimento di ricordi esibiti senza affettazione, un mondo di piccole cose verso le quali lei nutriva pari affetto che nei confronti degli umani.

Così dopo la scomparsa del fratello, avvenuta nel 2000, con grande dolore, ma con pari coraggio, Carla ha saputo tenere accesa quella “lampada della memoria” con cui, mantenendo fede a una tradizione familiare di grande ospitalità, ha sempre illuminato la mente di chi andava a farle visita.

Allo stesso modo, ha contribuito in modo sostanziale alla promozione e valorizzazione dell’arte del fratello, attraverso la collaborazione all’ampia retrospettiva tenuta a Casalmaggiore nel 2002 e soprattutto con la generosa donazione di numerosi dipinti al Museo Diotti.

Dopo aver riscontrato le difficoltà che comportava vivere da sola nella grande casa, da molti anni anni Carla aveva però deciso di ritirarsi nella Casa di riposo “Conte Busi” di Casalmaggiore, assistita quotidianamente dalla premurosa cugina Fiorenza, che è rimasta l’unico contatto affettivo concreto, il filo che la legava ancora a quel mondo esterno che le risultava sempre meno comprensibile e dal quale Carla si era già in qualche modo congedata”.

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