Salute

Tamponi agli ospiti in Rsa, la denuncia di Uneba: 'L'Ats non provvede e rinvia a laboratori privati'

“Sono una minoranza – è la denuncia lanciata questa mattina dal Corriere della Sera da Degani – le strutture che sono riuscite a far fare i tamponi. C’è una mancata presa in carico di queste persone, che sono lasciate in una struttura di lungodegenza per cronici spesso anche nella fase acuta della malattia. Manca il supporto per curarli all’interno”.

I tamponi ai pazienti delle residenza sanitarie assistenziali? Non sono un obbligo ed eventualmente sono a carico delle strutture stesse, non verranno pertanto forniti dalle aziende sanitarie territoriali. In altri termini, se le strutture – che questi test stanno richiedendo a gran voce da settimane – vogliono eseguire i tamponi sugli anziani ricoverati, dovranno provvedere a proprie spese.

Questo il contenuto della risposta data dall’Ats Valpadana che comprende Cremona e Mantova, all’organizzazione di categoria Uneba, che rappresenta i dipendenti delle fondazioni private che gestiscono Rsa, la quasi totalità di quelle operanti  in provincia di Cremona. Il presidente di Uneba Lombardia, Luca Degani, aveva chiesto chiarimenti all’Ats circa le procedure da seguire per la gestione dei “casi febbrili e/o dispnea nelle strutture residenziali in presenza di contatti accertati e in assenza di contatti accertati”. La risposta è stata che “per le Rsa stiamo cercando di organizzare con le Asst del territorio l’esecuzione dei tamponi per gli operatori sanitari e sociosanitari”, in modo da poter verificare in quali casi possano tornare al lavoro se precedentemente infettati. Ma “per quanto riguarda gli ospiti l’eventuale effettuazione dei tamponi è a carico della struttura”. “Comprendiamo le difficoltà anche logistiche”, continua la risposta dell’Ats, e pertanto vengono forniti nomi e indirizzi di laboratori privati a cui le singole Rsa possono rivolgersi.

“Sono una minoranza – è la denuncia lanciata questa mattina dal Corriere della Sera da Degani –  le strutture che sono riuscite a far fare i tamponi. C’è una mancata presa in carico di queste persone, che sono lasciate in una struttura di lungodegenza per cronici spesso anche nella fase acuta della malattia. Manca il supporto per curarli all’interno”.

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