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Ale Bastoni, la consacrazione La Gazzetta gli dedica l'intervista d'apertura: "Tra dieci anni? Capitano dell'Inter"

A corredo anche il parere tecnico di Beppe Bergomi, ex capitano dell’Inter e colonna della Nazionale Italiana oltre che Campione del Mondo 1982, che di difensori centrali se ne intende e che esalta la personalità di Bastoni, consigliandogli di diventare ancora più difensore nei tempi e nelle letture tattiche.

Nella foto la prima pagina della Gazzetta dello Sport dedicata a Bastoni

PIADENA DRIZZONA – La stagione all’Inter, purtroppo bloccata dall’emergenza Coronavirus, non si chiuderà in ogni caso con la chiamata per l’Europeo nella Nazionale Italiana di Roberto Mancini (“ci ho pensato, inutile negarlo”), dato che la competizione continentale è stata rinviata al 2021, ma per Alessandro Bastoni questa resterà una stagione da ricordare. Quella della consacrazione, dato che il classe 1999 di Piadena Drizzona è a poco poco diventato un titolare quasi inamovibile nella difesa a tre di Antonio Conte, terza forza del campionato. La Gazzetta dello Sport venerdì ha dedicato al piadenese la prima pagina e un’ampia intervista a firma Davide Stoppini per conoscere meglio Bastoni dal punto di vista agonistico ma soprattuto umano. A corredo anche il parere tecnico di Beppe Bergomi, ex capitano dell’Inter e colonna della Nazionale Italiana oltre che Campione del Mondo 1982, che di difensori centrali se ne intende e che esalta la personalità di Bastoni, consigliandogli di diventare ancora più difensore nei tempi e nelle letture tattiche.

Bastoni svela nel corso dell’intervista diversi aneddoti: dalla chiamata estiva di Conte che rivelò al ragazzo in una telefonata di averlo voluto fortemente all’Inter; alla speranza di tornare a giocare in questa stagione, pur nella consapevolezza che la priorità è la salute di tutti; alle partite alla Playstation con l’altro baby dell’Inter Esposito per passare più velocemente la quarantena forzata. Bastoni svela di essere riconoscente alla famiglia, a Mino Favini, che lo volle all’Atalanta, a Gianluca Polistina, suo allenatore nei Giovanissimi Nazionali del club orobico e ad Agnese, la migliore amica (sempre di Piadena) scomparsa nel 2015 in un incidente, alla quale sono dedicate le esultanza di Alessandro in caso di gol (già due in serie A). “Quell’episodio mi ha cambiato, da allora sono più maturo e diverso”. Infine due curiosità: la passione per le figurine da bambino, col sogno – a proposito di difensori – di diventare un mix tra Samuel e Thiago Silva e il regalo di una maglietta all’anno alla compagna di classe che disse al padre, osservatore dell’Atalanta, di andare a visionare Alessandro quando questi aveva ancora 6 anni. Con la speranza conclusiva tra dieci anni di essere ancora all’Inter, con qualche trofeo in bacheca e magari capitano. Idee chiare, il ragazzo.

G.G.

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