Lettere

"Sanità dei lumbard, un disastro firmato
da burocrati: e per i presidi in
ospedali e Rsa cosa stiamo aspettando?"

da Bruno Bartolucci, MMG Viadana

Egregio direttore,

dal 1995 la Lombardia è governata dal centro-destra ma soprattutto, al di là della politica, da personaggi quali Formigoni (4 legislature), Maroni e ora Fontana, il cui programma eè finanziare la sanità privata (qualcuno già condannato, a dir il vero pure se stesso). Questi soggetti e le loro giunte sono i veri responsabili politici e personali del dissesto generale della sanità, ancor più in questo momento di emergenza. Non li accuso tanto per la linea politica parziale ma legittima, né per le ruberie, quanto per il fatto che da burocrati eccellenti e strapagati non sono minimamente in grado di gestire non solo questioni di ampio respiro, ma soprattutto non sono in grado di programmare, prevenire, intervenire adeguatamente neppure per le piccole cose.

L’esempio eclatante e ancora irrisolto è l’acquisto e la distribuzione di mascherine e presidi di protezione per gli operatori sanitari ospedalieri, territoriali, della continuità assistenziale, delle RSA. Non c’è bisogno di laurea né di essere presidenti o assessori per gestire questa situazione. Sui mass-media s’affannano anche a dire che forniranno presidi per misurare l’ossigenazione nei malati – saturimetri – agli operatori e addirittura (sic) ai pazienti. Dove, quando e in che occasione e a chi sono stati forniti tali utili presidi? Non mancano peraltro, per farsi belli e bravi, di emanare a cadenza giornaliera delibere che cambiano o smentiscono le precedenti in un vortice di pressapochismo, confusione, estemporaneità, ignoranza, quando non di illegalità normativa nei confronti degli operatori, cosa che non giova certo a corretti e seri approcci e interventi nella emergenza attuale. Non è possibile che i lombardi non capiscano l’inettitudine e l’inutilità di questi personaggi cui vengono fatti tamponi preventivi in barba ai criteri da loro stessi previsti, negati invece ai pazienti sospetti e agli operatori sanitari che combattono ogni giorno contro il Coronavirus, mettendo in pericolo la salute personale, famigliare, degli assistiti e della popolazione tutta.

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