Salute

Cremona lazzaretto d'Italia: qui la percentuale più alta di contagi

Insomma, riporta il quotidiano, “con 10 milioni di abitanti, la Lombardia conta più morti che Cina e Stati Uniti messi insieme”. Come se non bastasse, “le sole province di Brescia, Bergamo e Cremona (2,8 milioni di abitanti) contano 17759 contagi. Lo stesso Governatore Attilio Fontana ha dichiarato ieri la sua preoccupazione".

“Cremona, lazzaretto d’Italia”. Così titolava il quotidiano ‘La Verità’ sul numero del 26 marzo, riportando l’incidenza dei contagi rispetto alla popolazione: per la nostra provincia la percentuale è quella più alta d’Italia: 0,94 (0,87 sulla Verità, ma già peggiorato guardando gli ultimi dati). Insomma, se Bergamo è la provincia con il maggior numero di persone vittime del contagio, se rapportato alla popolazione del territorio è Cremona quella dove si rischia di più. Un tasso di gran lunga superiore, il nostro, a quello di Bergamo e Brescia attualmente intorno allo 0,6% e a Lodi e Piacenza che si aggirano sullo 0,8. Ma Cremona rimane anche una delle province in Italia con più malati, dopo Milano, Bergamo e Brescia: 3.370 secondo gli ultimi dati.

Il problema in ogni caso è di tutta la Lombardia, dove ieri si sono registrati 2.443 nuovi contagi nonostante tutte le misure restrittive. E, come riporta ‘La Stampa’ di oggi, l’anomalia di questa regione “non accenna a normalizzarsi”, con un numero di contagiati che rappresenta “il 43% del totale italiano e di morti che sono “quasi il 60%”. Insomma, riporta il quotidiano, “con 10 milioni di abitanti, la Lombardia conta più morti che Cina e Stati Uniti messi insieme”. Come se non bastasse, “le sole province di Brescia, Bergamo e Cremona (2,8 milioni di abitanti) contano 17759 contagi. Lo stesso Governatore Attilio Fontana ha dichiarato ieri la sua preoccupazione. E i sindaci iniziano a chiedere alla Regione di cambiare strategia puntando sulla “sorveglianza attiva territoriale”. Il problema potrebbe essere proprio questo: molti cittadini sono a casa con sintomi riconducibili al covid-19, ma non essendo stati tracciati con il tampone potrebbero contribuire a diffondere l’epidemia. Serve, insomma, avere una certezza di quanti sono realmente malati, in modo che rimangano in casa e non portino in giro il virus.

lb

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