Sergio Rosati, il cordoglio della gente di fiume: "Insegna linee d'acqua da lassù"
"Queste sono quelle notizie che mai vorrei pubblicare, sono e siamo ancora increduli. Sergio sapeva fare tutto una di quelle persone che non se ne trovano quasi piú... ricordo ancora il primo campo di slalom sotto il ponte tesseva le corde che sembrava l’uomo ragno"
VIADANA – Da ieri il fiume è un po’ più grigio. E un po’ più spento. Succede così quando si spegne un gigante, qualcuno che per il fiume – per il suo Po – si è speso sempre e in prima persona. Sergio Rosati non c’è più, le acque che lui tanto amava, quelle mosse e torrentizie, se lo sono portate via. Ha fatto tanto per canoa e kayak Sergio, sia a livello agonistico che a livello amatoriale, insegnando a generazioni di ragazzi ad avere il giusto approccio con le acque, a trovare la linea perfetta, a leggere le correnti. Lo ha fatto per tanti, e per tutti: da chi aveva la stoffa del campione ai ragazzini delle scuole e ai portatori d’handicap. Perché poi anche attraverso una canoa, un kayak o una canadese ognuno – a prescindere dal fisico – poteva dire la sua.
Sergio ha lasciato un po’ più vuoto un intero territorio, che aveva avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo. Numerose le manifestazioni di cordoglio. “Un maestro di vita – scrive Beatrice Flisi – che ha trasmesso una passione ai miei figli. Ne sono grata perché la sua vita ha seminato speranza, forza, determinazione, amore per la natura e il proprio territorio. Sergio la tua voce è nelle nostre menti i tuoi insegnamenti nel nostro cuore .Fai buona strada e pagaia come solo tu sai fare .ti abbraccio forte al mio cuore”.
Lo hanno ricordato in tanti ieri. Questo il ricordo dell’avvocato Paolo Antonini, presidente degli Amici del Po di Casalmaggiore. “Sembra ieri la vigilia tutti insieme. Oggi siamo tutti più poveri, privati di un sorriso di un sostegno, di una grande persona, di un trascinatore che sapeva esserci sempre. Un piacere stare ad ascoltare le tue gesta di audaci imprese mentre pagaiavamo affiancati su Placidi fiumi. La tua presenza, una costante sicurezza e garanzia del piacevole scorrere del tempo allo stesso ritmo della corrente. Da domani sarà oltremodo difficile immaginare di non avere la tua grande esperienza al nostro fianco… E poi come faremo senza di te a ridere e scherzare con la tua inestinguibile ironia… un vuoto angosciante”.
Damiano Bordonali, del Canoe Team Boretto Po lo ricorda così: “Queste sono quelle notizie che mai vorrei pubblicare, sono e siamo ancora increduli. Sergio sapeva fare tutto una di quelle persone che non se ne trovano quasi piú… ricordo ancora il primo campo di slalom sotto il ponte tesseva le corde che sembrava l’uomo ragno. Dei presenti su questa pagina ognuno ha avuto la sue avventure con te. Sono certo che ora insegnerai da lassu le linee d acqua. Buon Viaggio”.
Enzo Mossina: “Ciao Sergio, grazie per avermi insegnato questo bellissimo sport o passione, la canoa, mi hai insegnato ad essere impulsivo, deciso nelle rapide che abbiamo fatto in tante discese. Mi raccomando lassù saluta il nostro amico Paolo, ora sicuramente farete tante discese. Nella società mancherà un’altro pilastro ma cercheremo di portare avanti la baracca nel migliore dei modi. Mi mancherai, mi mancheranno le tue sgridate, ma lo facevi in modo non cattivo”.
Anche Maurizio Lenuzza (Comitato Regionale FICK – Federazione Italiana Canoa Kayak) lo ricorda: “Una di quelle notizie che non vorresti sentire e ancor meno vorresti doverne scrivere. Poco dopo le 22 di Domenica 1 Marzo, ricevo la telefonata di Emanuele Petromer che, con voce ansiosa, mi dice: ‘Non trovano Sergio. Stava scendendo un torrente in Lunigiana, non so cosa sia successo… il fiume si è gonfiato in poco tempo… mi ha chiamato un giornalista e non so più cosa pensare’. La seconda volta che ci siamo parlati è il giorno dopo, quando Sergio è stato ritrovato e le speranze che fosse riuscito ad aggrapparsi a qualche pianta in acqua si sono spente. Emanuele non riesce quasi a parlare e mi chiede di scrivere qualcosa qui. Hanno vissuto tante esperienze insieme in kayak e tante emozioni e il colpo è forte. È forte per tutti. Chi ha conosciuto Sergio Rosati lo può capire; chi ha vissuto l’Acqua Mossa con lui, molto di più.
Personalmente non l’ho conosciuto abbastanza. Ci sono amici canoisti che di lui possono raccontarvi molto e meglio di me. Però vi posso dire che era un uomo di straordinaria sensibilità sotto l’aspetto apparentemente rude. Ricordo una lunga chiaccherata a una gara d’acqua piatta, dove accompagnava una sua atleta di paracanoa. Avendo lui qualche anno più di me, mi sentivo di dovergli spiegare qualche mia presa di posizione rigorosa nelle riunioni del nostro Comitato. Parlavo e sentivo i suoi occhi che mi scrutavano a fondo. Prima o poi mi dirà qualcosa, pensavo. Non disse una parola. Mi lasciò finire e poi disse: “Tu hai passione, stai andando bene così”. E nella serietà del momento mi regalò uno dei suoi sorrisi. Tutti i canoisti Lombardi si ricorderanno di Lui e di quanto ha dato, umanamente e tecnicamente. Come Comitato Regionale Lombardia abbracciamo la moglie Gabriella, la sua famiglia, il Gruppo Canoe Viadana, che ora ha una grande eredità da difendere e da far crescere”.
N.C.