Cronaca

“Aprite le porte alla vita”: a Casalmaggiore l’incontro tra testimonianze e riflessioni

Grande partecipazione di pubblico alla serata del 24 gennaio in Auditorium San Giovanni Paolo II all’Oratorio Maffei in preparazione alla prossima Giornata per la Vita, organizzata dalla zona pastorale V che ha visto le testimonianze delle famiglie Guarneri e Della Porta. Oggi le veglie per la vita nelle varie parrocchie.

“Una serata di testimonianza come quella di stasera merita ascolto e rispetto. Tenere aperte le porte alla vita non è poi così difficile come sembra. Occorre uno sguardo semplice e meravigliato, pieni di sorpresa di fronte alla vita che bussa alla porta dalla quale siamo già entrati”. Con queste parole il dottor Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la vita di Cremona, ha introdotto l’incontro pubblico “Aprite le porte alla vita”, promosso dalla la Zona pastorale V  lo scorso venerdì 24 gennaio a Casalmaggiore, presso la parrocchia di Santo Stefano in occasione della prossima 42esima Giornata per la vita, in programma nella giornata di domenica 2 febbraio. 

Dopo una presentazione iniziale del vicario zonale don Davide Barili, è stato il momento del contributo del dottor Emiliani. Il quale ha riepilogato l’origine della Giornata per la Vita – nata nel 1978 dai vescovi italiani come risposta alla promulgazione della legge 194 e l’introduzione dell’interruzione volontaria della gravidanza -, e offerto alcune riflessioni sulle delicate tematiche dell’aborto, dell’aborto terapeutico, dell’eutanasia e dei diritti del nascituro e del malato terminale. “Il cambiamento d’epoca ruota attorno non all’uomo – esso non è cambiato geneticamente; desidera ancora le stesse cose -, ma la prospettiva con il quale l’uomo guarda alla realtà”, sostiene Emiliani. “Non si capirà mai la natura dell’aborto se non abbiamo il coraggio di guardare allo stesso modo i due soggetti che partecipano a questo evento; al diritto alla salute della madre e al  diritto alla vita del nascituro”. Secondo il presidente del Movimento per la Vita, si tratta di “ ‘capovolgere lo sguardo’, come indicato dai vescovi italiani” di un’epoca nel quale l’essere umano “non guarda alla realtà così com’è e non è più capace di interrogarla ma applica pregiudizi sulla realtà; e questo è evidente sulla vita dell’uomo”. Il riferimento diretto sono i cosiddetti “attributi di qualità” di un’essere umano e le eccezioni sulla depenalizzazione del reato; conseguenze “che hanno procurato 6 milioni di vittime in Italia”, afferma Emiliani. E poiché, secondo il presidente del Movimento per la Vita, l’uomo di oggi ha uno sguardo deformato dall’ideologia e dal pregiudizio, “la grande sfida giuridica ed economica deve ripartire dalle testimonianze  di quegli uomini e donne che affrontano le difficoltà di fronte alle quali non sorge il dubbio che quel bambino non sia persona degna di essere curata”. Un cambiamento, conclude Emiliani, che parte “dal riappropriarsi di quello sguardo” e “attraverso un’impegno civile” e chiedere “l’esercizio della legge con passione e carità”.

Dopo l’intervento iniziale sono infatti seguite le personali testimonianze dei coniugi Cristiano Guarneri e Silvia e Giovanni con Elisa Della Porta. Storie faticose e sofferte di famiglie che hanno scelto di accettare le sfide e le problematiche dell’arrivo di una nuova vita, ma anche l’esperienza di amore ed affetto verso di essa. Ed è proprio l’accoglienza il tema del primo racconto di Cristiano, genitore con sua moglie Silvia di quattro “figli accolti”, di cui due in affido, uno adottato e uno arrivato in modo naturale. E dell’incontro con Alessandro, il bimbo accolto in famiglia nonostante la gravissima malformazione cerebrale da cui è affetto. Giovanni ed Elisa hanno invece raccontato della loro esperienza  della quarta gravidanza iniziata con difficolta’: Benedetto era affetto da una gravissima malattia incompatibile con la vita. Loro hanno scelto di “celebrarla” dando la possibilità al loro figlio “di essere amato e custodito per il tempo a lui concesso” (circa 30 ore). La coppia ha vissuto questa esperienza “che il sentire comune giudica come dolorosa e assolutamente da evitare”. Un medico dopo aver saputo che loro intendevano proseguire la gravidanza ha detto loro che lo loro scelta era la più difficile. Così hanno “domandato tanto al buon Dio” di aiutarli a capire “come affrontare questa circostanza” e “il bene ricevuto è infinitamente più grande delle difficolta’ affrontate”. 

Oggi la Diocesi organizza le veglie per la vita; per la zona V alle ore 20.45 nella casa di riposo di Rivarolo Mantovano. Ci sarà una processione per le vie del paese, fino alla chiesa parrocchiale, con l’animazione musicale della corale zonale.

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