Cronaca

Bozzolo, le porte non si aprono: quattro studenti costretti a scendere alla stazione successiva

In serata anche Andrea Bertolini, in prima linea da anni quale rappresentante dei pendolari mantovani, si è preso a cuore da subito la questione con verifica immediata presso Trenord per conoscere i motivi del disservizio.

BOZZOLO – L’ennesimo disservizio, questo volta verificatosi proprio al momento dell’arrivo del convoglio. La tratta è quella – una delle più famigerate – che collega Milano a Cremona e poi a Mantova. La stessa linea che tra qualche tempo dovrebbe godere di un raddoppio ferroviario già promesso e che nel cuore del territorio Casalasco, a Piadena, partirà. Sempre nel comprensorio Oglio Po, a Bozzolo, si è verificato però un fattaccio che ha fatto infuriare due studenti e, con essi, pure i genitori, costretti ai salti mortali per recuperare i figli.

Non si parla più di ritardi o soppressioni in questo caso, perché il treno giovedì nel primo pomeriggio a Bozzolo è effettivamente arrivato: poi però quattro ragazzi che abitano a Bozzolo non sono riusciti a scendere, perché le porte non si sono aperte né dall’interno né dall’esterno. Il capotreno ha infatti fatto ripartire la corsa del convoglio, senza accorgersi di nulla e i ragazzi sono così dovuti scendere alla stazione successiva, quando il meccanismo che regola apertura e chiusura delle porte è tornato in funzione. Il treno in questione è quello che alle 13.53 ferma a Bozzolo, dopo essere partito da Cremona, per proseguire poi per Mantova: di fatto i quattro studenti arrivavano dalla città del Torrazzo.

“Penso – commenta laconico il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio – che, con un po’ di occhio e di attenzione, e forse di manutenzione alle porte dei treni, questi fenomeni non dovrebbero più verificarsi”. In serata anche Andrea Bertolini, in prima linea da anni quale rappresentante dei pendolari mantovani, si è preso a cuore da subito la questione con verifica immediata presso Trenord per conoscere i motivi del disservizio. Che rimane isolato, nel caso specifico (pur non essendo la prima volta), ma fa clamore.

G.G.

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