Cultura

San Giovanni in Croce, domani alle 16 al Gallerani 'Vassilissa la Bella' con i Casalmattori

Tratto dall’omonima fiaba russa di Aleksandr Afanas’ev, “Vassilissa la Bella” è lo spettacolo per bambini che i Casalmattori hanno presentato in occasione delle serate Kids, organizzate dalla Biblioteca Mortara e nell’ambito della rassegna Stupor Mundi

SAN GIOVANNI IN CROCE – Si terrà domani, domenica alle 16, presso il teatro Cecilia Gallerani di San Giovanni in Croce, lo spettacolo ‘Vassilissa la Bella’, portato in scena dai casalmattori.

Tratto dall’omonima fiaba russa di Aleksandr Afanas’ev, “Vassilissa la Bella” è lo spettacolo per bambini che i Casalmattori hanno presentato in occasione delle serate Kids, organizzate dalla Biblioteca Mortara e nell’ambito della rassegna Stupor Mundi, quest’anno dedicata alla Russia nel giugno scorso. Alla terza partecipazione, prima con la Conferenza degli Uccelli, fiaba persiana e poi con Le Calze dei Fenicotteri, fiaba sudamericana, quest’anno la compagnia si è cimentata con la fiaba della tradizione russa per antonomasia, da cui è stata tratta ispirazione per la costruzione, come di consueto, di un testo completamente riscritto e originale che uscisse dalla dimensione narrativa della fiaba per assumere le caratteristiche di copione teatrale; la sceneggiatura è un lavoro impegnativo che Arianna Novelli, con la sua abilità, ha portato sempre a magistralmente compimento.

In questo testo sono presenti tutti i clichés della fiaba tradizionale: la bella fanciulla, rimasta orfana di madre, viene lasciata dal padre alle cure di una matrigna e alle tre perfide figlie di lei. Dovrà attraversare un periodo di grandi difficoltà, dovuto alle angherie che le infliggerà quella nuova e indesiderata famiglia e in seguito affrontare un viaggio, attraverso il bosco, che la porterà a trovarsi a tu per tu con le sue paure più profonde, personificate nella mitica figura della Baba Jaga. Grazie alla saggezza infusa dalla madre in un oggetto a lei tanto caro, una bambola magica, Vassilissa riuscirà a superare tutti gli ostacoli posti sul suo cammino, a raggiungere la consapevolezza di sé e l’amore.

Se inizialmente la fiaba fa pensare a Cenerentola, addentrandovici e leggendola attentamente ci si accorge che in realtà cela ben altro: mostra le fasi che una fanciulla attraversa nel diventare da bimba una donna. In effetti La perdita della madre in età pre-puberale rappresenta il taglio del cordone ombelicale, la nuova famiglia impersonata dalla matrigna e dalle sorellastre che per lei provano solo invidia e cattiveria, sentimenti ben lontani dall’amore, lo scontro con il mondo esterno e le sue insidie che si incontrano fuori dall’ambiente protetto della famiglia, la baba-jaga inizialmente figura oscura e minacciosa si rivela essere una sorta di guida, di maestro da cui apprendere gli insegnamenti chiave utili nella la fase evolutiva della donna che, superate le paure iniziali, impara a cavarsela scoprendo quante e quali sono le proprie potenzialità e infine il figlio dello zar, è il riscatto dagli errori, dalle paure e dalle ingiustizie subite è la fine di alcune fatiche e forse l’inizio di altre, è la rinascita e la consapevolezza di sé. Rimane un personaggio fondamentale in questa incredibile fiaba, che come sempre ci ha catturato il cuore, la bambola che altro non è che l’amore materno, un amore totale e imperituro che ci accompagna per tutta la vita qualunque cosa accada, è l’amore più grande, il rifugio sicuro, la conferma che la nostra esistenza ha un significato.

Vassilissa è la storia del passaggio di madre in figlia, di una generazione in generazione, del potere, della forza e dell’intuito che caratterizzano l’anima femminile. Questo grande potere, l’intuito, si compone di capacità di veder dentro, di ascoltare, di sentire fino ad arrivare a quella forma speciale del sapere, del percepire in anticipo che, a volte pure inconsapevolmente, appartiene a tutte le donne.

« Sono le mie ultime parole, bambina mia. Se ti perderai o avrai bisogno di aiuto, domanda alla bambola che fare e sarai assistita. Tieni la bambola sempre con te. Non parlarne con nessuno e nutrila quando ha fame. Questa è la promessa di tua madre e la mia benedizione».

La sceneggiatura e la regia sono di Arianna Novelli, la scenografia di Alessia Cortellazzi, suoni e proiezioni sono a cura di Luciano Ongari. Le musiche sono tutte appositamente tratte dal repertorio classico dei più importanti e noti compositori russi, Prokofiev, Chaikovsky, Mussorgsky, Korsakoff, Kachaturian, Shostakovich.

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