Alla scoperta di Nuto Revelli: il 14 dicembre in Auditorium Gardinazzi incontro con il Sanfelice
Revelli racconta la transizione della società italiana dal fascismo alla democrazia repubblicana in modo semplice e appassionato, mettendo a confronto la propria esperienza con quella di molti altri protagonisti.
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VIADANA – Nuto Revelli (Cuneo, 1919-2004) è stato un protagonista importante dell’Italia contemporanea. Testimone della seconda guerra mondiale, cui ha preso parte prima come ufficiale degli Alpini nella campagna di Russia (1942-1943), poi come comandante partigiano di una formazione “Giustizia e Libertà” (1943-1945), nei suoi primi quattro libri ha raccontato la propria esperienza di guerra e resistenza e ha in seguito esteso il discorso all’esperienza degli “altri”, i soldati semplici.
Attraverso il dialogo con i reduci di guerra e i parenti dei soldati caduti e dispersi, Revelli scoprì il mondo della campagna povera, che aveva pagato il prezzo più alto della guerra fascista. Attraverso pazienti e faticose ricerche, raccolse nel corso degli anni Settanta centinaia di interviste orali di contadini e le pubblicò in due libri, facendo così conoscere al pubblico le condizioni terribili della campagna povera italiana, travolta dalla rapida industrializzazione del Paese.
Il prossimo 14 dicembre alle 11.15 presso l’Auditorium Gardinazzi di Viadana, promosso dalla Fondazione Daniele Ponchiroli a favore delle classi quinte dell’Istituto Superiore Sanfelice di Viadana, si terrà l’incontro on il dottor Gianluca Cinelli, collaboratore scientifico della Fondazione Nuto Revelli di Cuneo, che farà da relatore. I libri di Revelli svolgono una critica appassionata dei disequilibri e delle contraddizioni che hanno contrassegnato la modernizzazione dell’Italia contemporanea. Ancora oggi, il suo metodo di raccolta e trattamento delle fonti orali rappresenta un punto di riferimento per gli studiosi di storia orale, antropologia sociale, economia rurale.
I suoi libri sono attuali, vivi. Parlano di una realtà dinamica e complessa, del rapporto conflittuale fra la politica e il cittadino, tra la città e la campagna, tra un modello di sviluppo economico che pensa solo al profitto e un’idea di società dove si tenga conto dei fragili e dei deboli. Revelli racconta la transizione della società italiana dal fascismo alla democrazia repubblicana in modo semplice e appassionato, mettendo a confronto la propria esperienza con quella di molti altri protagonisti, per capire come le scelte politiche ed economiche di pochi hanno influenzato la vita di molti. Soprattutto lascia, in particolar modo ai giovani, un insegnamento civile ed etico fondato sul rispetto dell’essere umano, sull’ascolto e sul dialogo.
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