Rotary Cvs, partecipata conviviale su un tema molto delicato: il diritto a morire
Al tavolo principale, oltre al Presidente Giorgio Penazzi, anche il Prefetto Duilio Flisi, Mons. Floriano Danini, il Dr. Enzo Rosa ed Ercole Montanari.
VIADANA – Lunedì 4 novembre, dopo aver partecipato alla Santa Messa in ricordo dei soci scomparsi – funzione celebrata da don Antonio Censori presso la Chiesa di Santa Maria del Castello, alla quale hanno partecipato una trentina di rotariani ed arricchita dalla lettura di una preghiera da parte di Aurelio Soncini – i componenti del Rotary Club Casalmaggiore Viadana Sabbioneta si sono recati presso la Locanda del Ginnasio per la prima conviviale del mese di novembre. Al tavolo principale, oltre al Presidente Giorgio Penazzi, anche il Prefetto Duilio Flisi, Mons. Floriano Danini, il Dr. Enzo Rosa ed Ercole Montanari.
Aprendo la serata il Presidente ha ricordato le più recenti attività del Club: oltre al viaggio a Roma svoltosi il 19 e 20 ottobre, importante occasione per intessere e rinsaldare legami con gli amici rotariani della Capitale, sono stati comunicati gli ottimi risultati, in termini di risposta da parte della cittadinanza, conseguiti a inizio ottobre con la campagna di screening gratuito sulle aritmie cardiache a Viadana. Un’iniziativa nata su impulso del Dr. Enzo Rosa e realizzata dalla sinergia tra il RC CVS, la sezione viadanese della Croce Rossa Italiana presieduta da Patrizia Vezzani e la società di medici di medicina generale “Nuovo Millennio”: “La giornata – ha ricordato il presidente – è stata un successo con 161 cittadini visitati. Nel 35% dei partecipanti è stata riscontrata ipertensione, mentre nel 12% è stata individuata un’aritmia e ci sono stati anche 2 ricoveri d’urgenza, di cui uno per crisi cardiaca.”
“Esiste un diritto a morire?”: questo il tema affrontato nel proprio intervento da parte di Mons. Danini, argomento che rimanda ad una questione di estrema delicatezza. “C’è un diritto a morire con dignità umana e cristiana come, per esempio, morire con il soccorso della terapia del dolore e la rinuncia a mezzi di cura straordinari e sproporzionati. In casi estremi – questo un passaggio riportato dal Mons. nel proprio ragionamento – può essere moralmente preferibile la morte ad una vita impossibile sotto vari aspetti, ma usare la morte per risolvere i problemi della vita è assurdo. La vita è un bene tutelato dalla Costituzione. Salvarla è un principio cardine della nostra civiltà. Cristianesimo, Ebraismo e Islam, le tre grandi religioni monoteiste, hanno firmato un documento nel quale dicono no a qualsiasi forma di eutanasia e consigliano di investire di più nelle cure palliative.”
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