Cronaca

In ricordo del Cavalier Baroni, partecipato concerto a Santa Maria dall'Argine

Il Salieri ha dedicato questo concerto al Cavalieri Baroni: “Per noi del gruppo è stata una grande emozione e altrettanto grande è stata la soddisfazione di avere un pubblico che ci apprezza”.

VICOBELLIGNANO – Chiesa di Santa Maria dell’Argine a Vicobellignano gremita di gente sabato pomeriggio per il concerto dell’Ensemble Salieri alla memoria del Cavalier Antonio Baroni, scomparso il 28 marzo scorso a 96 anni: con la figlia Marina a far da gran cerimoniere, tanti amici e conoscenti. Presente anche il presidente Cesare Visioli della Società Musicale Estudiantina.

C’era il suo banjo, le benemerenze e una foto che lo ritraeva oratore, da presidente dell’Arma Aereonautica, in uno dei suoi innumerevoli appuntamenti con l’associazione che raccoglie reduci e simpatizzanti, associazione che lo ha visto presidente per tantissimi anni. Il Cavalier Antonio Baroni è stato indubitabilmente un personaggio della storia della città.

Originario di Trecasali, Baroni era stato, nel periodo della seconda guerra Mondiale in Grecia (4 anni sul fronte greco per lui) partendo da soldato ed arrivando sino al grado di Maresciallo di Seconda Classe. Sfruttando le abilità tecniche che aveva appreso in gioventù, era diventato fondamentale uomo della logistica dei campi. Oltre 100 le missioni nel mediterraneo. Con il procedere della guerra poi, come tanti altri soldati italiani di stanza nella penisola ellenica, era stato fatto prigioniero e portato in un campo di lavoro in Germania. Era stato per quel che era possibile esserlo più fortunato di tanti altri poiché proprio grazie all’arte dell’errangiarsi e del saper fare, l’abilità di muoversi tra macchine, componendti industriali e motori avevano fatto di lui un ‘prigioniero utile ai tedeschi’.

Raccontava spesso – la loquacità era una delle sue caratteristiche – dei piccoli atti di eroismo di quel periodo, delle piccole manomissioni ai proiettili che i prigionieri costruivano per l’esercito tedesco che tra le altre cose avrebbero potuto costargli caro. Piccoli sabotaggi in grado di mettere in difficoltà la balistica. Aveva perso compagni di prigionia, raccontava lui stesso di qualcuno che ogni tanto spariva senza fare più ritorno, ma era riuscito a venirne fuori, anche dai giorni terribili dei bombardamenti alleati sulla Germania quando il rischio di morire – i prigionieri venivano comunque costretti a continuare a lavorare sino all’ultimo istante – era altissimo.

Dopo la guerra con la moglie Argia (morta qualche mese prima di lui) si era trasferito a Casalmaggiore. Nei primi tempi elaborava motori con un’abilità che fecero presto di lui un punto di riferimento e la sua officina meccanica centro di elaborazione di motori: divenne abile nella trasformazione di motori a benzina in equivalenti a metano quando ancora i motori a metano venivano prodotti artigianalmente. Qualunque cosa meccanica avesse bisogno di essere messa in moto lui riusciva a metterla in moto. Era stato vicino alla moglie quando la stessa poi aveva aperto una lavanderia sempre a Casalmaggiore: negli anni 70 fu la prima lavanderia a vapore, con un motore da lui stesso costruito. Amante del ballo (il valzer e l’orchestra Bagutti tra i suoi ‘amori’), della musica, del canto, del vino e dei ricordi era capace con la sua arte affabulatoria di tenerti inchiodato per ore ai suoi racconti. Ricordava a memoria, anche negli ultimi tempi, tutti gli ordini in tedesco e le frasi apprese in Grecia. Ricordava tantissimi episodi di una ‘resistenza’ da prigioniero, eroica perché a strettissimo contatto con i carcerieri, e i tanti compagni persi. Per meriti aveva acquisito i titoli di Cavaliere della Repubblica e successivamente di Ufficiale.

Appassionato di motori sino a che le forze glielo avevano consentito, era diventato abilissimo restauratore di moto d’epoca che ricostruiva disegnandone a mano i progetti e poi recuperando i pezzi nei vari mercatini dell’usato. Per tanti anni fu anche presidente dell’associazione Arma Aereonautica, dove ancora ricopriva la carica di presidente. Dalla morte della moglie in poi il lento declino degli anni si era accelerato, sino all’epilogo di marzo.

Il Salieri (oltre al maestro Fabio Fava, Andrea Bresciani, Serena Pataccini, Sara Fuochi, Davide Ingrosso, Francesco Storti e Sebastiano Fortugno) ha dedicato questo concerto al Cavalieri Baroni: “Per noi del gruppo è stata una grande emozione e altrettanto grande è stata la soddisfazione di avere un pubblico che ci apprezza”. Un concerto intenso e appassionato, con musiche di Vivaldi, Ortolani, Bach, Mozart e un piccolo cameo, Smile di Charlie Chaplin (colonna sonora di tempi moderni scritto dallo stesso protagonista, inizialmente solo musicato e poi portato al successo da Nat King Cole) che è un invito ad affrontare ogni vicissitudine della vita con un sorriso ed una buona dose d’ottimismo. Era quello il suo carattere e ciò che lo ha sempre contraddistinto negli anni. Un ottimo ricordo insomma, di una figura della resistenza e della successiva storia della città.

N.C.

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