Lettere

Bravo Riky Anelli, e
bravi i favolosi Samaritani
(e anche chi ne ha scritto)

da Il Monti...
Caro direttore,
mio zio Piero Facchetti tutte le mattine, inverno estate, lascia piazza del castello a Pagazzano per dirigersi a piedi, via Masano, dall’Assunta a Caravaggio per andare a messa. Dice che gli fa bene camminare. Un mattino chiede a me di accompagnarlo, cosa che feci. Arrivati a Caravaggio, passando dalla via delle industrie, un 38enne esce da un cancelletto e mi chiede dove stia andando con il freddo che fa. A Casalmaggiore dico, di rimando Lui chiosa: ma dai è lontano almeno copriti di più, così  dicendo mi porge un mantello come se fosse San Martino, un tabarro fatto di belle parole e musiche, aggiungendo devo andarci anch’io nel Cremonese ma verso la fine dell’estate, sai, faccio il Cantautore mi chiamo Riccardo il mantello me lo tornerai. Ringraziai e camminai, saltando la messa. Ora, passando dalla Centralissima, FF7 detto ‘Causio’ mi dice che che c’è una serata con un mio compaesano di none Riccardo “Riky” Anelli da Caravaggio con i buon Samaritani, si parla di musica aggiunge. Ma dai, posso onorare il comodato. Nel pomeriggio arrivano i Musici loro si addressano, s’accordano, si provano, trovano e cenano. Poi arrivò un pubblico di varie genti. All’un due tre del batterista partirono i suoni e la chitarra, un nugolo di note riempi il bar, alcune presero la strada della porta o quella più prossima della finestra e volarono in cielo dove gli Dei, sdraiati languidamente su ottomane di nuvole guardavano di sotto, curiosi, quel che accadeva, le altre note volavano verso i capaci timpani di chi stava lì ad apprezzare gli scritti del Cantautore. Il cantante dondolava come un palmizio davanti ad un mare tumultuoso di cuori di donne dal grande sorriso e dagli occhi sognanti. Riki Anelli sciorinò il repertorio con la grazia e la gioia di quello che fa scopa quando gioca a carte all’Osteria del paese. Uno spettacolo intenso insomma. Le belle parole andarono a riempire il mantello di sogni ebbri di libertà e di partecipazione all’evento. Poi, dopo sentiti e generosi applausi, il silenzio, anche gli dei lasciarono le nuvole e si ritirarono felici nei loro appartamenti, quelli che stavano al bar s’avviarono verticali altrove, forse anche alcuni a fare all’amore. Io, io non prima d’avere ringraziato FF7 detto ‘Causio’ e Riky Anelli and the Good (Fabolous) Samaritans, mi avviai verso le mie stanze. Felice. Con questo scritto voglio onorare il comodato. Ma il Leone chissà dov’è. Non c’è mai quando serve.

Quando Riki Anelli e the Good samaritans hanno intonato Alleluya di Cohen, mi sono sentito come il Re David, seduto sul trono, la prima volta che vide Betsabea. Ebbro di tale smisurata bellezza d’animo del Cantautore. Bravo Riki e bravo anche il Nazzareno

Il monti

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