Festa dell'Oratorio, a Rivarolo del Re va in mostra"la Bella Storia" di ognuno di noi
Ricordi ed emozioni nel racconto del paese e di quella di ognuno attraverso l'esposizione di oggetti di vita quotidiana del Novecento, grazie al collezionista Poli e alla collaborazione di Agatensi nel salone dell'Oratorio in occasione della tradizionale Festa di fine agosto. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
In quel grande intreccio di storie, piccole o dalla “S” maiuscola”, che è la vita, vi è anche quella di ciascuno di noi. Un racconto fatto di eventi, situazioni ed emozioni vissute grazie ad alcuni oggetti della nostra quotidianità, nel quale possiamo ritrovare noi stessi. E, forse, un senso alle grandi domande dell’esistenza. Questo è lo spirito della mostra di carattere religioso “Io: protagonista nella Bella Storia”, organizzata come da tradizione per la Festa dell’Oratorio a Rivarolo del Re all’interno del salone. Presentata all’interno dello spettacolo serale “Raccontiamoci” di martedì 27 agosto, nel modo di raccontare del “filòs” davanti ad un centinaio di persone, l’esposizione sarà visitabile fino al 15 settembre.
L’iniziativa di quest’anno si ricollega al tema del Grest 2019 “Bella Storia – Io sarò con te”. Allestita e curata dall’appassionato ed esperto collezionista rivarolese Mauro Poli, con dovizia di materiali, molti dei quali pregiati e ricercati o catalogati, risalenti ai primi del ‘900, la mostra si sviluppa come un percorso tematico nelle quali cartoline d’epoca, quadri, album fotografici, copertine della Domenica del Corriere e oggetti a tema come antichi giocattoli, libri di fiabe, ricordi scolastici ed arredi d’un tempo, danno colore e fanno ripensare a come si viveva una volta nelle diverse età della vita. “Inoltre, nelle aree spiccano, quasi a suscitare nel visitatore riflessioni od emozioni, frasi, a volte anche provocatorie, di don Primo Mazzolari, dell’ex parroco don Luigi Pisani, ora a Bozzolo, e dell’attuale parroco di Rivarolo del Re, don Giuseppe Allevi“, spiega Daniela Agatensi, collaboratrice degli eventi culturali dell’oratorio.
La mostra, suddivisa dunque in quattro vaste aree, prova insomma a riscoprire il passato dei rivarolesi e del territorio Oglio-Po e il rapporto con la religione durante l’infanzia o l’età dei ricordi. Ad esempio, in “Nascere e Rinascere” c’è una sezione che racchiude i giocattoli antichi dell’attesa di Santa Lucia, una tavola imbandita per il Natale con la sera della vigilia, la letterina di Natale ai genitori. Di forte impatto è una copertina di una Domenica del Corriere del 1944, nella quale si percepisce la tristezza di una famiglia con quel posto a tavola vuoto, per l’assenza di una papà in guerra.
In quello che diventa un viaggio nei ricordi, c’è spazio anche per riflettere sui grandi temi dell’attualità. Dal riscatto della donna, con la storia di Dirce Cantarelli, “la più bella di Rivarolo del Re”, ritratta agli inizi del ‘900 in bicicletta e “criticata perché segno di troppa emancipazione”, si passa al lavoro con una foto dello storico barbiere di Rivarolo del Re, Luciano Lanfredini, che svolge la professione da 66 anni e dunque il più longevo di tutta la provincia di Cremona. Non manca poi il tema dell’accoglienza, “con riferimenti alla Tenda di Cristo di Padre Francesco Zambotti, al defunto don Paolo Antonini di Casalmaggiore, la fuga dalla povertà degli italiani e la situazione attuale dei migranti”, spiega ancora Agatensi. Senza dimenticare l’album storico di fidanzamenti e matrimoni di coppie locali.
Insomma, tra gratta e vinci del Novecento e foulard dei coscritti, tra la storia dell’oratorio e i ricordi della Prima Comunione e la Cresima, alla fine del percorso della vita di un essere umano si arriva alla domanda: “E dopo cosa ci sarà?”. La risposta arriva attraverso uno spezzone tratto dal film ‘Gesù di Nazareth’ di Franco Zeffirelli. Perché, spiegano gli organizzatori, “la nostra è una ‘Bella Storia’ perché accompagnata da una figura amica che, a volte è scomoda, ma sempre fedele. E verrebbe da chiedersi: E questo amico esiste o è un’invenzione per sentirci meglio? La risposta è: No, questo amico non è un’invenzione. E’ lui che ha inventato noi, o meglio, ci ha creati”.
Jacopo Orlo