Salute

Aspettativa di vita, a Cremona e provincia la media è di 83 anni

Lo studio sul Benessere Equo e Sostenibile si inserisce infatti nel solco delle riflessioni teoriche e metodologiche volte a integrare la misurazione del progresso della società con indicatori che vanno oltre il Prodotto interno lordo.

E’ stata da poco pubblicata la quarta edizione della pubblicazione il “Benessere equo e sostenibile nella Provincia di Cremona – anno 2019” , realizzata dall’Ufficio Statistica della Provincia insieme al CUSPI (Coordinamento Uffici Statistica delle Province Italiane) e finalizzata allo studio di indicatori territoriali utili alla governance di area vasta. Il progetto iniziato nel 2014 vede oggi coinvolti 27 Enti (20 Province e 7 Città metropolitane) e l’utilizzo di 73 indicatori, la maggior parte dei quali calcolati in coerenza e continuità con la stessa iniziativa promossa dall’ISTAT a livello nazionale.

Lo studio sul Benessere Equo e Sostenibile si inserisce infatti nel solco delle riflessioni teoriche e metodologiche volte a integrare la misurazione del progresso della società con indicatori che vanno oltre il Prodotto interno lordo (Pil), secondo una concezione multidimensionale del benessere, attenta sia ai parametri economici sia a quelli sociali e ambientali, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Negli ultimi anni il tema della definizione e della misurazione del benessere ha ricevuto un’attenzione sempre crescente, tanto che nel 2017 alcuni indicatori sono entrati a far parte del Documento di Economia e Finanza.

Gli uffici di Statistica dei 27 Enti aderenti, tra cui la Provincia di Cremona, hanno curato la parte relativa al commento degli indicatori, restituendo una fotografia statistica facilmente fruibile, che permette di individuare punti di forza ed elementi di debolezza, rischi e opportunità delle realtà locali, fornendo una risorsa utile ai decisori pubblici per lo sviluppo delle politiche territoriali e uno strumento utile agli studiosi, ai singoli cittadini, ai soggetti economici o alle istituzioni pubbliche, per approfondire il benessere dei propri territori.

Per il calcolo degli indicatori sono stati utilizzati i dati provinciali, regionali e nazionali più aggiornati forniti da varie fonti (ISTAT, Eurostat, Inail, Inps, Ispra, Banca d’Italia, MIUR, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Interno, Ministero per i beni e le attività culturali, Ministero dell’ambiente, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, SNV Invalsi, Terna), con una copertura temporale che va dal 2012 al 2018.

Salute
Nel 2017 l’aspettativa di vita a Cremona si attesta sugli 83 anni, stesso valore registrato in Lombardia e in
Italia. Nella divisione per genere l’aspettativa di vita delle donne raggiunge gli 85 anni e quella degli uomini gli 81. Gli indicatori relativi alle cause di mortalità della popolazione qui considerati, fanno riferimento a fenomeni legati sia ad eventi che a malattie. Il tasso di mortalità per incidenti di trasporto nella popolazione tra 15 e 34 anni, raggiunge nel 2016 un valore pari a 0,9 casi ogni 10.000 abitanti, valore poco più alto di quello registrato a livello regionale (0,5) e nazionale (0,7). Il tasso di mortalità per tumore nella popolazione tra 20 e 64 anni assume un valore pari a 9,6 persone ogni 10.000 abitanti, superando di poco il valore medio regionale e nazionale (9,0). Il numero di decessi per demenza senile nella popolazione oltre i 65 anni, malattia tipica dell’età avanzata e la cui diffusione è probabilmente legata all’invecchiamento della popolazione, nel 2014 è pari a 36,3 persone ogni 10.000 abitanti, risultato molto più elevato di quello registrato sia a livello nazionale (27,9) che regionale (29,4).

Istruzione e formazione
I giovani che non lavorano e non studiano (Neet) sono il 13,5% della popolazione, un valore inferiore di ben 10,8 punti percentuali rispetto a quello registrato a livello nazionale (24,3%) ed inferiore di 3,4 punti
percentuali rispetto a quello regionale (16,9%). Le persone tra 25 e 64 anni che hanno conseguito almeno il diploma di scuola superiore, sono il 64,6% dei residenti della stessa fascia d’età; una percentuale superiore a quella registrata sia in Lombardia (63,2%) che in Italia (60,1%). Anche i laureati tra i 25 e i 39 anni sono il 25,6% della popolazione della stessa fascia, un valore che supera il dato nazionale (24,4%), ma non quello regionale (27,8%). Per quanto riguarda le competenze acquisite, i punteggi medi ottenuti dagli studenti cremonesi di seconda superiore nelle prove INVALSI dell’anno 2018 mostrano una competenza numerica e alfabetica superiore a quella nazionale e di poco inferiore a quella regionale.

Lavoro e conciliazione dei tempi di vita
Gli indicatori sul lavoro e sulla conciliazione dei tempi di vita evidenziano in provincia di Cremona una
situazione migliore di quella registrata a livello nazionale. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro, ovvero i soggetti scoraggiati che non lavorano perché ritengono di non riuscire a trovare lavoro, sono il 10% del totale delle forze di lavoro, la metà del valore medio nazionale (19,7%).

Benessere economico
Gli indicatori di benessere economico fotografano una situazione sicuramente migliore di quella nazionale, ma peggiore, seppur di poco, di quella regionale. Nel 2015 il reddito lordo pro capite in provincia di Cremona è pari a 16.290 €, superiore al reddito medio nazionale (14.223 €), ma inferiore a quello medio regionale (17.483 €). Anche la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, nel 2016 è di 23.098 €, superiore al valore medio nazionale (21.715 €), ma inferiore a quello regionale (26.494 €).

Relazioni sociali
L’accessibilità alle scuole degli alunni disabili in provincia di Cremona si attesta su valori superiori alla
media nazionale e regionale. Gli alunni disabili che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado sono infatti il 3,2% degli iscritti contro il 2,8% registrato a livello nazionale e quelli che frequentano le scuole secondarie di secondo grado sono il 2,8% degli iscritti, contro il 2,3% a livello nazionale. In provincia di Cremona gli indicatori riguardanti la capacità degli edifici scolastici statali di accogliere i ragazzi disabili mostra valori superiori a quelli nazionali: il 55,9% degli edifici scolastici statali cremonesi
(scuole primarie e secondarie di 1° grado) hanno percorsi interni privi di barriere architettoniche, contro il
47,3% degli edifici scolastici italiani: così come il 57,9% degli edifici scolastici statali cremonesi ha percorsi
esterni privi di barriere architettoniche, contro il 49,1% degli edifici scolastici italiani.

Politica e Istituzioni
Rispetto al dato nazionale e regionale, le istituzioni del territorio cremonese hanno mostrato di saper
coinvolgere maggiormente nella vita politica le donne e i giovani. Nel 2016 il 32,1% degli amministratori comunali cremonesi erano donne (in Italia lo erano il 30,1% e in Lombardia il 32,1%) e il 32,4% erano giovani al di sotto dei 40 anni (in Italia lo erano il 31,3% e in Lombardia il 29,8%). Per quanto concerne il grado di finanziamento interno degli enti locali territoriali, dai bilanci dell’anno 2015 emerge che la Provincia di Cremona ha avuto un grado di finanziamento interno peggiore sia a quello delle Province italiane che a quello delle province lombarde.

Sicurezza
Il tema della sicurezza è analizzato attraverso due aspetti: la criminalità e la sicurezza stradale.
Gli indicatori individuati per inquadrare il fenomeno della criminalità evidenziano sul territorio cremonese un livello di criminalità molto basso, rispetto a quanto rilevato a livello nazionale e regionale. In particolare nel 2017 il tasso di omicidi in provincia di Cremona è risultato pari a 0, mentre i delitti denunciati sono stati 301,6 ogni 10.000 abitanti. I delitti violenti denunciati sono stati 14,7 ogni 10.000 abitanti e quelli diffusi denunciati 149,7 ogni 10.000 abitanti; dati di molto inferiori a quelli nazionali e regionali, anche se si deve considerare la diversa propensione a denunciare i reati minori, che varia territorialmente. Per quanto riguarda la sicurezza stradale, nell’anno 2017 su 100 incidenti stradali si sono avuti 2 morti in provincia di Cremona. A livello nazionale i morti sono stati 1,9 e a livello regionale 1,3. Il dato sull’incidentalità extra urbana a Cremona è invece migliore di quello rilevato a livello nazionale, ma non regionale: nel 2017 si sono avuti 4 decessi per 100 incidenti stradali, contro i 4,6 dell’Italia e i 3,1 della Lombardia.

Paesaggio e patrimonio culturale
Nel comune di Cremona la densità di verde storico e di parchi urbani di notevole interesse pubblico è di
poco superiore a quella nazionale, ma inferiore a quella regionale. I parchi urbani occupano 2 mq ogni 100 mq di superficie urbanizzata nel comune capoluogo, mentre in media in regione occupano 2,9 mq ogni 100 mq di superficie urbanizzata. I visitatori che nel 2017 hanno visitato gli istituti statali di antichità e arte della provincia di Cremona sono stati circa 3.300, molto meno che in Lombardia (circa 71.300) e in Italia (circa 106.500). Rapportati ai Kmq di superficie provinciale, i visitatori degli istituti statali di antichità ed arte cremonesi sono stati 2 per kmq contro i 183 per kmq registrati in media in Italia e i 71,3 per kmq registrati in media in Lombardia.

Ambiente
Gli indicatori che misurano l’inquinamento ambientale non mostrano una situazione ottimale. Nel comune
capoluogo nel 2017 i giorni in cui si è superato il limite di PM10 sono stati 105, poco più di quelli calcolati in media nei comuni capoluogo della Lombardia (97 giorni), ma molto più di quelli calcolati in media nei
capoluoghi italiani (40 giorni). I giorni in cui si è superato il limite di NO2 (biossido di azoto) sono stati 44, più di quelli registrati in Italia (28), ma meno di quelli registrati in Lombardia (64). La disponibilità di verde urbano misurato nel comune capoluogo è di 29,7 mq per abitante, di poco superiore al valore medio regionale (28,6), ma inferiore a quello medio nazionale (31,7). Gli indicatori scelti per misurare il consumo di risorse ambientali evidenzia nel 2017, nel territorio cremonese, un consumo di energia elettrica per uso domestico superiore sia al consumo medio nazionale, che regionale. Il dato del 2015 sulla dispersione da rete idrica mostra valori migliori di quelli regionali e nazionali. Le perdite di rete, che in provincia di Cremona sono state pari al 27,9% del volume di acqua immesso, sono state meno gravose di quelle rilevate a livello nazionale, dove è stato disperso il 41,4% di quanto immesso. Sulla sostenibilità ambientale, la provincia di Cremona mostra una situazione molto positiva riguardo alla raccolta di rifiuti. La percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica, pari a 0, evidenzia infatti un’ottima propensione del territorio al recupero sia di materia che di energia, come promosso, fin dai primi anni ’90, dalla pianificazione provinciale e regionale, attraverso scelte impiantistiche e di gestione ed organizzazione dei servizi.

Ricerca e Innovazione
Nonostante le domande di brevetto presentate nel 2012 dalle imprese cremonesi evidenzino una buona
propensione alla brevettazione (77 domande presentate per milioni di abitanti, contro le 60 presentate in
media a livello nazionale), le domande di brevetto riguardanti i settori delle tecnologie avanzate (high-tech), dell’informazione e comunicazione (ICT) e delle biotecnologie, sono state inferiori a quelle regionali e nazionali. Precisamente, tra le domande di brevetto presentate in provincia di Cremona, solo l’1,9% riguardava il settore delle tecnologie avanzate, il 6,7%, il settore dell’ICT e l’1,2% il settore delle biotecnologie.

Qualità dei servizi
Gli indicatori scelti per valutare la qualità dei servizi socio-sanitari o di pubblica utilità evidenziano sul
territorio cremonese una situazione migliore di quella rilevata a livello nazionale. Per quanto riguarda i servizi socio-sanitari, i bambini da 0 a 2 anni che hanno usufruito di asili nido o micronidi nell’anno scolastico 2015/16 sono stati il 18,1%, una percentuale superiore sia a quella nazionale (12,6%) che regionale (15%). Anche l’offerta ospedaliera sembra soddisfare l’utenza di riferimento territoriale: infatti solo il 2,8% dei cremonesi ricoverati si è rivolto a strutture sanitarie di altre regioni, contro una media nazionale del 7,1% e una media regionale del 3,1%. Molto positiva è anche la situazione relativa ai servizi di pubblica utilità. Nel 2017 il numero medio di interruzioni elettriche senza preavviso è stato più basso di quello registrato in Lombardia e in Italia.

Allo stesso modo, la percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani è stata nel 2017 molto più elevata
di quella regionale e nazionale: in provincia di Cremona il 78,3% dei rifiuti urbani sono stati oggetto di
raccolta differenziata, contro una media regionale del 69,6% e una media nazionale del 55,5%. Evidenzia una situazione negativa l’indice di sovraffollamento delle carceri, che riguarda purtroppo tutto il
territorio nazionale. In provincia di Cremona la percentuale di detenuti presenti negli istituti di detenzione è superiore alla capienza regolamentare: per 100 posti disponibili ci sono 112 detenuti, dato migliore di
quello lombardo che vede 136,4 detenuti per 100 posti disponibili, ma peggiore di quello nazionale (117,9).
Sul tema della mobilità si evidenzia una carenza nell’offerta di trasporto pubblico locale. Nel 2016 i posti offerti per abitante dal trasporto pubblico locale sono stati 1.371 nel comune capoluogo, dati di gran
lunga inferiori a quelli medi nazionali (4.615) e soprattutto regionali (10.473).

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