Bozzolo, domenica la proiezione del docufilm su don Paolo Antonini. Ieri sera la prima
Un uomo che ha lasciato un'eredità pesante, ancora attuale nell'oggi. Alla pari di don Primo Mazzolari e di don Lorenzo Milani un profeta del suo tempo che anche adesso ha qualcosa da insegnare. Non fosse altro la profondissima umanità
BOZZOLO – Si parte dalla Casa dell’Accoglienza per finire nella Casa dell’Accoglienza. La sua più grande scommessa vinta. Tutto ha inizio in una casa contadina di Fossacaprara nel 1921 “Dove c’erano solo due stanze, una cucina ed una stanza per dormire”. In assoluta povertà.
Ieri sera – per un pubblico ristrettissimo – è andata in scena la prima del documentario legato alla vita di don Paolo Antonini, nel decennale della morte, a cura di Gigi Bonfatti Sabbioni che già negli anni ’90 aveva realizzato un altro documentario sulla Casa dell’Accoglienza. 40 minuti di immagini inedite, spezzoni di video (riguardanti soprattutto il periodo casalasco di don Paolo e le vicissitudini di due dei suoi grandi maestri di ‘strada’, don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani), testimonianze dal periodo di Breda Cisoni, Gazzuolo, Casalmaggiore (dove fu parroco dal 1978 al 1997) ed infine l’esilio a Bozzolo.
Un documentario intenso, sostenuto in più punti da una voce narrante ma fatto soprattutto di ricordi di chi ha avuto modo di incrociarne la strada. Don Paolo, il prete degli ultimi, così strettamente legato alla vita e alle parole di don Primo Mazzolari da diventarne l’erede spirituale ma soprattutto l’erede più lungimirante per quel che concerne la pastorale sociale. Quel che ne viene fuori è l’immagini veritiera d’un prevosto che ha speso tutta la vita a favore dei poveri, dei malati e degli ultimi ma anche quella di un uomo con i suoi limiti.
Un interprete profondo dell’insegnamento evangelico, ricco d’umanità ma anche incapace di scendere a compromessi. Tra i camei la testimonianza di Renzo Zardi, primo dei suoi ‘battezzati’ ed ultimo a consumare il pasto con lui negli ultimi giorni di vita alla Domus Pasotelli e quella dell’ex sindaco di Casalmaggiore Massimo Araldi. “A volte mi chiamava preoccupato – ha raccontato l’ex primo cittadino – perché dalla Prefettura o dai carabinieri arrivava la segnalazione di un controllo alla Casa dell’Accoglienza. Poi chiamavo io e garantivo per lui e per quella struttura in cui c’era sempre più gente. Mi diceva che bussavano alla sua porta, e che non riusciva a lasciare fuori nessuno”. Un vero testimone del Vangelo “Che il vangelo lo trasformava in azione, ogni giorno”.
Il documentario ha tagliato fuori un po’ di materiale rispetto a quello raccolto e – in futuro – potrebbe anche essere allungato con ulteriori testimonianze. Intanto però la versione di 40 minuti traccia un ritratto vero di un uomo disposto ad andare contro la legge per quello che riteneva giusto. Parafrasando l’Henry David Thoureau de ‘La disobbedienza civile’, disposto ad essere il granello di sabbia in grado di far saltare l’ingranaggio. Tra le altre cose che vengono ricordate nel filmato l’impegno per tutti gli ultimi. I malati, i tossicodipendenti, i poveri in generale. E quell’impegno concreto e concretamente ecumenico di far stare insieme religioni diverse in nome di un dio che ognuno – era giusto – pregasse alla sua maniera.
Alla sera, al don Bosco e tramite il microfono della portineria, si alternavano i rappresentanti di ogni credo per una preghiera che tutti ascoltavano. Cristiani cattolici, animisti, protestanti e islamici. Lui stesso ripeteva che lo sforzo più grande – già allora – non era e non doveva essere sicuramente quello dell’accoglienza ma quello dell’integrazione. “Penso con nostalgia a don Paolo – ha chiosato alla fine un Araldi visibilmente emozionato – soprattutto in un periodo come questo”.
Un uomo che ha lasciato un’eredità pesante, ancora attuale nell’oggi. Alla pari di don Primo Mazzolari e di don Lorenzo Milani un profeta del suo tempo che anche adesso ha qualcosa da insegnare. Non fosse altro la profondissima umanità e la passione. Simile, come negli altri due casi e per vicissitudini umane, a quella del Cristo ma caricata sulle spalle e portata avanti con forza, momenti di sconforto e coraggio.
Il docufilm sarà proiettato domenica per tutti nella sala assemblee dell’Oratorio a Bozzolo a partire dalle 16.30. L’ingresso è libero.
Nazzareno Condina