Busi, anche il Listone interviene dopo colloquio con Taracchini: "Gestione disastrosa, ecco perchè"
"Il Listone dimostra, per l'ennesima volta, con dati e numeri di aver adempiuto al suo compito di vigilanza e di controllo, segnalando per tempo quelle possibili criticità che poi, essendo rimasti inascoltati, hanno finito per verificarsi".
CASALMAGGIORE – Possiamo considerarla la “bomba” di fine campagna elettorale. Sul Busi intervengono tutti, per rispondere all’intervista del presidente Franco Vacchelli. Stavolta tocca al Listone, lista civica di Casalmaggiore, che scrive un comunicato dopo un confronto con Luciano Taracchini, precedente direttore amministrativo. Pure qui pubblichiamo in forma integrale il comunicato:
“A conclusione del dibattito riguardo la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’Ente Fondazione Conte Carlo Busi di venerdì sera – si legge – e sulla base delle risposte fornite dal CdA dell’Ente e dal suo direttore amministrativo, dove viene palesata una situazione economica al 31.12.2018 caratterizzata da una perdita gestionale pari a ca 300 mila euro (al lordo dell’operazione contabile relativa alle sopravvenienze attive derivanti da scorporo terreni dai fabbricati RSA che hanno “mitigato” la perdita d’esercizio 2018, riducendola a ca 73 mila euro) ed evidenziata una situazione finanziaria al 31.12.2018 sui depositi e conti correnti in passivo per ca 154 mila euro (scostamento negativo per ca 380 mila euro – ovvero da un saldo attivo di 226 mila euro al 31.12.2017 ad un saldo passivo di ben 154 mila euro al 31.12.2018), oltre che un progressivo incremento dell’indebitamento di MLT al 31.12.2018 pari a complessivi 1.253.105 euro (con incremento di ca 488 mila euro dal 31.12.2017) destinato ad aumentare nel corso del corrente esercizio 2019, a seguito della prossima accensione di un’ulteriore mutuo per ca 300 mila euro, per fronteggiare le spese straordinarie, non preventivate, del restauro dell’immobile Opere Pie “ex Turati”, il Gruppo Consigliare il Listone esprime seria e viva preoccupazione circa lo stato di salute dell’Ente”.
“Una preoccupazione peraltro ravvisabile – spiegano dal Listone – anche nella relazione del revisore dei conti (documento non inserito nel sito web della Fondazione – sezione FONDAZIONE TRASPARENTE – unitamente alla nota integrativa anch’essa mancante, nonostante gli obblighi di trasparenza verso terzi), letta in alcuni punti dal consigliere comunale Pasotto (che a suo tempo ne fece richiesta). La gestione caratteristica, ovvero la gestione ordinaria dell’Ente, risulta compromessa da una serie di costi non remunerati dai relativi ricavi; i profitti generati non sono sufficienti a coprire i costi, come peraltro dimostra la perdita reale gestionale di 300 mila euro, oltre che la situazione finanziaria deficitaria di B.T. sui conti correnti dell’Ente; la gestione finanziaria si presenta fortemente squilibrata, con un significativo riscorso all’indebitamento bancario e conseguenti maggiori oneri per interessi passivi da sostenere; una gestione che rischia di minare seriamente la continuità aziendale dell’Ente se non viene rivista la gestione globale dei costi, come peraltro raccomandato nella relazione del revisore dei conti; il progetto Alzheimer, ad oggi, è un investimento privo di alcuna programmazione economica a medio lungo termine, che sta producendo solo ed esclusivamente costi (formazione personale e oneri di struttura) non correlati a ricavi, in quanto quest’ultimi saranno subordinati all’eventuale aggiudicazione di un prossimo bando funzionale ad ampliare i posti letto per le malattie neuro-degenerative; un investimento che peraltro ha sollevato parecchi dubbi anche da parte dei Sindacati, fortemente preoccupati per le sorti dell’Ente, con le relative conseguenze che si riverbereranno negativamente sui dipendenti e sugli ospiti”.
Il Listone passa poi ad analizzare diversi punti.
“CONFRONTO CON ESERCIZI PRECEDENTI
I disavanzi degli esercizi precedenti, citati dalla Dott.ssa Bigi, erano determinati da investimenti che la precedente Amministrazione ha realizzato per l’ampliamento e l’incremento dei servizi sulla base di una progettualità e di linee strategiche ben definite (nuova lavanderia, nuovo CDI, rifacimento di tutto il manto di copertura del Vecchio Busi, acquisto Casa Fontana, e questi ultimi interventi hanno determinato un impegno di spese di euro 1.200.000,00 circa) aumento della dotazione di attrezzature come letti elettrici, impianti di sollevamento a soffitto. Su Casa Fontana esisteva uno studio preliminare per la sua riconversione in minialloggi, ed era stato individuato dall’allora ASL come sede di distretto. I disavanzi generati da questo CDA sono il frutto di una gestione improvvisata, incompetente, che non ha portato a nessun miglioramento ma solo malcontento e polemiche.
COSTO LAVANDERIA-APPALTO DITTA ESTERNA
Anno 2018 (servizio esterno) Euro 209.051,00 con 2 operatori addetti (costo aggiuntivo)
Anno 2014 (servizio interno) Euro 103.355,00 con 3 operatori addetti (costo aggiuntivo)
I disservizi sono continui e crescenti: non arriva nei tempi richiesti neppure la biancheria piana per i letti.
TRASFERIMENTO CDI NELLA RSA
Tale scelta ha determinato una perdita di accreditamento di 3 posti per un mancato introito di Euro 30.000,00 annui. In merito ad accuse del Presidente Vacchelli nei confronti della passata amministrazione, il Presidente Vacchelli fu informato del vincolo di destinazione sulla struttura in conseguenza del contributo ricevuto dal GAL di Euro 100.000,00. Il trasferimento del centro diurno nella RSA è stato realizzato molto tempo dopo. I locali del nuovo CDI sono rimasti vuoti per 5 anni.
PIZZERIA IN PIAZZA
Con delibera del 30 settembre 2014 il CDA stabiliva di concedere in locazione i locali dell’ex anagrafe per una pizzeria all’attuale gestore di una pizzeria di Casalmaggiore, e con delibera in data 19/12/2014 veniva invitato il titolare a concludere la trattativa per dar corso al preliminare e alla ristrutturazione dei locali. Il Dottor Vacchelli di cosa sta parlando?
CUCINA GENERALE
Dal verbale in data 2 dicembre 2014 della riunione periodica per la prevenzione e la protezione dei rischi, a pagine 6 si segnala la necessità di riduzione della potenza termica installata in cucina per adeguarla alle potenzialità dichiarate. La potenzialità reale era di 100 Kw, per cui era necessario sostituire i 4 fuochi a fiamma libera del piano cottura con piastre elettriche o ad induzione. Nessun rischio nè di scoppio nè di incendio concretamente era presente in cucina in quanto i fuochi erano dotati di valvola di sicurezza (termocoppia) che interrompe la fuoriuscita di gas in caso di spegnimento della fiamma, oltre la presenza di rilevatori di incendio in numero adeguato e segnalatori acustici e visivi, porte tagliafuoco ecc. Inoltre il locale ha una parete interamente finestrata con vasistas ed una porta che da all ‘esterno costantemente aperte, con n ricambio costante di aria. I lavori, comunque, erano già stati previsti e programmati in base ad una rilevazione che gli uffici avevano fatto di tutte le necessità ed esigenze tecniche da affrontare. Nessun rischio di scoppio e di incendio vi era nella cucina. Da ricordare che nel 2008 la Fondazione è stata uno dei primi Enti ad ottenere il certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del fuoco di Cremona, che ha determinato notevoli oneri economici a carico del bilancio. Il Dottor Vacchelli deve finirla con il ritornello del rischio che correva la cucina.
RILEVAZIONE DATI CUSTOMER SATISFACTION 2018
Dai dati letti dalla Dottoressa Bigi si rileva che le percentuali di gradimento sono largamente inferiori a quelle degli anni precedenti.
CASCINA IN VILLANOVA
Il consigliere Merlo, senza cognizione di causa, cerca di entrare nel merito di temi che risalgono a 25/30 anni fa. La Fondazione, allora Opere Pie Decentrate (Busi-Orfanotrofi) non ha pagato una lira per i lavori di sistemazione strutturale della cascina: i lavori sono statati realizzati dalla Cooperativa Moby Dick, che aveva in affitto il fondo su cui insiste la cascina. Il recupero era funzionale alla creazione di un centro che gestiva l’inserimento lavorativo di ragazzi diversamente abili inviati dalle strutture, che per anni ha funzionato. Poi la Cooperativa si è sciolta e la cascina è rimasta vuota e inutilizzata. La Fondazione ha concorso sulla spesa con una quota in conto affitto, perchè, evidentemente, l’immobile era di sua proprietà. Il deprezzamento del valore di tale immobile operato da questo CDA non si giustifica (anche perchè teoricamente se si vuole procedere ad una revisione del valore del patrimonio della Fondazione si dovrebbe aggiornare il valore di tutti gli immobili) se non per favorire l’acquisto da parte di qualcuno interessato, senza creare una minus valenza nel bilancio.
LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELL’EX PALAZZO EX CONGREGAZIONE IN PIAZZA GARIBALDI
La Fondazione ha invitato alcune Ditte/Imprese per ogni categoria di lavori da eseguire nell’immobile (idraulici, elettricisti, imprese edili,falegnamerie, impianti ascensore ecc.) chiedendo di formulare un’offerta sulla base di un elenco prezzi fornito. Con successiva comunicazione la Fondazione assegna tutte le categorie di lavoro ad una sola Impresa, che è la PCP di Torricella del Pizzo. Questo criterio non può certo definirsi trasparente e corretto giuridicamente per l’assegnazione di lavori da parte di una Fondazione che, se pur privata, ha l ‘obbligo di essere trasparente, anche perchè una quota delle spese sanitarie viene sostenuta dalla Regione.
QUALITA’ DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA
E’ un coro unanime quello che si sente quotidianamente da parte di parenti e soprattutto del personale. Il livello qualitativo dei servizi della Fondazione sta paurosamente scendendo sempre più in basso, per i continui disservizi (lavanderia), per economie inspiegabili (il vitto sempre piu scarso) tanto che se un ospite chiede una porzione in più si sente rispondere che non è possibile averla perché la quantità è scarsa per tutti ), gli indumenti personali non arrivano mai puliti dalla lavanderia e ci sono parenti che hanno dovuto quadruplicare i cambi della biancheria dei loro congiunti, distribuzione di diete semiliquide liofilizzate e zuccherate che nessuno vuole mangiare (che avevano promesso di cambiare) somministrate anche ai diabetici. Ospiti agonizzanti messi in stanza con anziani ancora lucidi. Non esistono più controlli e riferimenti per il personale che spesso prende decisioni autonomamente per soddisfare le necessità degli ospiti.
ADEGUAMENTO A NORMATIVE DI SICUREZZA
Ribadito che la struttura RSA aveva acquisito il certificato di prevenzione incendi e che quindi rispondeva a tutti i canoni e requisiti in materia di sicurezza, ne consegue che anche le famose lampade per le uscite di sicurezza e le porte tagliafuoco che dividono i vari nuclei erano perfettamente a norma, salvo la manutenzione o sostituzione che nel corso del tempo è necessaria. Non si vede nulla di particolare in questo. Ciò che, invece, ha fatto questo CDA è l’aver sostituito le lampade interne di illuminazione e delle uscite di sicurezza con delle lampade a Led costosissime, che possono dare un risparmio, ma non sensibile, rifacendo parti di impianto per uniformarlo alla nuova illuminazione. A quale scopo si sono spesi decine di migliaia di Euro affidando i lavori ad un’impresa bresciana, così come ad altre imprese imprese bresciane sono state affidati forniture e servizi?
DICHIARAZIONI SU REPARTO ALZHEIMER
Le recenti dichiarazioni del Presidente Vacchelli sulle condizioni del “vecchio” reparto Alzheimer sono altamente diffamatorie nei confronti del personale che ha sempre seguito con massima attenzione gli ospiti.
Altro che un inutile “cicaleccio”, come il Presidente Vacchelli ha simpaticamente definito le nostre osservazioni in Consiglio comunale quando è stato chiamato a relazionare sullo stato della Fondazione. Il Listone dimostra, per l’ennesima volta, con dati e numeri di aver adempiuto al suo compito di vigilanza e di controllo, segnalando per tempo quelle possibili criticità che poi, essendo rimasti inascoltati, hanno finito per verificarsi”.
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