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Riqualificazione della golena. Il progetto del 1988 di Cavalca riproposto da Orlando Ferroni

"II progetto - spiegava l'ingegnere nell'introduzione - intende indicare alcuni tipi di intervento indispensabili per riqualificare e restaurare i paesaggi e gli ambienti naturali, per salvaguardare il valore panoramico"

CASALMAGGIORE – Si parla poco di ambientalismo? La lista Casalmaggiore nel Cuore capitanata da Orlando Ferroni rilancia con un progetto datato 1988 (ma ancora attuale) che riguarda la prima parte del Parco Golena. Un progetto che andrà rivisto dopo tutti gli anni passati e i cambiamenti che vi sono stati nel frattempo, ma ancora valido con aggiustamenti, a detta dello stesso ingegnere.

“Casalmaggiore nel Cuore – spiegano i referenti della lista – pone il nostro ambiente al primo posto. La nostra storica sensibilità, la passione e la competenza professionale nel settore rappresentano un valore aggiunto al programma, una inedita garanzia per i cittadini che hanno a veramente l’Ambiente e Casalmaggiore nel Cuore. A tale proposito, come testimonianza della storia che ci lega all’ambiente, alla sostenibilità ed accessibilità a trecentosessanta gradi, vi proponiamo una preziosa testimonianza relativa ad un famoso progetto già formulato alla fine degli ottanta, presentato dall’Ing. Pier Angelo Cavalca in occasione del “Concorso di idee per la sistemazione dell’area Lido Po” connessa direttamente alla fruizione dell’ambiente naturale. Riteniamo che il progetto ancora assolutamente valido e riproponibile con le eventuali ed opportune integrazioni legate alle esigenze intervenute nel corso di alcuni decenni”.

Il progetto dell’ingeger Cavalca era stato realizzato con il contributo (e il successivo coinvolgimento) del WWF. prevedeva il ripristino dell’area umida attraverso il semplice ricircolo dell’acqua di fiume.

“II progetto – spiegava l’ingegnere nell’introduzione – intende indicare alcuni tipi di intervento indispensabili per riqualificare e restaurare i paesaggi e gli ambienti naturali, per salvaguardare il valore panoramico, per conquistare una migliore qualità della vita, un uso turistico-ricreativo controllato e rispettoso, senza pregiudicare l’integrità e l’efficenza dei processi naturali. L’ intervento su questa area è inteso come strumento di conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi naturali, ed anche come occasione e veicolo di sviluppo, di promozione sociale, economica, culturale, ricreativa e turistica. Una simile finalizzazione, oltre che arricchire il progetto di contenuti, delinea un’operazione non priva di ambizioni economiche indotte e di occasioni di lavoro”.

Un’area umida circolare e protetta (per il ripopolamento faunistico e l’osservazione) ed un area attigua multiservizio, con area attrezzata per il campeggio, lo stesso wwf che ne avrebbe gestito gli spazi. Tre le zone delineate dal progetto, come spiega lo stesso ingegnere: “Una zona 1 di accesso che serve all’entrata e all’uscita dei visitatori; il traffico è limitato alle strade pubbliche e al parcheggio.  Con un’area in cui può trovare locazione un ufficio del turismo e del parco, una esposizione di materiale didattico e naturalistico relativo alla flora, alla fauna, alla geologia dell ‘area in esame. Una zona 2 di passeggio e turistico-ricreativa. Si configura come una zona filtro tra 1a zona 1 e 1a zona 3. In questa si trovano gli impianti ricettivi come il campeggio, i punti di ristoro, 1a zona picnic, le attrezzature sportive, i servizi per il tempo libero, i servizi igienici, nonchè giardini, sentieri pedonali o ciclabili con panchine e punti di vista panoramici. Inadatto è il transito dei veicoli a motore. Infine una zona 3 di rispetto naturalistico e di escursione che può ospitare una rete di sentieri per escursioni a piedi o in bicicletta, con divieto di transito dei veicoli a motore. Non è ammissibile nessuno degli impianti ricettivi delle zone 1 e 2. La zona umida sarà una riserva naturale Orientata che permetterà di valorizzare l’ambiente e ricreare una zona ai sensi della L.R. 30.11.83 e recuperare questi ambienti divenuti ormai rari in tutto il territorio padano. La visita in quest’ area dovrà essere mirata e favorita da appositi
“sentieri natura”, che permetteranno l’avvicinamento e l’osservazione adeguata delle peculiarità principali di questi biotipi”.

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