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Laura De Frenza, cintura nera III Dan, tra i 4 alfieri del metodo Karate italiano in Giappone

“Vado soprattutto per capire il loro karate, quello tradizionale. Loro sono davvero dei mostri di bravura”. L’atleta Casalasca appresenta - e per meriti acquisiti sul tatami - l’Italia e la Fijlkam nel paese del Sol Levante

CASALMAGGIORE – Forse qualche sogno nascosto resta, anche se poi la vita è altra. Difficile pensare di tornare a fare attività a livello agonistico (con un lavoro ed una felice convivenza che va avanti da due anni da portare avanti), ma intanto il mondo del karate non si abbandona. Non si abbandona proprio perché molto probabilmente è proprio l’arte marziale a non abbandonarti. E poi perché anche l’insegnamento è importante e il cuore di Laura resta ‘di Leone’ anche in quell’ambito.

Di cose da insegnare lei, cintura nera III Dan (tutti guadagnati sul tatami per meriti in gara) e quest’anno in preparazione al IV, ne ha davvero tante. A partire dalla grinta. Laura De Frenza, campionessa europea juniores EKF nel 2012, atleta che è stata nel giro della nazionale Juniores sarà una dei quattro rappresentanti della Fijlkam nella patria dell’arte marziale per spiegare il ‘metodo italiano’ di insegnamento nelle scuole giapponesi.

Un metodo che in Giappone ci guardano con ammirazione. E già questo sembra un paradosso, ma è proprio così. E’ stata la federazione Giapponese a volere fortemente questa iniziativa. Perché il karate va insegnato con metodo. E in quanto a metodo scientifico di insegnamento l’Italia non è davvero seconda a nessuno.

Dal 14 al 25 giugno Laura sarà in Giappone, proprio per rappresentare la scuola italiana, ospite dei nipponici. Il vice presidente della Fijlkam Sergio Donati è soddisfatto “Anche i padri nobili della nostra disciplina guardano con ammirazione alla scuola Italiana”.

Ma soddisfatta è anche Laura, scelta direttamente dal maestro e capo delegazione Riccardo Zambotto. “Il nostro metodo di insegnamento è conosciuto anche all’estero – spiega la stessa Laura – e il progetto Sport a Scuola lo porteremo nelle elementari e nelle medie dell’area di Shimane (Oda City)”.

Laura era stata contattata assieme ad Eleonora Lanzone, Samuele Marchese e Giulio Sembinelli dalla Federazione stessa. Tra i requisiti richiesti quello di aver fatto parte dei giro delle nazionali. Il sì è stata logica conseguenza. Un ‘premio alla carriera’ che detto di una ragazza giovanissima suona un po’ stonato ma così è.

Qualche volta le competizioni le tornano in mente, ma è un baleno, subito oscurato dalla consapevolezza: “Oggi fare sport ad un certo livello vuol dire allenarsi tutti i giorni e per più ore al giorno, e so che non potrei competere con chi ha molto più tempo di me per dedicarsi a questo sport. Gli atleti nel giro della nazionale lo fanno come professione, vengono seguiti da team di specialisti, maestri, nutrizionisti, motivatori, psicologi dello sport, preparatori atletici. Io questa mattina ho fatto andare la lavatrice, poi sono andata a lavorare. Continuo nell’insegnamento (Laura è oltre che cintura nera III Dan aspirante allenatrice ed insegna ai ragazzi del Karate Bushido del Maestro Alfonso Ventura, ndr) ma non ho tempo per altro”.

Un po’ di dispiacere forse c’è, ma Laura sembra comunque serena. E poi anche se così non lo fosse non lo lascerebbe mai a vedere. Con Nicola Carboni c’è forte intesa tra i due e la si percepisce solo a guardarli. Anche lui cintura nera – che si dedica alla musica – la aiuta nell’insegnamento. Ed il karate adesso per loro è questo: “Anche se a volte – aggiunge sorridente – quando vediamo altri in gara un po’ di voglia ci viene”.

Adesso si va in Giappone: “Vado soprattutto per capire il loro karate, quello tradizionale. Loro sono davvero dei mostri di bravura”. L’atleta Casalasca appresenta – e per meriti acquisiti sul tatami – l’Italia e la Fijlkam nel paese del Sol Levante. Big in Japan, cantavano negli anni ‘80 gli Alphaville. Big probabilmente no, ma comunque un’atleta di quelle vere. A partire dalla consapevolezza. Laura va per appredere, ma anche per insegnare qualcosa a quei piccoli dagli occhi a mandorla. Va con umiltà e si porta dietro la consapevolezza di avere qualcosa da dare. Soprattutto l’energia e la passione che la contraddistinguono da sempre. Il Karate ce l’ha nel DNA, gli corre nel sangue: lo spirito è sempre quello del ‘Cuor di Leone’. E questo non lo insegna nessuno: lo puoi solo mostrare perché è indissolubilmente parte di te.

Nazzareno Condina

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