Spettacolo

"Nostro Fratello Giuda" sbarca al PalaRadi: l'opera ispirata a don Mazzolari sabato a Cremona

?Lo spettacolo è arricchito dalle danze ossessive e violente, accompagnate da musiche lancinanti, degli undici Apostoli vestiti di nero, quando rifiutano La Misericordia e da danze leggere di ballerine vestite di bianco.

BOZZOLO/CREMONA – La Fondazione Mazzolari è lieta di informare che il 13 aprile prossimo si terrà la rappresentazione teatrale “Nostro Fratello Giuda”, tratta dal testo originale di don Primo Mazzolari, presso il PalaRadi di Cremona alle ore 21. Il tema della Misericordia, tanto caro a Papa Francesco, ha orientato la scelta del nuovo spettacolo del regista Giuseppe Pasotti nell’ambito della divulgazione del pensiero mazzolariano.

Il testo, che l’autrice teatrale Maria Filippini ha tratto dall’Omelia: “Misericordia per Giuda”, si attiene scrupolosamente al pensiero e allo stile di Don Primo, al punto da usare il più possibile le stesse parole del grande Sacerdote ed è stato visionato ed approvato sia dalla Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, nella persona del teologo don Bruno Bignami, che dalle “Edizioni Dheoniane” di Bologna. ?Lo spettacolo prende l’avvio dall’irrompere di Giuda (interpretato dallo stesso Pasotti) nel villaggio dove sono attendati gli Apostoli. Tra Giuda e Pietro (portavoce del Discepoli ed interpretato da Mario Bresciani) nascono violenti scambi di accuse, una totale chiusura al perdono e un disconoscimento della fratellanza.

Le ostilità vengono interrotte dalla Misericordia, impersonata da Maddalena Ettori, che con metodo maieutico inanella in una serie di ragionamenti e metafore poetiche il pensiero di don Mazzolari riguardo alla Misericordia, partendo dalla parola chiave che Gesù rivolse a Giuda nel momento del tradimento: “amico”?Se Giuda avesse capito da questa parola che Gesù lo amava anche mentre lui lo vendeva ai suoi nemici, la disperazione non l’avrebbe portato ai piedi dell’albero, ma sotto la Croce e non “avrebbe aggiunto patibolo a patibolo”. Il suo più grande peccato non è stato il tradimento, ma la disperazione: il non aver creduto nel perdono di Gesù. Ma come Dio concede a tutti la Sua Misericordia,  allo stesso modo pretende che tutti la mettano in pratica. Se gli Apostoli non avessero abbandonato Giuda, se “avessero consacrato il suo dolore con la pietà”, l’avrebbero accompagnato sulla via della Redenzione.

Lo spettacolo è arricchito dalle danze ossessive e violente, accompagnate da musiche lancinanti, degli undici Apostoli vestiti di nero, quando rifiutano La Misericordia e da danze leggere di ballerine vestite di bianco, dopo l’accettazione del pensiero mazzolariano, trasmettendo al pubblico la gioia dell’animo liberato dall’odio sordo al perdono e la bellezza di una giustizia che non è più “un nodo scorsoio che tutti credono di avere il diritto di tirare”, mentre Giuda si incammina “cantando e piangendo, uomo libero tra uomini liberi” verso l’Eternità.

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