Cronaca

Treni, ieri altra giornata farsesca. E da Colorno arriva la storia di un disabile

"E mentre i pendolari con biglietto o abbonamento in tasca, vivono ogni giorno l’ansia di viaggiare sulla tratta del rimpianto Parma - Brescia con la speranza di arrivare a destinazione, magari salendo su treni sudici"

CASALMAGGIORE/COLORNO – Ieri per la tratta Brescia Parma è stata un’altra giornata cupa. Non è una novità, il servizio su una delle 10 linee peggiori d’Italia (secondo Legambiente), è pessimo più o meno quasi tutti i giorni. Ieri – e solo per citare alcuni dei ritardi accumulati, il 20306 ha accumulato ben 81 minuti di ritardo, 67 minuti il 20310, 33 minuti il 20303, 51 il 20305. Il 20312 e il 20315 sono stati cancellati.

Ogni volta c’è una ragione per Trenord. Un guasto ai vetusti mezzi (qui i Vivalto non arriveranno, bisogna mettersi il cuore in pace), un guasto alla linea (quella del Far West, ancora non elettrificata nel tratto che va da Piadena a Parma), un guasto al personale o qualunque altro motivo. Non servono – le ragioni – a consolare i pendolari che, tanti contro la loro volontà, sono costretti ad usufruire di un servizio poco affidabile. Tante storie, spesso simili, di disagio e fatica, di permessi lavorativi bruciati e di arrivi in ritardo.

Ieri, a segnalare una storia, il gruppo ‘Io Amo Colorno’ che sin da subito si è attivato per chiedere un servizio quantomeno più dignitoso.

“Questa – scrivono – è la triste e solita storia di un pendolare che ogni giorno si reca a Parma all’università in Treno. Gianni, nome di fantasia, è un disabile che, con abbonamento in tasca, tutte le mattine spera che il treno sia in orario. Cosa purtroppo che non succede quasi mai. “Se sono fortunato riesco a salirci sul treno” ci scrive sconfortato”. E’ ormai consuetudine che entro le 10 del mattino Amo – Colorno si ritrovi da lui uno screenshot in cui è raffigurata la lista dei treni e i suoi consueti ritardi quotidiani (10’, 20’, 30’ minuti). Oggi a Gianni è andato peggio. L’altoparlante della stazione di Torrile gracchia uno spiacevole messaggio: “A causa di guasti di circolazione a Colorno i treni potranno subire un ritardo fino a 60’ minuti, o variazioni o cancellazioni” e il solito finale beffardo: “ci scusiamo per il disagio”. Quest’ultime poche parole dette con la freddezza di una “segreteria telefonica” risultano una spada affilata che finisce un moribondo guerriero, che eroicamente ha lottato fino all’ultimo, ed in maniera scorretta è stato abbattuto. Il disagio sembra che questa volta sia stato causato dal passaggio a livello di Colorno, ma poco conta. Ciò che alla fine interessa a Gianni, è che il suo treno, ossia quello delle ore 9 e 37’ è stato cancellato. Gli toccherà aspettare il prossimo treno facendo da spola tra la tiepida sala d’aspetto e il marciapiede sui binari, almeno per un’oretta. Salvo che poi il treno si faccia vedere.

Gianni è anche disabile, ma se non è uguale per tutti la possibilità di accesso alle stazioni e ai treni, il trattamento che ogni giorno Trenord riserva ai suoi clienti è identico per chiunque, e la triste sorte è la medesima. Conclude lo sconfortato messaggio, infine Gianni: “Grazie Trenord!”, e noi sappiamo non essere la fine della conversazione. Sappiamo che domattina Gianni ci manderà l’ennesimo screenshot dei ritardi e delle cancellazioni dei soliti treni. Solita brutta routine di un sistema che ormai non esiste più.

E mentre i pendolari con biglietto o abbonamento in tasca, vivono ogni giorno l’ansia di viaggiare sulla tratta del rimpianto Parma – Brescia con la speranza di arrivare a destinazione, magari salendo su treni sudici e insufficienti ad accomodare tutti, si apre uno spiraglio d’Italia che non funziona e non vuole funzionare”.

Nazzareno Condina

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