Duomo di Casalmaggiore gremito per l'addio al giovane Marco Zani
"A scuola veniva volentieri - racconta il parroco, leggendo un testo dedicato da alcuni compagni a Marco - . Aveva voglia di imparare cose nuove. In classe si dimostrava sempre disponibile e propenso al lavoro di gruppo. Generoso".
CASALMAGGIORE – Un ultimo applauso per salutare l’ultimo volo. Mentre la mamma Silvia, dopo avere salutato uno ad uno gli amici e i compagni del figlioletto in chiesa, non se la sente di uscire dalla porta principale e preferisce un’uscita laterale per raggiungere poi in disparte il cimitero di Casalmaggiore. Un Duomo di Santo Stefano gremito già mezz’ora prima dell’inizio della cerimonia, ha accolto il feretro del giovanissimo Marco Zani, che ha perso la via pochi giorni fa nell’incendio della sua abitazione di Ponteterra, per il quale è indagato il padre Gianfranco. Presenti in chiesa i vertici di polizia, carabinieri e polizia locale, oltre a Giovanni Leoni, vice sindaco di Casalmaggiore, e Aldo Vincenzi, sindaco di Sabbioneta, entrambi in fascia tricolore. In prima fila tra gli altri anche Federica Deledda, comandante della Polstrada di Cremona e Gabriele Schiaffini, capitano dei Carabinieri di Viadana. Non mancava poi, tra dirigente, professori e studenti, una buona rappresentanza del mondo scolastico.
I gonfaloni listati a lutto campeggiano ai dati dell’altare, di fronte a cui è posizionato il feretro bianco del piccolo Marco. In mezzo all’altare spicca invece una corona di fiori con scritta in italiano e slovacco (la nazionalità della madre). “Lasciamo fuori polemiche e sentenze”: con queste parole esordisce il parroco don Claudio Rubagotti, che concelebra con don Andrea Spreafico, parroco di Cicognara e don Samuele Riva, parroco di Sabbioneta, oltre a don Alfredo Assandri e don Angelo Bravi. La celebrazione inizia con i canti del coro della scuola Diotti, che era quella che Marco frequentava.
“Molti di voi stanotte non avranno dormito” dice ancora il sacerdote, durante l’omelia. “In un momento di disperazione come questo, il cristiano si rivolge alla Chiesa”. Il sacerdote ha raccontato di Marco, di quanto al catechismo “non gli interessava tanto quello che dicevamo, ma gli piaceva stare lì perché c’erano gli amici e me lo diceva tranquillamente”. Un giovane che esprimeva “schiettezza e voglia di sfidarti, disinvoltura” continua don Rubagotti. “Marco Zani sbranava la vita col suo sorriso. Amava correre, giocare con gli amici, coi videogames, era bravissimo a disegnare, non giudicava mai gli altri ed era amico di tutti”.
Nel trattegio della vita del giovane, emerge un ragazzino intelligente, affamato di conoscenza: “A scuola veniva volentieri – racconta il parroco, leggendo un testo dedicato da alcuni compagni a Marco – . Aveva voglia di imparare cose nuove. In classe si dimostrava sempre disponibile e propenso al lavoro di gruppo. Era generoso. Il mio e il nostro è un bel ricordo, e il suo sorriso è l’immagine di lui che ci accompagna”. Non mancano le parole forti, quelle che servono a interpretare un evento che nessuno riesce a spiegarsi. “Il Signore, che ha sperimentato l’abbandono, era con lui in quel momento. Nel momento in cui anche Marco, non riuscendo ad aprire quella finestra della camera che poteva salvarlo, si è sentito solo e abbandonato” ha detto don Rubagotti. “L’ultima immagine è quella delle donne al sepolcro. Non attendono la risurrezione ma vogliono imbalsamare Gesù, convinte che sia morto. La domanda è: chi ci farà rotolare via la pietra davanti al sepolcro? Noi, i tanti compagni qui presenti, gli amici, siamo qui per togliere quella pietra grande”.
Una cerimonia commovente, così come commovente è la lettera scritta dalla 1ª B della scuola media Diotti di Casalmaggiore, la classe di Marco, o i due pensieri scritti per il fratello Alex Zani, da parte di due compagni di scuola. La messa si chiude con il brano ‘Volare nella libertà’, cantato dal coro della scuola e con la benedizione con acqua e incenso, “per indicare nuova vita” chiosa il parroco.
Giovanni Gardani