"Dovranno passare sul mio cadavere": maggioranza chiude su zona 20 in piazza Garibaldi
"Di piazza Garibaldi, peraltro, e di come riqualificarla, si parla già nel Put. Perciò di questa sperimentazione, fino a dieci secondi dalla fine del nostro mandato, non se ne parla" spiegano Ruberti, Leoni e Cozzini.
CASALMAGGIORE – “La sperimentazione in piazza Garibaldi? Per farla dovranno passare sul mio cadavere”. E’ perentorio il pensiero di Pierfrancesco Ruberti, consigliere di maggioranza, in merito all’idea lanciata dal Comitato Slow Town nella conferenza stampa che ha visto la partecipazione anche dell’Associazione Persona Ambiente e di alcuni commercianti sabato scorso a Palazzo Porcelli, che intende sperimentare una nuova zona 20 in piazza Garibaldi a Casalmaggiore con alcune modifiche.
La risposta dell’amministrazione giunge da una maggioranza compatta, non a caso rappresentata fisicamente dall’assessore ai Lavori Pubblici Vanni Leoni, da Ruberti capogruppo di “Casalmaggiore è viva” e idealmente (non era presente alla conferenza, ma ha sottoscritto ogni parola) da Giuseppe Cozzini, capogruppo di Casalmaggiore al centro. “L’annuncio di una sperimentazione su piazza Garibaldi e via Favagrossa, che sarebbe peraltro a maggio 2019 dunque a cavallo tra due mandati – ha detto Leoni – è una provocazione ma prima di tutto sfrutta un metodo scorretto, che non accettiamo. Se non altro per via Baldesio nel 2014 avevano almeno contattato l’amministrazione Silla. Qui invece non è stato fatto alcun passaggio preliminare di tipo istituzionale: sarebbe stato doveroso per capire la fattibilità della proposta e la condivisione politica eventuale dell’amministrazione. C’è quindi forte disappunto, perché questo modo di agire è sistematico e non corretto e perché la piazza è di tutta la comunità e questo progetto riguarderebbe tutti i cittadini di Casalmaggiore”.
Una provocazione e una messa alla prova, la definisce Leoni, “per alzare il tiro e strappare impegni a realizzare quanto viene proposto in modo strumentale”. Lo stesso assessore ha ribadito che via Baldesio doveva essere ed è un progetto pilota per capire come modificare la città dal punto di vista viabilistico, “ma in questo senso si è iniziato un lavoro sul Piano Urbano del Traffico con approfondimento e recependo indicazioni: ai giochetti – ha detto Leoni – non ci stiamo più, perché sicurezza delle strade e rigenerazione urbana si hanno mediante la condivisione. Per questo ogni iniziativa a riguardo verrà rimandata al prossimo mandato amministrativo, chiunque governi”.
Calca la mano poi Ruberti. “E’ scorretto che certe persone guardino solo le strade che passano vicino a casa sua, quando Casalmaggiore ha 60 km di strade e 13 frazioni con una serie di problematiche che piano piano stiamo sistemando. Ed è scorretto anche proporre tecnici o ditte scelti dall’alto, senza un bando, senza un appalto, senza una procedura corretta. Non si discute il professionista (Dondè, ndr), ma sarebbe doveroso proporre tecnici che provengano da uno studio di fattibilità e da un concorso pubblico di idee. Di piazza Garibaldi, peraltro, e di come riqualificarla, si parla già nel Put. Perciò di questa sperimentazione, fino a dieci secondi dalla fine del nostro mandato, non si parlerà più”.
Giovanni Gardani