La nuova sfida del tedoforo Fattori: "Così percorro la World Francigena Ultra Marathon"
La camminata che Gianpaolo ha prescelto è quella di mezzo: esclusi i 120 km e i 32 km, il percorso da 65 km parte infatti alle ore 22 di sabato da San Quirico d’Orcia per arrivare ad Acquapendente, entro le 18 della domenica. GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1
SIENA – La Torcia Olimpica del Casalasco Gianpaolo Fattori da venerdì è a Siena: accompagna all’atto della consegna del pettorale tutti gli iscritti che prenderanno parte alla World Francigena Ultra Marathon. Alla quale anche il tedoforo di Pyeonchang parteciperà. “L’idea nasce da un’esigenza legata alla salute: essendo io diabetico – spiega Fattori – so che camminare può farmi bene. Così ho accettato la sfida di un altro tedoforo che ha rispolverato la Bergamo-Rifugio Calvi e poi, come si suol dire, l’appetito è venuto mangiando”.
Da quella esperienza orobica parte tutto: quella fu una camminata non competitiva che da 300 metri di altezza a Bergamo arriva a 2300 metri al Rifugio Calvi, 63 km in totale. Riuscendo a compiere quella impresa, Fattori, 60 anni e in pensione da qualche mese, ha iniziato a pensare a una più classica maratona. “Mi sono però reso conto che correre non mi piace: un tempo, quando ero giovane, lo apprezzavo, invece ora non riesco a godermi il momento andando di corsa e preferisco fare lunghe camminate”. La camminata che Gianpaolo ha prescelto è quella di mezzo: esclusi i 120 km e i 32 km, il percorso da 65 km parte infatti alle ore 22 di sabato da San Quirico d’Orcia per arrivare ad Acquapendente, considerata la Gerusalemme d’Italia, entro le 18 della domenica. “Dovrei farcela senza problemi, anche se gli imprevisti sono sempre in agguato: ma la finestra temporale è abbastanza estesa”.
Il contorno, in ogni caso, con i panorama dei quali Fattori potrà godere in Toscana, sarà una sorta di doping positivo, un aiuto. “Assolutamente sì, infatti ho fatto molta più fatica, ad esempio, a completare i 30 km dal ponte di Casalmaggiore al ponte di San Daniele Po, piuttosto che i 63 della Bergamo-Rifugio Calvi. A tal proposito, l’appello che lancio alle amministrazioni del territorio casalasco e cremonese è di curare di più quel percorso, perché non si trova una sola panchina o una zona d’ombra. E ho incontrato tanti cicloturisti: sarebbe il caso di adoperarsi per riqualificare i nostri percorsi, che non sarebbero male se fossero più tenuti, più accessibili e più accoglienti”.
Anche perché da queste iniziative possono giungere poi risultati molto significativi, con un indotto non da poco: si pensi alla Tuscany Marathon, partita da appena 320 iscritti, e che ora ha dovuto imporre, essendo divenuta un evento europeo, il limite di 2500 pettorali. Intanto per Gianpaolo la sfida è lanciata, in previsione, per il 2019, di una nuova avventura sulla via Francigena che stavolta andrà addirittura dal Gran San Bernardo fino a Roma.
Giovanni Gardani