Cronaca

Canneto: inaugurato al Museo del Giocattolo il percorso tattile per ciechi e ipovedenti [GALLERY]

"Guardiamoci dentro" è stato realizzato grazie a Paola Beretta e al contributo fondamentale di Seirane Jakupi, 18enne cannetese non vedente, studentessa al Liceo delle Scienze Umane del Falcone di Asola, che vi ha dedicato il suo progetto di alternanza scuola lavoro.

CANNETO SULL’OGLIO – Al Museo di Canneto, la magia del giocattolo esce dalle vetrine in cui sono conservate preziose bambole e giochi antichi per far sognare anche chi, quei meravigliosi balocchi, non potrà vederli mai. E’ stato infatti inaugurato questa mattina “Guardiamoci dentro” il nuovo percorso tattile per ciechi e ipovedenti, nato per opera di Paola Beretta e dell’Associazione Gruppo del Giocattolo Storico di cui lei faceva parte e sviluppato insieme a Seirane Jakupi, studentessa cannetese non vedente dell’Istituto Falcone di Asola, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro. Come ha spiegato, nel breve incontro in sala civica che preceduto l’inaugurazione al Museo, Antonio Pavesi, presidente dell’Associazione: “l’idea di questo nuovo percorso risale ad un paio di anni fa. L’intento era quello di rendere fruibile il Museo anche a persone con deficit visivo ma che potesse essere indirizzato anche alle scuole, ai bambini. L’assetto ora è provvisorio. C’è stato infatti un disguido con il corriere e una parte cospicua del materiale previsto non è arrivata. Oggi siamo solo al primo passo: l’intento è quello di ampliare il progetto ulteriormente”.Tra il materiale mancante ci sono le mappe tattili del percorso, brochure in braille e speciali etichette in braille. Queste ultime andranno applicate ad ognuno dei totem che si trovano nelle varie sale del Museo, a fianco delle vetrine e delle teche preesistenti e che ripercorrono la storia del giocattolo a Canneto. Sopra ogni totem ci sono oggetti collegati ad alcune cordicelle, predisposti per essere toccati e manipolati.I totem hanno anche dei ripiani nei quali sono riposti alcuni contenitori arancioni (colore scelto per gli ipovedenti) che racchiudono ulteriore materiale. Gli utenti, possono manipolare bambole e parti di esse fatte in materiali differenti e di diverse epoche storiche, dalle cera al legno, dal biscuit alla cartapesta, dal polistirolo al vinile ecc. Capelli in mohair e altri materiali, ma anche vestiti, accessori, piccoli complementi d’arredo e stampi.

Al progetto ha collaborato anche For.Ma di Mantova presente con Elena Bergamin che ben conosceva Paola Beretta e che ha seguito Seirane per circa 8 anni, alle elementari e fino al termine delle medie come educatrice e che ora la segue come tiflologa: “Paola è stata la prima persona che ho incontrato durante la mia prima esperienza lavorativa qui a Canneto, dieci anni fa circa. Una persona dalla grande sensibilità a cui l’integrazione e l’autonomia di Seirane stavano fortemente a cuore. Avevamo pensato a questo progetto come a qualcosa di molto più grande. Da realizzare attraverso un bando e l’aiuto di qualche fondazione. Purtroppo non ce n’è stato il tempo…Paola ha sempre fatto da collante tra i gruppi di volontariato e gli enti pubblici. Non era un’amministrativa..tutt’altro. Pareva capire perfettamente le difficoltà e le esigenze di persone con disabilità e fragilità e si muoveva di conseguenza. Anche con la sua attività in Biblioteca riusciva ad operare in questo senso. Credo che una delle cose più grandi che si è riusciti a fare con questo progetto sia stato aver coinvolto una ragazza di Canneto come Seirane in un’iniziativa che porterà benefici a tante persone”.

L’altro aspetto significativo di “Guardiamoci dentro” è che il percorso tattile è nato nell’ambito di un progetto di alternanza scuola lavoro. Seirane avrebbe dovuto dedicare 30 ore alla realizzazione dell’iniziativa, in realtà sono state molte di più. In termini di valore sociale, questo tempo e questa dedizione assumono poi un credito che va ben al di là di quello obbligatorio riconosciuto dalla scuola. Lo testimonia anche la professoressa Sara Superchi, insegnante di sostegno di Seirane al Liceo delle Scienze Umane del Falcone di Asola: “Abbiamo pensato di proporre a Seirane un’esperienza di alternanza scuola lavoro che fosse davvero significativa per lei. In cui potesse mettere le sue esperienze e le sue competenze a vantaggio di persone con le sue difficoltà ma anche dei bambini. Non un’esperienza astratta, lontana dal suo vissuto, ma vicina ai suoi bisogni e in cui il suo bagaglio di competenze potesse andare a vantaggio di altri. Quindi restituire al territorio, alla comunità quello che è sempre stato il suo impegno. Perché Seirane si è sempre impegnata tantissimi nel suo percorso scolastico e ha sempre voluto portare la sua esperienza anche al di fuori della scuola. Con questo percorso è riuscito a farlo in modo straordinariamente utile ed efficace. Eravamo in contatto da anni con Paola Beretta perché altri ragazzi in passato avevano fatto esperienza di alternanza scuola lavoro qui a Canneto al Museo, in altre forme. Abbiamo una convenzione con l’Associazione e con questo progetto abbiamo centrato l’obiettivo di realizzare l’alternanza scuola lavoro ma anche di dare un’ulteriore servizio ad una comunità. Oggi non ha potuto partecipare il dirigente dell’Istituto Falcone, Giordano Pachera, ma anche lui come noi, ha creduto fin da subito nella validità di questo progetto e ha voluto che esprimessi oggi la sua vicinanza e il suo ringraziamento ai volontari del Museo”.Durante la visita inaugurale è stata proprio Seirane, 18 anni, famiglia di origine macedone ma cannetese ormai d’adozione, all’ultimo anno di liceo a fare da guida, accompagnata dall’educatrice cannetese Debora Nardi. La commozione durante il percorso è stata palpabile. Il pensiero non poteva non andare a Paola Beretta. A come lei avrebbe animato con la sua presenza tutto l’evento. Non hanno voluto mancare la mamma di Paola, con le sorelle Giuseppina e Maria Rosa (quest’ultima è stata educatrice di Seirane all’asilo). E non è voluta mancare Simonetta Saudino, l’amica collezionista di giocattoli, conosciuta attraverso la Borsa Scambio,  giunta stamane a Canneto appositamente da Santo Stefano di Magra “La cosa che spero – ha detto Seirane – è di aver fatto quello che anche Paola avrebbe voluto. Ci siamo incontrate quest’estate per concordare le etichette da mettere sui totem. Le avevo mostrato la brochure in cui il bambolotto Ros Bon Bon, che è un po’ la mascotte del Museo,  illustra il percorso. Nel nostro primo incontro Paola aveva regalato a me, Debora ed Elena le spille del Museo proprio con Ros Bon Bon sopra. Lei era sempre allegra – spiega Seirane sorridendo con i suoi luminosi e profondi occhi azzurri -. Era sempre  entusiasta, non me la ricordo nemmeno una volta triste o arrabbiata. Ci siamo divertite molto durante questa esperienza. Mi ha fatto provare anche uno dei cavalli a dondolo della collezione. “Sei stata l’unica che ci ho fatto salire sopra – mi aveva detto  l’anno scorso – . Sentiti orgogliosa di questo, aveva aggiunto”. In futuro – conclude la ragazza, stringendo il braccio a Debora, che l’ha seguita in questi 5 anni di scuola superiore – spero di continuare a collaborare con il Museo. Per Paola e per tutte le persone non vedenti ” MLR

 

 

 

 

 

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