La Breenta, a Castelponzone di scena la poesia del tempo che fu: una serata ricca di emozioni
Momento importante della festa la proiezione, iniziale, di 'Corde sospese', il corto realizzato da Giovanni Gardani che ha partecipato al Festival Coltivacorti diretti di Commessaggio. GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1
CASTELPONZONE – La Breenta era la festa più sentita dei cordai. Una festa di un mondo che non c’è più. I lavoratori si riunivano (in genere presso le rive del Navarolo o del Delmona) intorno alla Breenta, la damigiana da 50 litri. Erano feste contadine, ognuno portava qualcosa da condividere insieme al vino che correva, insieme alle parole che poi diventavano canti. Si finiva con la ‘bala’ e in allegria. Un momento di relax in una vita di fatica.
Ieri sera, e per la seconda volta, grazie al Museo dei Cordai e all’amministrazione, il borgo ha rivissuto quella festa. A fare da train d’union di tutti i piatti portati in tavola la canapa sativa (nulla a che fare con la indica, se non la famiglia di appartenenza). La frittata, la focaccia, i cannelloni, la torta ed in fine – sorpresa – l’elisir realizzati con quell’ingrediente che costituiva un tempo la materia prima per la realizzazione delle corde.
Tra una portata e l’altra i racconti delle vecchie tradizioni che hanno fatto sorridere più di un anziano presente tratte da ‘Robe de na voolta’. Un salto indientro nel tempo. Dall’interpretazione dei colori dell’arcobaleno alla lettura dei segni, dalla tradizione di San Giovanni ai modi di dire, dalla conquista di una donna alla maniera per esaltarne la bellezza (o la bruttezza). Modi di dire, di fare e di essere ormai pressoché scomparsi che sopravvivono nei ricordi degli anziani e in quelli dei giovani, come Elisa e Marta, che ieri sera li hanno letti per condividerli con tutti. Non solo racconti, ma anche il canto. Melissa, Maurizio (chitarra) e Thea (fisarmonica) hanno regalato a tutti momenti davvero intensi.
Il lambrusco c’era. Non era in damigiana (sarebbe stato più complesso da gestire) ma ha innaffiato la serata allestita sotto i portici facendo sentire meno il fresco della notte. Ai fornelli, tra gli altri, Velleda Rivaroli a cui (in compartecipazione) si deve la realizzazione dell’elisir realizzato con la Canapa. Una sorta di Centerbe (con un erba sola) per palati o stomaci forti. Una prova – soprattutto dopo il lambrusco e tutto l’ottimo pasto – non da tutti. La ricetta andrà sicuramente affinata, ma vale la pena proseguire sulla strada dell’elisir.
Momento importante della festa la proiezione, iniziale, di ‘Corde sospese’, il corto realizzato da Giovanni Gardani che ha partecipato al Festival Coltivacorti diretti di Commessaggio. “Corde sospese – spiega il giornalista di Cremona 1 – nasce da un’idea di Mario Silla che poi ho personalmente rivisitato, cercando di unire la parte scritta di don Carlo Bellò al racconto fotografico dell’indimenticato Antonio Leoni. Il video consente di attualizzare quel racconto – dalle foto si passa al video – osservando al contempo come il paese è cambiato. Da un lato le corde, simbolo di Castelponzone, dall’altro la sospensione: quella delle corde tirate, appunto, ma anche quella del tempo che da queste parti, in questo borgo, sembra non trascorrere mai o comunque ha una velocità che soggettivamente percepiamo quasi come più lenta che altrove. Il documentario riprende gli scritti di don Carlo Bellò e le utilizza come metodo narrativo, cogliendo gli stessi aspetti di allora, a volte sottolineando la contrapposizione tra ciò che era o non c’è più o semplicemente ha cambiato fisionomia. La parte finale del documentario, più emotiva rispetto alla prima, non era inizialmente stata pensata: ho deciso di aggiungerla dopo aver visitato il museo dei cordai, ricevendo in dono la poesia di nonno Buschini. Un regalo non previsto che era giusto premiare e che è un valore aggiunto per il lavoro”.
Una serata intensa, vissuta sotto i portici dell’antica piazza, tutti attorno allo stesso tavolo a raccontare, raccontarsi ed ascoltare. La vecchia Breenta insomma, in chiave moderna: una serata ricca di poesia e di ricordi, perfettamente riuscita.
Nazzareno Condina