Cronaca

Lotta al lavoro nero e clandestino: tre cinesi arrestati nel distretto della calza ad Asola

Nella circostanza, a seguito del controllo effettuato dai militari all’interno dell’attività, hanno identificato 12 lavoratori di cui 2 privi di regolare contratto lavorativo e un 47enne privo di regolare permesso di soggiorno.

ASOLA – Incessante l’attività di contrasto allo sfruttamento della manodopera clandestina da parte dell’Arma dei Carabinieri. Nel pomeriggio del 19 luglio a Asola, gli uomini dell’Arma locale unitamente ai militari della Stazione Carabinieri di Castel Goffredo, della Polizia locale di Asola, a personale PSAL ATS Valpadana e personale INAIL e INPS, nel contesto dell’attività di repressione della manodopera irregolare e clandestina nel cosiddetto distretto della calza, hanno tratto in arresto una 52enne e un 22enne entrambi cinesi titolari del laboratorio tessile. Questi hanno infatti ricavato un ingiusto profitto favorendo la permanenza nel territorio italiano di cittadini stranieri, passando allo sfruttamento della manodopera clandestina. L’operazione è stata coordinata dalla Task-Force costituita dalla Prefettura di Mantova, il cui coordinamento è affidato al Comandante della Compagnia Carabinieri di Castiglione delle Stiviere, Maggiore Simone Toni.

Nella circostanza, a seguito del controllo effettuato dai militari all’interno dell’attività, hanno identificato 12 lavoratori di cui 2 privi di regolare contratto lavorativo e un 47enne privo di regolare permesso di soggiorno che è stato tratto in arresto poiché ha esibito un permesso di soggiorno appartenente a un’altra persona. Lo stabile e la merce per un valore di 50mila euro sono stati posti sotto sequestro preventivo, il personale dell’INPS e INAIL Nucleo Ispettorato del lavoro hanno provveduto ad elevare una sanzione amministrativa di euro 8.700 euro. Dopo le formalità di rito, due degli arrestati sono stati tradotti presso la propria abitazione in regime di custodia domiciliare, mentre il clandestino è stato trattenuto presso la camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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