Nelle campagne manca acqua Coldiretti chiede deroga a deflusso minimo vitale
A rischio soprattutto le produzioni foraggere destinate alla zootecnia e il reddito degli allevatori
CREMONA – Contrariamente a qualsiasi previsione, che dava la stagione irrigua 2018 come una stagione “tranquilla” e senza particolari problematiche , in questi giorni la realtà smentisce le aspettative e la percezione comune. Nonostante le abbondanti precipitazioni del mese di maggio e giugno che hanno di fatto posticipato l’inizio delle operazioni di irrigazione, l’avvio della stagione irrigua avvenuta tra la fine di giugno e i primi di luglio in tutto il territorio cremonese dopo pochi giorni a messo in luce tutte le criticità tipiche di una stagione siccitosa. Vari fattori hanno contribuito a questa situazione: dopo pochi giorni di irrigazione i bacini lacuali (lago di Como e Iseo) hanno già quasi esaurito la scorta di acqua invasata nei mesi primaverili e le precipitazioni che ci sono state nei giorni scorsi – distribuite a macchia di leopardo – non hanno coperto parte del territorio e non sono state sufficienti a ripristinare i livelli di invaso ottimali. Gli Enti regolatori (Consorzio dell’Adda e Consorzio dell’Oglio) si sono visti costretti a ridurre sensibilmente l’erogazione di acqua verso i Fiumi Adda e Oglio con la conseguenza che anche i consorzi irrigui cremonesi hanno dovuto ridurre la disponibilità di acqua alle bocche.
“Il bacino dell’Adda è quello che attualmente ha più problemi – è il commento di Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona – in quanto, contrariamente a previsioni meteo mensili (e contrariamente alla percezione comune), la quantità di acqua raccolta e invasata nel bacino lacustre risulta di poco superiore a quella di annate tristemente ricordate per la siccità (2005-2006)”. Tutto ciò è dovuto a vari fattori tra i quali afflussi in calo, riempimento serbatoi alpini per l’uso idroelettrico, una minor domanda (e quindi una minor produzione) di energia elettrica ed un minor rilascio di acqua verso valle.
Tutto ciò, unito all’applicazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV), pari al 10% della portata nominale che deve essere sempre presente all’interno dei fiumi, adottato in via definitiva dalla Regione Lombardia con il nuovo PTUA (Piano di Tutela delle Acque), sta mettendo in ginocchio una parte del territorio cremonese che a fronte delle continue riduzioni di portata nei fiumi si ritrova senza acqua nei canali o con orari di irrigazione ridotti.
“L’attenzione di Coldiretti Cremona è altissima – conclude Voltini – e stiamo lavorando con le nostre imprese e con gli Enti preposti per trovare una soluzione che possa dare fiato alle aziende almeno nel breve periodo, in attesa di trovare soluzioni strutturali e definitive che facciano sì che non si verifichino queste situazioni di criticità anche in annate con precipitazioni abbondanti. Per tutti questi motivi chiediamo urgentemente a Regione Lombardia di applicare la riduzione del DMV prevista per legge in casi di emergenza e che la stessa Regione ci ha garantito essere compatibile per tempistiche e modalità con i tempi strettissimi dell’irrigazione. Qualora non si intervenisse tempestivamente, centinaia e centinaia di ettari di raccolto andranno perduti, con gravi ripercussioni economiche sulle aziende agricole cremonesi.”