Cronaca

Punto nascite, giovedì il voto in Regione. Il Comitato organizza la manifestazione a Milano

Organizziamo una manifestazione al Pirellone con ritrovo nel piazzale del Conad alle 12.30, mettendo a disposizione le auto di chi può. Ricordiamo che c'è anche un treno che parte alle 10.40

Il 29° piano del Pirellone (foto Giulio Annibali)

CASALMAGGIORE – Inutile farsi troppo illusioni, ma si proverà e sino all’ultimo a fare in modo che il territorio non perda ‘un pezzo’ importante del proprio presidio ospedaliero. Il territorio farà sentire la propria voce, a difesa del Punto Nascite e a difesa dell’Oglio Po. Oggi l’assessore al Welfare Giulio Gallera riceverà una delegazione di primi cittadini del casalasco – viadanese. Da ambienti vicini alla politica regionale lo spazio di manovra sarebbe esiguo. La decisione di chiusura sarebbe già stata presa tempo addietro.

I cittadini sono numeri. E le esigenze del sud Lombardia solo un particolare, una variabile che poco interessa i vertici. Giovedì, a meno di miracoli, verrà sancita la chiusura del Punto Nascite ed il processo a quel punto diverrà ‘quasi’ irreversibile. La Regione ha già fatto sapere di avere pronto un progetto alternativo, una sorta di ‘accompagnamento’ territoriale delle partorienti sino al momento del parto stesso che – dovesse essere portata a termine la riforma – verrà effettuato altrove, a Cremona.

Si sarà tutti cremonesi, di nascita. Anche se in questa terra la gente è parmense, cremonese e mantovana. Gente di frontiera, che già si è vista ‘scippata’, ma allora fu una scelta consapevole seppur dolorosa, la propria appartenenza territoriale da quando, di tre ospedali se ne fece uno solo. C’è pure chi malignamente fa notare che non tutti i sindaci sarebbero rattristati per la cosa, di certo la presenza di solo quattro primi cittadini al consiglio comunale straordinario di Casalmaggiore, alla presenza di due parlamentari ed un consigliere regionale non è passata inosservata. E neppure sono passate inosservate le presenze.

Oggi sarà Filippo Bongiovanni a guidare un manipolo di ‘disperati’ che dovranno cercare di convincere l’assessore regionale di aver intrapreso la strada sbagliata. Servirà tutta la buona volontà dei primi cittadini, e forse neppure basterà. Giovedì poi il probabile voto – a meno di rinvii – sulla questione. Anche giovedì comunque, al Pirellone, si farà sentire la voce del casalasco-viadanese.

La società Atletica Interflumina ha messo a disposizione il proprio pulmino, Carlo Stassano, uno che con i ragazzini ha sempre lavorato, ha dato da subito la propria disponibilità. Altri partiranno in treno. O in macchina. Sarebbe bello ci fossero anche tutti i primi cittadini nel palazzo del potere: bello, ma quasi sicuramente poco fattibile. Ci sarà chi avrà altri impegni e chi è al mare, chi ha mal di pancia e chi, molto probabilmente, ha già pronte soluzioni alternative. Le voci, negli ambienti sanitari e in quelli legati ai servizi sociali, corrono veloci. Sono voci che al momento teniamo per noi.

“Giovedì 28 giugno – spiega Annamaria Piccinelli del Comitato a difesa dell’ospedale Oglio Po – la giunta regionale delibera sul nostro punto nascite alle ore 14.30. Organizziamo una manifestazione al Pirellone con ritrovo nel piazzale del Conad alle 12.30, mettendo a disposizione le auto di chi può. Ricordiamo che c’è anche un treno che parte alle 10.40″.

C’è anche chi, come il consigliere di CNC Pierluigi Pasotto, scrive ironicamente su facebook: “Giovedi 28 giugno, all’ordine del giorno della giunta regionale della Lombardia, la chiusura dii quattro punti nascita , tra cui quello di Casalmaggiore. Il 9 Luglio, la commissione sanità della regione, riceve il comitato per la difesa del punto nascita per ascoltare le proposte: aperitivo pagato, per una settimana, a colui o colei che individuerà la stranezza di quanto ho scritto e la scriverà nei commenti. Per oggi ancora mi trattengo”. La stranezza, se di stranezza si può parlare e non di disegno scientemente elaborato, è che l’incontro del 9 luglio è successivo alla votazione del 28 giugno, e rischia di divenire una merà formalità.

Sarà strano infatti, in caso di chiusura già sancita, l’andare ad esporre un progetto per qualcosa che ha cessato di essere. E’ come – per farvela chiara – se un manipolo di residenti dell’isola greca di Rodi andasse di fronte alle autorità ad esporre un progetto di lucidatura del colosso, o un gruppo di naturalisti andasse a presentare il progetto per la tutela del Dodo. Fattibile certo, anche se al limite del paradossale: entrambe le cose infatti non esistono più.

Serve a questo punto un miracolo. Sempre possibile, certo, ma meglio non farsi troppe illusioni.

Nazzareno Condina

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...