PalaFarina "scoperchiato": come si presenta il palazzetto di Viadana. I lavori proseguono
Là dove prima si metteva punti a terra o canestri, si trova un Manitu, uno dei mezzi necessari per effettuare lavori edili e di sistemazione della struttura. Ma dall’esterno è possibile osservare anche le tribune. GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1
VIADANA – Sono immagini che, diciamocelo, fanno impressione. Ora che il PalaFarina di Viadana è stato liberato, dopo lo stop legato al maltempo e alla neve, del tetto, demolito dalle due ditte veronesi che stanno eseguendo i lavori, la Tieni Costruzioni 1836 e la Camero Ferramenta e Siderurgici, si torna a osservare quella che era la parte interna del palazzetto che, edificato nel 1996, ospitò le scuole di Viadana nelle ore di educazione fisica, le squadre di pallavolo e pallacanestro del comune viadanese e pure, per un anno e mezzo di serie A1 e prima nell’anno di A2, la Pomì Casalmaggiore.
Là dove prima si mettevano punti a terra o canestri, si trova un Manitu, uno dei mezzi necessari per effettuare lavori edili e di sistemazione della struttura. Ma dall’esterno, affacciandosi in sicurezza da una finestra, è possibile osservare anche le tribune, che tutto sommato appaiono ancora ben tenute con le indicazioni per gli spettatori. Da notare come la trave danneggiata sia l’unica non più presente, già rimossa, senza dimenticare però le crepe profonde che hanno colpito altre due travi, puntellate al suolo con una incastellatura di ferro. Come a dire che quel palazzetto era davvero messo male e, dunque, il crollo poteva arrivare anche dalle altre due travi danneggiate.
Ricordiamo che il PalaFarina dovrebbe essere inaugurato, nella sua nuova vita, a gennaio 2019, pur essendo stata garantita la consegna per marzo-aprile dello stesso anno. E’ possibile insomma, essendo stati rispettati sin qui i tempi nonostante il maltempo, un anticipo nella chiusura delle operazione. Ricordiamo che il progetto è costato complessivamente 2 milioni e 745mila euro ed è stato redatto dallo Studio Polaris di Mantova. All’esterno del cantiere, lungo la zona con perimetro chiuso e messa in sicurezza dalle transenne (noi entriamo solo col permesso del capocantiere), è comparso intanto il cartello che illustra il rendering di come sarà il nuovo PalaFarina. Ben diverso dal panorama offerto oggi, osservando il quale, indubbiamente, pensando a ciò che fu il PalaFarina, un po’ di nostalgia e tristezza sovviene.
Giovanni Gardani