Cronaca

Ponte Po, pendolare scrive a Sergio Mattarella, le risponde l'ufficio di segreteria

“Sono fra i tanti sfortunati che lavorano a Parma. Visto l’immobilismo dei nostri politici che dopo quasi 6 mesi non hanno portato soluzioni alternative, un giorno mi sono voluta sfogare ed ho provato a scrivere al nostro Presidente”

CASALMAGGIORE – Uno sfogo, dopo 6 mesi in cui la sensazione di solitudine e di abbandono si è fatta via via più pesante. Uno sfogo inviato direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questa la scelta portata avanti da Donatella Ballerini, Una delle tante pendolari la cui vita è stata sconvolta dalla chiusura di ponte Po e dalla situazione ‘deficitaria’ degli altri mezzi per arrivare a Parma e da Parma poi tornare indietro.

“Sono fra i tanti sfortunati che lavorano a Parma, la cui vita è stata stravolta dalla chiusura del ponte sul Po a Casalmaggiore. Visto l’immobilismo dei nostri politici che dopo quasi 6 mesi non hanno portato soluzioni alternative, un giorno mi sono voluta sfogare ed ho provato a scrivere al nostro Presidente”. Il 16 gennaio scorso Donatella ha deciso di scrivere ed inviare una e-mail.

Questo il testo: “Egregio Presidente della Repubblica, Le scrivo in merito ad una situazione di cui non so se è conoscenza: la chiusura del Ponte sul Po a Casalmaggiore dallo scorso settembre 2017. Immagino che fra tanti problemi che affliggono il nostro Paese, questo sia solo una goccia, ma sta portando alla depressione un’intera zona che da sempre invece vanta lavoro e benessere. Il ponte sul Po collega tra le due principali Regioni Italiane (Lombardia ed Emilia Romagna), e a centinaia transitano su quel ponte per lavoro, istruzione, esigenze familiari, di salute… Potrei scrivere un libro sulle storie di tutti quegli individui le cui vite sono state stravolte da un giorno all’altro e che dopo 5 mesi non hanno ancora ricevuto una risposta sulle tempistiche, soluzioni e nessuna alternativa. Il collegamento ferroviario è pietoso, non può neppure definirsi collegamento, essendo perennemente in ritardo o peggio, soppresso. Le pubbliche amministrazioni non hanno fornito nessuna alternativa logistica e oltre a tante futili parole, di fatti, ad oggi, non si è visto niente. Con la sua chiusura (tra l’altro avvenuta per caso in seguito alla segnalazione di un contadino), il territorio, ma soprattutto i suoi cittadini, stanno pagando un prezzo altissimo in termini non solo economici (il tragitto per recarsi da una sponda all’altra è duplicato), ma di qualità della vita.

La lettera prosegue: “La situazione è vergognosa.  Siamo capaci di progettare missioni su Marte, di pianificare i primi viaggi turistici sulla Luna, ma non siamo in grado di collegare due Regioni in Italia? In Cina, in pochi mesi non anni, costruiscono megastrutture che sovrastano gole profonde di canyon ad altezze incredibili … e qui al Nord Italia dopo 5 mesi, per collegare due sponde vicine di un fiume, si parla di un nuovo ponte fra 10 anni???!!! Di fronte all’unica alternativa valida portata avanti da un consigliere per un ponte provvisorio realizzabile in pochi mesi che avrebbe dato respiro a questa situazione, la risposta è stata il silenzio. Perché? Mi domando Perché?

Perché non ci sono soldi da rubare? Perché meglio fare un bando fra un anno e guadagnarci qualcosa? Perché tra un po’ ci sono le elezioni e vediamo chi sfrutta la carta del ponte per farsi votare? Credo nella Politica, ma non credo nei suoi politici perché sto vedendo come “la cosa pubblica” sia diventata “cosa privata” e dunque dove non c’è interesse personale non si agisce o almeno si aspetta sino a che l’interesse pubblico non possa portare qualche beneficio a livello individuale. Sono stanca di questa situazione, sono stanca di questa immobilità a fronte di persone che stanno perdendo la cosa più importante che gli è stata donata: il Tempo. Tempo per la famiglia, tempo per gli affetti, tempo per le passioni… semplicemente tempo da vivere, che invece adesso viene trascorso su una strada trafficata, pericolosa, lenta e lunga… Dall’alto della sua figura istituzionale Le chiedo di agire e di smobilizzare una situazione stagnante in cui fanno eco le parole, senza lasciare spazio alle azioni concrete. Le chiedo di onorare il significato della Politica e di non permettere che una situazione paradossale e vergognosa come questa continui e porti alla morte di un territorio.

I lavoratori, le madri di famiglia, i padri, gli studenti, i malati… tutti hanno diritto a riappropriarsi della propria vita e Le chiedo col cuore in mano di ridare la dignità a questo territorio e alle persone che lo vivono. Grazie per qualsiasi cosa farà”.

Uno sfogo dunque per una situazione drammatica e reale che Donatella vive sulla sua pelle. Tante parole della politica, tante promesse, pochi fatti concreti. Il 5 febbraio scorso, per Donatella, arriva la sorpresa: “Non credevo nella risposta, ma la risposta è arrivata”. A scriverle Simone Guerrini, direttore dell’ufficio di segreteria del presidente Mattarella.

“Gentile signora Ballerini – si legge nella risposta – il presidente della Repubblica ha ricevuto la sua e-mail del 16 gennaio scorso ed ha preso atto di quanto in essa rappresentato. Come Lei sa il Capo dello Stato non ha facoltà di intervento diretto in questioni che attengono alla competenza di altri organi dello stato. Le comunico comunque che la segnalazione è stata inviata al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano del Rio. Con l’occasione il presidente Mattarella mi incarica di inviarle i suoi migliori saluti ai quali aggiungo volentieri i miei personali”.

Il 24 febbraio prossimo la provincia di Parma dovrebbe presentare il progetto di incerottamento del vecchio ponte. Poco o nulla si sa al momento sui tempi del bando e di cantierizzazione, al di là delle parole di qualche politico. Poco si sa anche sulla viabilità garantita quando il ponte sarà aperto. Poco o nulla per quanto il ponte incerottato potrà sostituire quello nuovo che andrà giocoforza realizzato. La segnalazione di Donatella è stata passata al ministro Graziano Del Rio, lo stesso ministro che non ha neppure fatto lo sforzo di venire a verificare la situazione in loco.

Il blocco di una struttura economicamente strategica sulla quale passa una grossa fetta del PIL nazionale e sulla quale naufraga il tempo di tantissimi pendolari non vale il viaggio. Ma vale quantomeno la risposta della presidenza della Repubblica: quella che Donatella ha avuto. Non le servirà a riconquistare il tempo perduto e a ridurre il disagio, ma è quantomeno un segno discreto di gentilezza e cortesia in mezzo a tanto inutile vuoto e a tante inutili parole.

Nazzareno Condina

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